Per le prossime due settimane Milano è la capitale della creatività italiana e mondiale tra arte contemporanea e design. Dal 5 al 7 gli spazi di Fieramilanocity al Portello sono occupati da galleristi e artisti per il MiArt, la fiera dell'arte contemporanea, uno degli eventi più importanti del panorama italiano. Un'occasione importante non solo per i collezionisti, ma anche una vetrina per scoprire vecchie e nuove leve, una accanto all'altra, e magari sognare di poter fare un investimento, un giorno.

La Fondazione Nicola Trussardi coglie l'occasione per regalare agli appassionati anche un piccolo festival nelle serate dal 3 al 6 aprile. Negli spazi dell'affascinante teatro Arsenale si alterneranno performance, concerti, intermezzi e pièce teatrali. Ogni sera dalle 22 alle 24 la manifestazione Liberi tutti darà quindi spazio ad artisti internazionali magari poco conosciuti al pubblico italiano. Si comincia il 3 con i Getilin, gruppo di artisti viennesi, che presentano Ritrattto analitico, una performance a sorpresa che coinvolge anche gli spettatori. Giovedì 4 va in scena Darren Bader con tre incursioni musicali mirate a destrutturare le Quattro stagioni di Vivaldi e le Gnossiennes di Satie che, incredibilmente, diventano perfette anche per far ballare il pubblico. Il 5 tocca all'artista isrealiana Keren Cytter che propone Show real drama, una performance teatrale già presentata alla Tate Modern di Londra lo scorso autunno. Chiude la rassegna The Pentothal analyses, progetto del berlinese Thomas Zipp, che coinvolgerà anch'esso il pubblico.

L'ingresso alle serate è gratuito. Non resta che lasciarsi andare e riorganizzare l'agenda. È solo l'inizio, ma si sa che chi ben comincia...

Giacomo Parravicino ebbe la sua formazione all'accademia ambrosiana. I suoi primi lavori furono eseguiti presso il paese natale a partire dall'anno 1687. Di seguito operò al Duomo di Milano ove dipinse i quadri del Santissimo Sacramento e dei miracoli di San Carlo. Sempre a Milano realizzò la decorazione della chiesa di S. Alessandro (i cui restauri stanno cominciando in questi giorni) verso il 1695, dove ebbe modo di collaborare con i fratelli Gerolamo e Giovan Battista Grandi, che lo seguirono anche in molti lavori successivi.

La squadra così composta infatti operò alla chiesa parrocchiale di Chiuro e presso la chiesa di S. Calimero di Milano, precisamente all'oratorio di S. Michele. Successivamente realizzarono le tredici lunette del chiostro del convento di Sl. Francesco di Trecate. L'opera più nota del Gianolo resta la decorazione della cupola della basilica di S, Maria della Croce di Crema su incarico dei Carmelitani Scalzi.