Alcune città sono più letterarie di altre. E non si sa bene perché. Forse perché per come sono fatte, sparpagliate su colli, affacciate su fiumi, si fanno guardare più di altre. Forse perché sono porti d’approdo, e di partenza, e allora aspettando qualcuno si mette a pensare, e poi a scrivere. O forse perché qualche scrittore ha iniziato a scriverne, e gli altri lo hanno seguito. Per esempio Cervantes a un certo punto ha scritto questi versi: «Terra, terra. Sebbene sarebbe meglio dire Cielo, Cielo. Perché senza dubbio siamo nei paraggi della famosa Lisbona». E allora vuoi che altri non abbiano decantato la particolarità della luce nella capitale lusitana?
Sia come sia, Lisbona, soprattutto Lisbona più che il resto del Portogallo baciato dall’oceano e dal clima, è una città che si presta a essere raccontata, diventando involontaria protagonista di romanzi e altre storie, quasi fosse una quinta che si presta per ambientare racconti. Libri scritti da autori portoghesi, ovvio – il Nobel José Saramago, l’eterno Fernando Pessoa con i suoi eteronimi, il poco noto José Cardoso Pires, ma anche da altri – Antonio Tabucchi, portoghese ad honorem – che a Lisbona sono andati e si sono messi a raccontarla, ad ambientarci storie. Storie che può essere interessante mettere in tasca quando si decide di andare – come tanti fanno – sulle rive dell’Atlantico. 
Viaggio in Portogallo di José Saramago, Einaudi
Un viaggio che come la vita prosegue in una mescolanza di programma e casualità, un lungo periplo attraverso tutto il Portogallo, villaggio per villaggio, città per città, scritto da José Saramago nel 1990 e diventato – per via della fama dell’autore – un piccolo classico per chi parte alla scoperta del Paese. Un libro in cui Saramago è andato dove si va sempre, ma anche posti dove non si va mai. Non un libro semplice, per nulla; spesso non è neanche piacevole a meno di essere il fan numero uno dello scrittore portoghese e del suo modo di affabulare, però lo si può prendere a piccoli morsi, leggendo quelle due tre pagine del posto che si decide di visitare, lasciando una lettura totale per un altro momento, e forse per nessuno.
Lisboa, quello che il turista deve vedere di Fernando Pessoa (editori vari)
Quarantadue pagine dattiloscritte su carta economica, piene di correzioni e aggiunte, sono emerse nel 1988 da quel baule pieno di gente in cui sono state conservate per decenni le carte di Fernando Pessoa. Sono le pagine in cui Fernando Pessoa raccontava la sua città, elaborando il progetto di una guida turistica di Lisbona che all'epoca mancava. Lo fece perché più di una volta si era detto «consapevole che per il britannico medio il Portogallo è una indefinita piccola nazione da qualche parte in Europa, talvolta ritenuta parte della Spagna». Per rendere giustizia alla sua città scrive questo libretto «Lisboa. Quel che il turista deve vedere», che è una guida senza essere una guida. Un viaggio per la Lisbona degli anni Venti, che non è più la Lisbona d’oggi, ma è pur sempre una bella testimonianza letteraria del più importante scrittore portoghese del Novecento.
Requiem di Antonio Tabucchi, Feltrinelli
Che questo libro sia inizialmente stato scritto dall’autore - italiano, italianissimo - in portoghese è un dato biografico che può interessare i cultori di Tabucchi. Ma forse non è solo un dato biografico, è quasi un manifesto di una vita intera, perché Requiem questo libretto che come sottotitolo reca “Un’allucinazione”, è un vagabondaggio molto trasognato in una Lisbona estiva. Un peregrinare da un molo di Alcantara al Cimitéiro dos Prazeres, dallo Chiado a praça da Ribeira in attesa che avvenga questo incontro con un poeta portoghese defunto. Ora, questo non è certo un libro di viaggio, però è un libro che ispira e trascina in certe atmosfere di Lisbona che il successo turistico di questi anni hanno forse compromesso, tra navi da crociera che sbarcano turisti in ciabatte e Tuk Tuk che li scorrazzano nelle vie strette e ripide. Però se si cerca bene, da qualche parte intorno al porto, affacciati a qualche miradouro ancora si coglie.
A Lisbona con Antonio Tabucchi, di Lorenzo Pini, Giulio Perrone editore
È ben possibile che prima del successo globale di Cristiano Ronaldo qualcuno si sia avvicinato al Portogallo leggendo un libro di Tabucchi, più che altro quel Sostiene Pereira che ha la faccia di Marcello Mastroianni e della sua ultima interpretazione cinematografica. Probabile che una volta letto quel romanzo pubblicato nel 1995 il lettore abbia deciso di andare a vedere com’è questa Lisbona che Tabucchi racconta, cercando di trovare un posto al Café Orquidea per assaggiare una omelette alle erbe e una limonata in compagnia di Pereira. Lorenzo Pini, che è anche autore delle Guide Verdi dedicate a Lisbona e al Portogallo del Touring, ha fatto proprio questo: si è messo a girare Lisbona in compagnia degli scritti di Tabucchi, costruendo un viaggio nella città che è un viaggio (e un omaggio) a un’intera opera letteraria.
The Passenger, Iperborea
Difficile che sulle pagine dei quotidiani italiani si scriva di Portogallo, al massimo se ne parla quando la nazionale di calcio vince qualche titolo o quando quell’eroe nazionale contemporaneo che è Cristiano Ronaldo sbarca in Italia. Il numero monografico di The Passenger colma un vuoto raccontando le mille sfaccettature del Portogallo di oggi, che non è più la Bella (e povera) addormentata sulle rive dell’Atlantico, ma un Paese in piena rinascita che costruisce la sua personale via agli anni Duemila: un Paese problematico, dove c’è una mafia che gestisce la raccolta delle vongole e gli incendi che devastano le campagne, ma anche una rinascita musicale legata all’immigrazione dalle ex colonie e posti remoti e inaspettati, nell’estremo Nord.
Lisbona. Libro di bordo, di Josè Cardoso Pires, Feltrinelli
Asciutto e sonoro è questo libro di bordo dove Josè Cardoso Pires, scrittore portoghese che in Italia non ha avuto successo alcuno, si imbarca in una navigazione della città dove è nato e ha sempre vissuto. Un libro per chi Lisbona forse la conosce, e anche bene, perché descrive una “città posata sul Tago come una città che sta navigando". Un libro che fa emergere lo spirito del luogo, o forse quello che era ai tempi in cui è stato scritto, nel 1997, l’anno prima dell’Expo di Lisboa, data che segna il grande cambiamento – architettonico e di prospettive verso il resto d'Europa e del mondo – della capitale portoghese e il suo ingresso nella contemporaneità.
Lo splendore del Portogallo, di António Lobo Antunes, Feltrinelli
Sepolto José Saramago, António Lobo Antunes è considerato il più importante scrittore portoghese vivente. Una notazione giornalistica che a lui non farà certo piacere, perché difficilmente si considera secondo a qualcuno. Però, va detto, rispetto a Saramago è di più difficile lettura, per via della sua prosa barocca, spesso labirintica, e per un amore per la parola che alle volte si perde nel suo stesso amore. Così anno dopo anno i romanzi sono letture sempre più difficili da portare al termine. E sarebbe meglio, più efficace, leggere i corsivi che pubblica settimanalmente su "Publico" per soddisfare la sete di belle parole e capire la sua visione di Lisbona. Però le pagine regalano sprazzi di alta letteratura, giri di parole, combinazioni di frasi che valgono un libro intero; combinazioni che si rimane ammirati e un po’ pensosi a chiedersi come le abbia potute partorire. Questo “Lo splendore del Portogallo” è più leggibile di altri (il migliore tradotto in italiano è forse In culo al mondo) ed è un buon saggio – come al solito incurante della punteggiatura – della sua scrittura e di uno dei suoi argomenti d’elezione: le dure guerre coloniali portoghesi e il complesso processo di decolonizzazione.
Sul Portogallo, di Fernando Pessoa, Diabasis
Ci sono Paesi al mondo in cui lo sport nazionale degli intellettuali sembra sia quello di riflettere sul destino della propria Nazione e sul suo ruolo sul palcoscenico della storia, quasi che lo studio della psicologia del Paese fosse una disciplina obbligatoria: il Portogallo è di certo tra questi. E Fernando Pessoa, il più rappresentativo dei suoi scrittori, al destino del Portogallo, al suo passato splendore e alla sua difficile collocazione nel Novecento ha dedicato pagine e pagine, sparse nelle centinaia di scritti emersi dal suo baule e qui raccolte in una antologia inedita.

LIBRI DI VIAGGIO, I NOSTRI CONSIGLI
- Otto libri sul Giappone da portare in viaggio
- Otto libri su Lisbona e il Portogallo da portare in viaggio
- Dieci libri di viaggio da portare in vacanza
- La rinascita degli atlanti: dodici titoli da non perdere, tra mappe e bandiere