Lontana dai riflettori che puntano su Lampedusa, Pantelleria se ne sta in disparte e custodisce come un segreto il suo primato di isola siciliana più vicina alle coste tunisine. L’ultima isola, di cui parla Giosuè Calaciura in questo bel libro a metà tra il romanzo e la guida (non turistica, però, storica semmai), è la Pantelleria della lava, dei capperi e dello Zibibbo: un’isola dalla storia antica, di contadini più che di pescatori, un’isola unica nel suo genere.
 
Come i campi di cui è rivestita, Pantelleria conosce tutte le stagioni: le altre isole siciliane si animano in estate, spesso di folle di turisti che si accontentano di una toccata e fuga; Pantelleria, invece, è attraversata da un turismo più mite, forse più pacato e rispettoso, che fa capolino anche durante l’anno e cerca pace e lunghe soste rigeneranti.

Certo la distanza dalla terraferma aiuta, ma forse c’è qualcosa di più, qualcosa che tocca nel profondo la natura di quest’isola e che la rende meno appetibile al turista mordi e fuggi. Calaciura ne racconta bene l’anima, che conosce da vicino, e prendendo per mano il lettore lo accompagna alla scoperta di questo luogo che non solo si trova al limite, ma a suo modo lo rappresenta, perché è già altro rispetto a ciò che viene prima e a ciò che arriva dopo.

Alla fine della lettura, chi è già stato a Pantelleria avrà scoperto aspetti, aneddoti e paesaggi che prima ignorava e chi non c’è ancora stato non potrà che desiderare di andarci, non fosse altro che per sentire il sottile brivido che si prova a camminare in equilibrio su una linea di confine. 

INFORMAZIONI

Giosuè Calaciura  
Pantelleria. L'ultima isola
collana: «Contromano», editori Laterza
2016, pagine 160, 12 euro