Fino a oggi si era sempre pensato che il primo porto di Napoli fosse davanti al Maschio Angioino. Ora una scoperta archeologica subacquea straordinaria potrebbe rivoluzionare la storia del primo insediamento di Napoli, la città greca di Parthenope. 

Grazie anche a un finanziamento della Università Iulm di Milano, l'archeologo napoletano Filippo Avilia ha studiato nel tratto di mare vicino a Castel dell'Ovo varie strutture di tufo che fanno pensare a un attracco arcaico. Si tratta di quattro tunnel sommersi, una strada larga tre metri che presenta ancora i solchi scavati dai carri e una lunga trincea; tutti reperti databili circa a 25 secoli fa, quando il livello dell'acqua era più basso (tanto che l'isolotto di Megaride, su cui sorge oggi Castel dell'Ovo, era una penisola). Forse quei reperti a meno di dieci metri di profondità erano parte di un porto? 

Mario Negri, rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione Iulm di Milano, ha detto ai microfoni durante la presentazione della scoperta: “Guardando Castel dell’Ovo a destra, ci si butta in acqua, si nuota per un po’ e sotto 10 metri ci sono delle fondazioni che potrebbero, sottolineo potrebbero, essere le tracce archeologiche del primo porto di Napoli. Siamo proprio al momento fondativo di questa straordinaria città”.

Potrebbe essere l'avvio di un ripensamento della storia della Napoli greca. Così ha detto Giovanna Rocca, direttrice del dipartimento di Studi Umanistici all’Università Iulm: “Un primo insediamento greco che rivoluziona un po’ tutta la cronologia dell’insediamento. Cronologia che dovrà essere rivalutata alla luce delle fonti antiche che dovranno essere riassemblate e riviste in chiave culturale”.
E c'è chi già inizia a pensare anche a una fruizione turistica, come Luciano Garella, direttore della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Comune di Napoli: “Io trovo che sia veramente singolare e divertente e anche una sfida questa della ricerca subacquea: atteso che la scoperta abbia questa importanza, ci sarà la necessità di studiare un tipo di turismo anche subacqueo”.

Le ricerche sottomarine riprenderanno a maggio con una verifica lungo tutto l'isolotto per scoprire resti di altri insediamenti.