La situazione politica in Catalogna cambia di ora in ora ed è molto difficile prevedere che cosa accadrà nei prossimi giorni, figuriamoci nei prossimi mesi.
Il mondo dei viaggi però già si interroga sul futuro della regione più visitata della Spagna, e alcune risposte indirette sono già arrivate: il clima attuale sta scoraggiando il turismo interno e internazionale. A questo probabilmente ha contribuito anche l’attentato terroristico del 17 agosto 2017, quando un furgone investì sulle Ramblas centinaia di persone uccidendone 13. La tensione e gli scontri nel giorno del voto per l’indipendenza hanno di nuovo posto sotto i riflettori Barcellona. E la luce non è stata rosea.
LE PRIME CONSEGUENZE
Le prenotazioni nei cinema sono calate del 50% e nei teatri del 70% (il Liceu, il tempio dell'opera catalana, segnala un calo del 30%). I musei iniziano a registrare l’annullamento di visite guidate da parte di gruppi di turisti che hanno cancellato il viaggio a Barcellona. Alcuni congressi ed eventi di settore sono stati annullati, e banche storiche della regione come Banco Sabadell e CaixaBank hanno trasferito la sede centrale da Barcellona ad altre città spagnole.
«Nel caso in cui si prolungassero, le tensioni politiche in Catalogna potrebbero minare la fiducia negli investimenti e nei consumi» avverte il Fondo Monetario Internazionale. Anche uno dei più importanti quotidiani spagnoli, El País, registra la preoccupazione degli operatori commerciali in una città che deve una buona fetta del suo Pil al turismo.
LA PREFERITA DEGLI ITALIANI
Marta Teixidor, direttrice del Catalan Tourism Board, da noi interpellata, è di diverso avviso: «Il turismo in Catalogna continua con il normale ritmo di questa stagione: le infrastrutture e i servizi di accoglienza, le esperienze culturali e ricreative sono tutti pienamente operativi. Le escursioni vengono effettuate normalmente e la mobilità è completamente garantita. I turisti continuano ad arrivare, confermando come la regione sia una meta amata dagli italiani soprattutto in primavera e in inverno.»
La Catalogna infatti è la prima destinazione turistica spagnola con quasi 18 milioni di arrivi internazionali, 4 dei quali dall’Italia, per un indotto economico di 77.625 milioni di euro l’anno (3.047 milioni di euro spesi degli italiani, dati 2016). Il 30% di quei 4 milioni, ovvero un milione e duecentomila italiani va ogni anno a Barcellona e dintorni: più di Baleari (17%) e Canarie (11%) messe insieme.
I VOLI PER CAPODANNO COSTANO MENO
Comunque si evolva, la situazione attuale non giova al turismo. Ma d’altro canto, non c’è nessun motivo ufficiale o ufficioso per sconsigliare un viaggio a Barcellona. La città è una delle mete più gettonate dagli italiani anche per Capodanno, ma a consultare oggi i siti dei voli low cost, è diventata economica: sarà un caso, ma Londra, Parigi, Berlino e la stessa Madrid costano mediamente 160 euro a/r, Barcellona è di poco sopra i 100 euro.
Insomma, non solo non serve controllare se da qualche parte abbiamo ancora pesetas, come qualche buontempone ha ipotizzato sui social, ma forse potrebbe essere l’occasione buona per visitare la città di Gaudì: gli aeroporti funzionano regolarmente, i voli costano meno e sembra che i venti autonomisti non renderanno questo inverno più freddo degli altri. «La Catalunya è e sarà sempre una destinazione accogliente e sicura; a livello turistico la destinazione è completamente funzionante e noi non abbiamo mai smesso di promuoverla e di incoraggiare tutti gli italiani affinché vengano a trovarci», conclude Marta Teixidor.