Ci sono invasioni e invasioni. Quella dei musei statali italiani registrata durante l’anno appena concluso è di quelle che fanno piacere. Secondo i dati diffusi dal Mibact gli oltre 400 musei statali italiani hanno fatto il pieno. Con oltre 43 milioni di ingressi il 2015 infatti è stato l’anno migliore dal 1996.

Campione di ingressi come sempre il Colosseo con 6.551.046 ingressi, + 6% rispetto al 2014. Al secondo posto gli scavi di Pompei, che crescono del 12%, ovvero 312mila ingressi che portano il totale a 2.934.010. Terzi gli Uffizi fiorentini, che nonostante il numero chiuso crescono del 2% e sfiorano i 2 milioni annui. Nei primi dieci si trovano poi le gallerie dell’Accademia e il circuito museale Boboli/Argenti a Firenze, Veneria Reale e il rinnovato museo Egizio di Torino (cresciuto del 33% dopo la riapertura di maggio). E la reggia di Caserta, che cresce del 16% fino a 487mila ingressi.

I DATI DEL MIBACT
«I visitatori dei musei italiani sono cresciuti del 6%, ovvero 2,5 milioni di persone in più. Gli incassi sono cresciuti del 14% (+ 20 milioni), mentre gli ingressi gratuiti sono cresciuti del 4% di 900mila unità» ha spiegato il ministro della cultura Franceschini nell’illustrare la classifica. «Siamo in controtendenza rispetto all’estero, grazie anche alle nuove politiche di valorizzazione, prima fra tutte le domeniche gratuite, gli italiani sono tornati a vivere i propri musei» ha aggiunto Franceschini. Una crescita che riguarda anche musei e aree archeologiche che si trovano in località meno frequentate, come Villa d’Este a Tivoli, che arriva a 439mila visitatori, gli scavi di Ercolano e Osti Antica o il complesso di Paestum.
IL PIENONE DEL COLOSSEO
Una crescita che in alcuni casi porta le strutture vicino alla soglia massima di accoglienza: oltre la visita non è più un piacere ma un supplizio. Così se agli Uffizi il numero chiuso è stato introdotto diversi anni fa, il Colosseo con i suoi 6 milioni e mezzo di visitatori rischia di essere saturo. Per questo si sta pensando di introdurre biglietti a fasce orarie, in modo di distribuire al meglio la pressione. «Stiamo pensando a diversificare i costi per fasce orarie, in modo da aumentare il costo nelle ore di maggior afflusso» ha dichiarato Rossella Rea, direttrice dell’anfiteatro Flavio. Altrimenti bisognerà chiamare i gladiatori a gestire l’ordine pubblico.