Ci risiamo! Torna alla ribalta delle cronache la questione mai risolta sul confine di Stato fra Italia e Francia sul Monte Bianco. La notizia è recentissima: due guide alpine francesi mandate dal sindaco di Chamonix Eric Fournier hanno messo una transenna che non permette ai turisti giunti dall'Italia con la nuova funivia di mettere piede sul ghiacciaio adducendo il motivo che in quel punto passa il confine di Stato ed è opportuno che i turisti non attrezzati non si avventurino tra i pericoli offerti dall'alta quota e dal ghiacciaio.
In effetti poter arrivare a quasi 3500 m senza alcuna difficoltà da parte dei turisti pone seriamente il problema di tutelare la salute dei più sprovveduti che potrebbero prendere sottogamba l'avventurarsi sul ghiacciaio. Ma le posizioni italiane e francesi al riguardo sono molto distanti: per il Comune valdostano di Courmayeur chi mette piede sul ghiacciaio lo fa a suo rischio e pericolo; per Chamonix invece non si deve comunque varcare il limite del ghiacciaio.
Le due diverse normative non farebbero cronaca se non fosse che il divieto dei francesi si attua in territorio italiano e quindi, per il sindaco di Courmayeur Fabrizia Derriard è illegittimo; di parere opposto ovviamente il Comune di Chamonix che ritiene invece di legiferare legittimamente in quanto quel territorio è già Francia! Qui sopra, sulla carta Tci al 1:200.000 la situazione vista dall'Italia.
La diatriba è quindi ancora una volta sul confine di Stato Italia-Francia che secondo l'Italia passa sulla cresta spartiacque coerentemente con il trattato nel 1860, mai modificato, che stabilì la cessione della Savoia alla Francia. Al contrario, i francesi, dal 1865, affermano arbitrariamente che il confine non è sulla cresta, ma 300 m più in basso, in modo da tenersi tutta in Francia anche la massima vetta della montagna (4810 m).

Nella foto sotto, la linea rossa indica il confine di Stato secondo la Francia. La linea gialla, sulla cresta, il confine secondo l'Italia.

Ai turisti che giungono in alta quota con la nuovissima funivia Sky Way (tra l'altro molto invidiata dai francesi che in luglio non hanno nemmeno partecipato all'inaugurazione) suggeriamo, indipendentemente dai divieti, di non avventurarsi sul ghiacciaio senza esperienza e adeguata attrezzatura. Lasciamo che il varco contestato sia accessibile solo agli alpinisti.
Per quanto riguarda invece il discusso confine di Stato, in attesa di una soluzione definitiva e chiarificatrice, riportiamo quanto scrissero nel 2012 sulla rivista Touring i coniugi Laura e Giorgio Aliprandi, tra i più preparati studiosi di cartografia storica delle Alpi: «Vogliamo quindi ribadire che la cima del Monte Bianco è italo-francese: lo è dal 1860 e nessun trattato fra i due Stati è stato sottoscritto successivamente per una modifica dei confini. Nemmeno nel 1947, dopo la seconda guerra mondiale».
E aggiungiamo che anche precedentemente al 1860, quando il Monte Bianco faceva parte di un unico Stato, la suddivisione interna fra le province sabaude (Ducato di Savoia e Ducato di Aosta) faceva passare il confine amministrativo sullo spartiacque del Monte Bianco. Il che, ancora una volta di più, ribadirebbe la legittimità della tesi italiana sul posizionamento della linea di confine.