Come ogni anno, l'Unesco sta decretando in questi giorni i nuovi siti che entrano a far parte della World Heritage List, ovvero la prestigiosa lista dei Patrimoni dell'Umanità. Ricordiamo che per essere incluso in questa lista, un sito deve presentare valori di universalità, unicità ed insostituibilità (nel caso andassero perduti) stabiliti dalla Convenzione Unesco. Com'è andata all'Italia, che vanta il record di siti Unesco al mondo?

IVREA CITTÀ INDUSTRIALE DEL XX SECOLO, IL SITO ITALIANO
Per l'Italia la new entry è una (sulle due nominate quest'anno) ed è in Piemonte, regione italiana che può vantare già quattro dei 53 siti iscritti nella lista Unesco (si tratta di siti diffusi sul territorio: Residenze sabaude, Sacri monti, Siti palafitticoli, Paesaggi vitivinicoli di Langhe e Monferrato). Il nuovo sito è denominato "Ivrea città industriale del XX secolo" ed è un sito che sorprenderà più d'una persona: entra a far parte della World Heritage List non un centro medievale, non una meraviglia naturale, ma un insieme di edifici "moderni", che non hanno più di cent'anni.

Eppure, quello di Ivrea è davvero un complesso unico. Una "città industriale", come dice il nome stesso del sito, che venne concepito tra il 1930 e il 1960 da Adriano Olivetti, secondo quello che allora era un disegno alternativo all'urbanizzazione del periodo. Olivetti, infatti, non solo fu tra i primi a dare una risposta diversa alla questione della regolazione urbana, realizzando un modello basato su un sistema sociale e produttivo ispirato alla Comunità, ma ebbe anche l'idea di realizzare un complesso progettato dai più famosi architetti e urbanisti italiani nel Novecento - a portare la loro firma sia le aree propriamente industriali, sia quelle destinate alla residenza e ai servizi sociali.
 

In poche parole, Ivrea diviene in quegli anni il fulcro delle più avanzate riflessioni in campo industriale e socio-economico, architettonico e urbanistico. Ecco perché l'Unesco ha voluto premiarla. L'area, visibile nella mappa sotto (credito: ivreacittaindustriale.it) è quella lungo l’asse di Corso Jervis, sede degli edifici per la produzione, per i servizi sociali destinati alla fabbrica e alla città e per le residenze, tra gli esempi più significativi della politica innovativa varata dalla Olivetti. 
 

27 EDIFICI, UN'ARCHITETTURA INNOVATIVA
L’ area divenuta sito Unesco a Ivrea è composta da 27 beni tra edifici e complessi architettonici: come richiede l'Unesco, sono caratterizzati tutti da autenticità e integrità, visto che hanno conservato i caratteri architettonici dei progetti originari, compresi gli spazi esterni, che fanno parte integrante dell’originalità dei progetti. La permanenza delle funzioni permette ancora oggi di "leggere" i progetti e le realizzazioni che hanno dato concretezza nel tempo a questo modello sociale e culturale, oltre che industriale/urbano, del tutto inedito.

Si parte dalle originarie Officine Olivetti del 1896 per passare ai successivi ampliamenti e collegamenti sorti fra il 1939 e il 1962, agli edifici che ospitavano il Centro Studi ed Esperienze e la Centrale Termoelettrica, a quelli della mensa, dei servizi sociali e dell’asilo nido, alle case del Borgo Olivetti e del Quartiere Castellamonte, ai due Palazzi Uffici, e all’Unità Residenziale di Ivrea Centro.

OLIVETTI E IL SOGNO DELL'UMANESIMO CAPITALISTA
Qualche cenno sulla storia straordinaria di Olivetti e di Ivrea. È il 1911 quando all'Esposizione universale di Torino viene presentata la M1, il primo modello di macchina per scrivere uscito dalle officine della Olivetti di Ivrea, che l'ingegner Camillo Olivetti aveva costituito tre anni prima. Vent'anni dopo la produzione raggiunge i 13mila pezzi l'anno e l'Olivetti si fa conoscere in tutto il mondo. Del 1932 è il primo modello portatile; mentre le versioni elettriche si affiancano a quelle meccaniche, la produzione si estende a telescriventi e calcolatrici.

Alla rapida espansione della Olivetti dà un fondamentale contributo Adriano, figlio di Camillo. Nel dopoguerra guida l'azienda ad affermarsi come leader nella tecnologia meccanica dei prodotti per l'ufficio. Adriano non è un semplice imprenditore: all'attenzione per l' sviluppo e l'innovazione tecnologica, unisce la passione per il design industriale. Ma un altro progetto gli sta a cuore: al concetto capitalistico di impresa unisce quello di comunità. Sensibile alle problematiche sociali del lavoro, e del rapporto tra azienda e territorio, avvia la costruzione di nuovi stabilimenti e uffici, ma anche di case per dipendenti, mense, asili, servizi sociali. Attorno alla sua figura di imprenditore-intellettuale e alla sua utopia di umanesimo capitalista si raccolgono architetti e urbanisti, letterati e artisti che fanno dell'Olivetti e di Ivrea uno straordinario laboratorio di idee e progetti, solo in parte realizzati. La morte, nel 1960, segna la fine del periodo di innovazione.


 

IL PERCORSO DI CANDIDATURA DI IVREA

Erano dieci anni che Ivrea stava lavorando alla candidatura all'Unesco. Tutto era cominciato nel 2008, anno delle celebrazioni del Centenario della nascita della Società Olivetti. Il Comitato Nazionale costituito appositamente era stato promosso dalla Fondazione Adriano Olivetti in collaborazione con il Comune di Ivrea e il Politecnico di Milano; in quattro anni, ha consolidato la riflessione sul tema della valorizzazione del patrimonio architettonico moderno di Ivrea e ha guidato alla candidatura di Ivrea come “Città Industriale del XX secolo”.
Nel 2016 il dossier e il piano di gestione sono stati trasmessi dallo Stato Italiano all’Ufficio del Patrimonio Mondiale Unesco che ne ha verificato la completezza. La valutazione di Icomos, organo consultivo di Unesco, è iniziata nel 2017 e proseguita nel 2018.

INFORMAZIONI
Per maggiori informazioni, il sito web dedicato è www.ivreacittaindustriale.it - da cui sono state tratte le immagini pubblicate in questa pagina. Complimenti a Ivrea!