Quest'anno il pezzo forte di Collisioni è il concerto di Elton John – stavo per scrivere John Lennon – in un prolungamento del festival, martedì 9 luglio alle 21.30 sulla piazza Rossa. Naturalmente non esiste una piazza rossa a Barolo, dove l'unica cosa rossa ormai è il vino, ma la toponomastica viene semplificata e indicata cromaticamente per facilitare la logistica. C'è poi l'arrivo a sorpresa di Roberto Saviano (sabato 6 luglio, alle 18.30), forse già previsto da tempo ma annunciato all'ultimo per motivi di sicurezza. Poi Gianna Nannini (sempre sabato ma alle 21.30) e il premio Nobel per la letteratura V. S. Naipaul (domenica 7 luglio, alle 14), nativo di Trinindad. Da non perdere l'americano David Sedaris, autore di libri esilaranti come Me un giorno parlare bello, che dialogherà con Lella Costa (domenica alle 18). E Fabri Fibra (domenica 7 alle 22) sulla piazza Rossa.

Collisioni, il festival o meglio la festa di musica e letteratura che si tiene il primo weekend di luglio a Barolo, nasce nel 2009 per reazione spontanea e un po' selvaggia allo scandalo del conterraneo Grinzane-Cavour. Lo storico premio è difatti salito alla ribalta della cronaca giudiziaria proprio quell'anno per vari capi d'accusa nei confronti del patron Giuliano Soria, condannato da poco per avere utilizzato fondi pubblici – destinati alla manifestazione - a fini privati e altri reati connessi. La spinta a fare qualcosa di diverso – non solo nella trasparenza ma anche nel carattere popolare e aperto a tutti, in particolare ai giovani – ha mosso un gruppo di trentenni di Alba alla folle e disperata impresa di mettere in piedi una manifestazione nonostante le difficoltà economiche degli ultimi tempi e la mancanza di santi in paradiso e in politica.

Le prime edizioni del festival Collisioni, il cui nome richiama il carattere trasversale tra musica, letteratura e altre forme artistiche, ma anche un'impronta anarchica e casinara, si sono svolte a Novello mentre dall'anno scorso la sede è Barolo. Sempre un piccolo borgo delle Langhe ma molto più noto – anzi il più noto - nonché più attrezzato per ricevere migliaia di persone (l'ultima edizione ha raggiunto quota 70mila presenze). Certo meno “selvaggio” dell'altro – e l'ingresso non è più gratuito ma a un prezzo pur sempre basso e accessibile -, in fondo crescere vuol dire responsabilizzarsi e accettare dei compromessi. Il carattere “sociale” oltre che aperto e alla buona della manifestazione – in contrasto con quello chiuso ed elitario di molti altri eventi culturali – si respira vivendo l'atmosfera del festival e resta forse la cosa migliore. Per la prima volta nel 2011 Barolo, questa minuscola mecca del rosso pregiato e invecchiato, si è trasformata in un incrocio tra Woodstock, un'Oktoberfest del vino e il festival della letteratura di Mantova – ma molto più Woodstock che tutto il resto -, con torme di giovani e meno giovani sparsi tra le viuzze e le colline in attesa del concerto di Patty Smith che cantava “People have the power”. La gente comune può cambiare qualcosa se non il mondo e questo festival, senza cadere nella solita retorica da due soldi, ne è la dimostrazione, anche se solo per lo spazio di un fine settimana d'estate.

Siccome gli sponsor, pubblici e privati, scarseggiano sempre di più, gli organizzatori coinvolgono diverse strutture ricettive della zona – piccoli alberghi, ristoranti e cantine – per accogliere gli ospiti creando un clima di convivialità e socializzazione diffusa. Il “progetto Giovani”, che coinvolge diversi gruppi di ragazzi, anche provenienti da zone disagiate del Sud - invitandoli e ospitandoli -, rappresenta l'anima sociale del festival e magari aiuta a convincere diverse star a venire tra le colline di Barolo piuttosto che in qualche manifestazione più consolidata e patinata. Certo anche un giro nelle Langhe, per loro come per gli spettatori, non è da buttare via. Il cartellone, realizzato dal 37enne art director Filippo Taricco, che lavorava a Torino in ambito teatrale, non è mai troppo sofisticato o snob ma dà anche spazio anche a eventi letterari di livello internazionale: quest'anno c'è lo scrittore inglese Ian McEwan (sabato 6 luglio alle 15.30) e l'anno scorso ricordo il grande Don DeLillo. Mica Coelho o Dan Brown.

Nell'ottica di una valorizzazione del territorio, da cui non si può né si deve prescindere, si è rafforzato nel corso del tempo il cartellone che riguarda la sezione Collisioni enogastronomiche. I gruppi di ragazzi che vagano per le vie di Barolo non sono certo il normale tipo di persone che è normale incontrare qui a fare degustazioni verticali di nebbiolo ma si ispirano al genius loci comprandosi una boccia di qualche cantina locale e magari mangiando in una trattoria. Anche i posti storici hanno bisogno di rinnovarsi, sia pure in un paese che non è per vecchi. Tra gli ospiti previsti Philippe Daverio che terrà una dissertazione sulla storica pubblicità della cedrata Tassoni che aveva per protagonista Mina (domenica alle 16.30). Ci sarà anche la direttrice di Decanter, forse la principale rivista mondiale di vino, Sarah Kemp (sabato 6 luglio alle 12).

L'anno scorso tra i più apprezzati e acclamati – a parte la superstar Bob Dylan che è arrivato e se ne è andato, dopo avere bevuto fiumi di Coca Cola insieme alla band, senza integrarsi con la manifestazione, troppo preso dal tour (de force), di cui Collisioni era l'unica tappa europea – ci sono stati Niccolò Ammaniti e Carlo Verdone. Verdone presentava il libro autobiografico La casa sopra i portici. Ammaniti ha letto integralmente un racconto della raccolta Il momento è delicato, quello dove racconta del tipo che rimane a casa da solo d'estate e distrugge mezza casa nonché se stesso per cercare di eliminare le tracce della scappatella con l'amante. Sedaris invece non ha potuto leggere un bel niente perché, arrivato in Italia, si è reso conto di non avere il passaporto in regola e di dover tornare negli Stati Uniti. Materia per un racconto tragicomico dei suoi magari. Quest'anno ci riprova. Chissà se, come l'anno scorso, ha chiesto di poter avere un'asse da stiro in camera. Perché stirare lo rilassa.