Una piazza tutta nuova e un quartiere riqualificato. È il regalo che la città di Parigi e la sua sindaca, Anne Hidalgo, vogliono fare alla cattedrale di Notre-Dame, “il cuore del cuore della Francia” ferito gravemente dall’incendio di due anni fa - era il 15 aprile 2019 - e tuttora convalescente. Obiettivo? «Riportare i parigini nella culla della città e accogliere nel migliore dei modi i visitatori». Si parla di almeno 15-20 milioni di persone l’anno (pre-Covid).

La cattedrale di Notre-Dame in fiamme, il 15 aprile 2019

La piazza di Notre-Dame oggi alterna siepi, aiuole e lastricati con gusto “Anni Settanta”. Ed era fin troppo spesso affollata di turisti spaesati che a stento trovavano l’accesso alla cripta con gli scavi archeologici, pressoché priva di servizi igienici, assediata dai bus dei tour operator e dalle camionette della vicina Prefettura di Polizia. Uno spazio inospitale, gelido d’inverno e infernalmente caldo d’estate, percorso frettolosamente da orde di visitatori. Che ignorano, a pochi passi, sia il mercato dei fiori posto tra la cattedrale e la Sainte-Chapelle sia il raccolto giardino cintato di square Jean XXIII in riva alla Senna (ora chiuso per i lavori gli interventi post-incendio).


Il sagrato di Notre-Dame affollato di turisti nell'estate 2018

UN CONCORSO INTERNAZIONALE PER RIPENSARE L'ILE DE LA CITÉ

Con un budget dell’ordine di 50 milioni di euro, prelevato dai fondi destinati dallo Stato alla ricostruzione della cattedrale, Anne Hidalgo ha annunciato di voler lanciare un concorso internazionale tra i migliori architetti del globo per “ripensare” l’intero settore dell’isola della Cité su cui sorge Notre-Dame, riavvicinandolo allo scenario descritto da Victor Hugo nelle sue opere. 
 
Riprendendo un’idea di sagrato su più piani, reso accessibile dalle sponde della Senna, sviluppata nel 2016 da Philippe Belaval, responsabile del Centre des monuments nationaux, e dall’archistar Dominique Perrault che ha firmato la Bibliothèque nationale de France, lo scopo dell’intervento sarebbe di fare apprezzare meglio ai parigini e ai turisti la storia della cattedrale: sia la più antica – sotto il sagrato ci sono le vestigia della Lutezia gallo-romana – sia la più recente; è in Notre-Dame che De Gaulle ha celebrato la liberazione dai nazisti, il 26 agosto 1944, e si sono svolte le esequie dei Presidenti della Repubblica. 


Un'ipotesi grafica della nuova piazza davanti a Notre-Dame (© D. Perrault 2016)
 

Altro elemento chiave del progetto, dotare l’area di strutture per accogliere con intelligenza i visitatori, dai depositi bagagli ai percorsi didattici che consentano anche a chi arriva da culture lontane di cogliere gli elementi chiave della cattedrale superando il binomio Quasimodo-Esmeralda ispirato alle produzioni cinematografiche. Senza trascurare, grazie all’accesso fluviale con battelli a propulsione elettrica, una riorganizzazione in chiave sostenibile della viabilità e dei trasporti del quartiere, così da valorizzare nel miglior modo possibile il monumento che, con la tour Eiffel, è l’icona della capitale francese.


Un'ipotesi grafica della nuova piazza vista dalla Rive Gauche (© D. Perrault 2016)

L'INCENDIO DI DUE ANNI FA E LA RICOSTRUZIONE
Quanto ai tempi di realizzazione del progetto, il 2024 sarebbe l’orizzonte ideale. Perché è vero che sono passati due anni dall’incendio. Era poco prima dell’ora di cena del 15 aprile 2019 quando sono entrate nelle nostre case le immagini della cattedrale di Notre-Dame divorata dalle fiamme. Un disastro innescato nel cantiere di restauro del sottotetto che, nel volgere di poche ore, ha portato alla totale distruzione della copertura e della sua plurisecolare struttura in legno, della celebre guglia neogotica voluta nel 1859 da Viollet-le-Duc e ha provocato una voragine nelle volte gotiche della cattedrale, arrivando a minacciare la stabilità delle torri  di facciata.
 
Ma 24 mesi più tardi, pur essendo stati raccolti in più di 150 Paesi oltre 820 milioni di euro per il restauro, una sola cosa è certa: nulla sarà come prima e i tempi di ricostruzione andranno ben oltre i cinque anni inizialmente previsti dal presidente Macron. «Se tutto va bene – ha sottolineato in una recente conferenza stampa il generale Jean-Louis Georgelin, messo a capo dei lavori proprio dal Presidente della Repubblica – per l’inaugurazione delle Olimpiadi (26 luglio 2024) l’interno della cattedrale sarà nuovamente accessibile. Ma difficile dire di più. Ricordate che “per Notre-Dame tutto diventa straordinario”». 


Una vista aerea della cattedrale "scoperchiata" dall'incendio
 

Pandemia a parte, fin dall’inizio i lavori non sono mancati gli imprevisti: prima ancora che si riuscisse a demolire l’impalcatura del restauro da cui è partito l’incendio, trasformata in un blocco di metallo contorto, si è dovuto affrontare il rischio di avvelenamento per pompieri e operai: la copertura comprendeva 350 tonnellate di lastre di piombo, in parte liquefatte in parte vaporizzate dal calore sprigionato. 
Sono seguite le polemiche sulla scelta di ricostruire la guglia (la fléche) neogotica, nonostante il presidente Macron e altri “eminenti intellettuali” sponsorizzassero un “tocco contemporaneo”, e sulla rimozione degli arredi moderni dell’altare, voluti dal cardinale Lustiger nel 1989 e danneggiati dal crollo della volta; un intervento che molti fedeli hanno vissuto come una restaurazione istigata dalla frangia più reazionaria della Chiesa francese.


Il crollo della guglia neogotica di Notre-Dame
 

E si è placata da poco la diatriba sul “come ricostruire” le grandi capriate in legno, vecchie di secoli, dette “la foresta di Notre-Dame” e incenerite dall’incendio: metallo come a Chartres o cemento armato come è accaduto a Reims? Alla fine si è scelto nuovamente il legno: mille querce, alcune vecchie anche due secoli, accuratamente selezionate nei boschi di Francia da specialisti del settore. Sarà poi la tecnologia a garantire che in futuro la nuova “foresta” non sia preda delle fiamme.
Una buona notizia è che, quando nel 2024 si potrà mettere piede in Notre-Dame, non ci sarà un “effetto museo”. Prendendo a esempio (negativo) S. Marco a Venezia – di cui è accessibile ai fedeli una parte minima – la diocesi di Parigi ha già annunciato che intende mantenere, pur con i dovuti standard di sicurezza, libera circolazione in ogni parte della cattedrale, illuminando e valorizzando le tante opere d’arte che l’edificio custodisce. 


L'interno della cattedrale prima dell'incendio
 

Sono i capolavori salvati dal fuoco (e dai danni dell’acqua usata per spegnerlo) dall’abnegazione di una squadra di pompieri che, mentre i colleghi combattevano le fiamme sui tetti, per tutta la notte dell’incendio si sono aggirati tra le navate di Notre-Dame per rimuovere statue, arredi e dipinti e portarli al sicuro nei depositi del museo del Louvre