In tempo di Europei di calcio, quella giocata tra città e "aree rurali" è una partita che non sembra destare grandi interessi perché il risultato pare scontato. Rimettiamo la palla al centro, però, e riaccendiamo i riflettori. Perché qualcosa potrebbe cambiare.

IL 60% DELL'ITALIA

Molte aree rurali, montane e centri minori sono state oggetto nella seconda metà del secolo scorso di un lungo e progressivo abbandono in favore delle aree urbane. Uno spopolamento che nel tempo ha portato a una riduzione dei servizi locali e a costi sociali per tutta la nazione: dai dissesti idrogeologici al degrado del patrimonio culturale e paesaggistico.
 
Questi territori rappresentano circa il 60% dell’Italia e sono la casa di oltre 13 milioni di persone (circa un quarto della popolazione nazionale). Sono stati definiti “Aree Interne” perché distanti dai poli di offerta dei servizi essenziali (istruzione, salute, mobilità) e oggi al centro dell’omonima Strategia Nazionale la cui stella polare è l’inversione del trend demografico negativo per ridurre i costi dell’abbandono del territorio. Due i principali cardini su cui la strategia fa leva: il miglioramento dei servizi alla persona e l’innesco di processi locali virtuosi di sviluppo.


IL SEMINARIO DELL'AQUILA

Tra questi ultimi, il turismo emerge spesso come elemento significativo ed è stato infatti il tema del seminario che si è recentemente svolto a l’Aquila (31 maggio-1 giugno) presso la sede del Gran Sasso Science Institute. Vi hanno partecipato diversi esperti di turismo per avviare un confronto su temi, approcci e problematiche connessi alla costruzione di una coerente strategia nelle aree interne fornendo al contempo strumenti per una valutazione oggettiva delle potenzialità effettive in termini di attrattività e sistemi di offerta.

Nel panel anche il Touring Club Italiano che con il direttore del suo Centro studi Massimiliano Vavassori ha portato al tavolo le riflessioni dell’associazione in proposito e le attività in corso, prima su tutte il progetto Bandiere Arancioni (nella foto sopra, Visso; nella foto sotto, Lama dei Peligni).
Apprezzatissimo anche l’intervento del prof. Marco Frey, Ordinario alla scuola superiore Sant’Anna di Pisa e consigliere Touring.
 

Durante le due giornate l’Agenzia per la Coesione Territoriale, soggetto che governa il processo, ha presentato con Sabrina Lucatelli lo stato di avanzamento e un primo bilancio della Strategia Nazionale _x001F_Aree Interne (lanciata a fine 2012 e condivisa con Regioni, Province e Comuni). La chiusura dell’evento è stata affidata all’ex-ministro Fabrizio Barca, dirigente generale del Ministero dell’economia. Ad oggi sono 65 le aree progetto selezionate in tutta Italia e su 20 di queste è stato avviato il percorso per l’attuazione della strategia il cui scopo è identificare insieme a chi vive in questi territori le idee-guida per il futuro.
 
La partita è impegnativa. E noi facciamo il tifo (anche) per le aree interne.
Per maggiori informazioni: www.agenziacoesione.gov.it/it/arint