Si sono tolti il cappello d’ordinanza, hanno indossato il casco blu, simbolo dell’Onu, e sono diventati con la benedizione dell’Unesco gli Unite4heritage: una task force mondiale a cui l'Italia ha deciso di dare il suo contribuito attraverso l'opera di trenta militari scelti fra i Carabinieri dello storico Nucleo tutela del patrimonio culturale e di altrettanti civili professionisti dell’arte, dell’architettura e del restauro. Il loro compito è intervenire “scientificamente” tramite l’Unesco nelle aree calde del mondo, su richiesta di uno Stato che sta affrontando una crisi o è colpito da una catastrofe naturale.

GLI OBIETTIVI DEI CASCHI BLU DELLA CULTURA
La nuova formazione stimerà i danni subiti dal patrimonio culturale, pianificherà le misure da prendere per la sua salvaguardia e fornirà la supervisione tecnica per contrastare il saccheggio di beni culturali. Un’operazione che puntualmente avviene, dopo che si sono spenti i riflettori sulla scena dei monumenti in macerie, che serve a finanziare l’industria del terrorismo con la loro vendita sul mercato clandestino internazionale.
I nostri 007 dell’arte, che in 47 anni di azioni sul territorio, hanno portato a casa lusinghieri risultati, recuperando un milione e centomila reperti trafugati e sequestrando oltre 300 mila falsi d’autore, metteranno dunque per primi la loro esperienze al servizio dei beni artistici più a rischio del pianeta, in nome del dialogo e del pluralismo culturale.

Un'urgente necessità a cui l’Unesco stava cercando di porre rimedio e che la task force – nata da un’idea del ministro Dario Franceschini, votata per acclamazione da 53 paesi aderenti all’Unesco e supportata nel nostro Paese dai dicasteri della Difesa, dell’Istruzione e degli Esteri – ha subito interpretato.

«Siamo il primo Paese – ha dichiarato il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini – che mette a disposizione dell’Unesco una task force completamente dedicata alla difesa del patrimonio culturale mondiale».

UN IMPERATIVO MORALE
Gli Unite4heritage avranno dalla loro anche il Centro internazione di formazione e ricerca sull’economia della cultura e del patrimonio mondiale, di nuova costituzione a Torino sempre sotto l’egida dell’Unesco, e in un futuro prossimo la partecipazione di altri Paesi perché “la tutela del patrimonio culturale è – come ha dichiarato il ministro Paolo Gentiloni - un imperativo morale e umatnitario e come tale deve coinvolgere tutta la comunità internazione”.
Unite4heritage non poteva non venire dal nostro Paese, culla dell’arte, giardino d’Europa, in testa con 51 siti per il maggior numero di beni culturali protetti dell’Unesco, al centro di quella parte di mondo, che ritiene che “una nazione è viva quando è viva la sua cultura” (frase che fu scritta su un drappo di velluto appeso sopra l’ingresso del Museo nazionale dell’Afganista a Kabuk nel 2002 in segno di opposizione e di sfida agli aggressori).
 
L’Italia è sempre la migliore quando fa l’Italia e mette in campo le risorse più preziose che ha, l’arte e la cultura.