Legalità, educazione, salute, sport, patrimonio sentieristico, ambiente naturale-aree protette-siti outdoor, accoglienza e comunicazione: sono principi e obiettivi che hanno guidato la pubblicazione della “Carta etica della montagna”, un documento approvato negli scorsi giorni dalla Giunta regionale del Piemonte.
 

Il tema del momento, che non riguarda solo l’ambiente montano, è la ricerca di un punto di equilibrio tra la tutela dell’ambiente e lo sviluppo dell’economia che lo riguarda. E i dibattiti pubblici si sprecano sull’opportunità o meno di spendersi in grandi opere, di seguire il mantra dell’economia dello sviluppo o seguire il sentiero impervio della “decrescita felice”, citando Serge Latouche. Rimane la certezza che una cultura diffusa del territorio sia un buon punto da cui partire, e sembra che questo documento sia uno strumento divulgativo efficace.
 
L’approvazione della Carta etica da parte della Giunta regionale è stata cercata con pervicacia da Alberto Valmaggia e Augusto Ferrari, nel tentativo di definire dei denominatori comuni tra le esigenze dei principali protagonisti dei territori montani: istituzioni, residenti, professionisti della montagna, così come associazioni, imprese e Club Alpino Italiano.
Neve artificiale sulle piste tra Alagna e Champoluc / foto Getty Images
 
“La montagna, per le sue caratteristiche di innata bellezza, può e deve diventare un patrimonio di tutti, in modo particolare nella nostra Regione, per gran parte ricoperta di alture e scenari diversissimi tra loro – afferma un soddisfatto Alberto Valmaggia, assessore allo Sviluppo della montagna - Anche grazie alla Carta etica e agli importanti investimenti fatti in questi anni, soprattutto sul turismo outdoor, intendiamo operare a vantaggio delle attività sociali ed economiche del territorio montano, con lo scopo di sostenere chi vive in montagna, ma anche promuovere le terre alte quale principale meta del Piemonte”.
 
LA MONTAGNA È TERAPIA
Alle argomentazioni economiche ed ambientali tra le righe del documento emerge un contenuto assai interessante: che ruolo può avere la montagna sulla salute delle persone, fisica e psicologica sin intende. “Dopo aver vissuto negli scorsi mesi l’esperienza della montagna-terapia ho acquisito ancor più la consapevolezza del valore terapeutico del camminare in montagna e di come, a fini terapeutici, possa migliorare la qualità della vita anche delle persone più fragili o problematiche” – dichiara l’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari – “Ma non solo, ha un significato più profondamente umano: aiuta a conoscere meglio se stessi e a condividere positivamente il punto di vista degli altri, opportunità che dobbiamo mettere al servizio di tutte le nostre comunità”. Come a dire che la montagna non è solo un bene comune, ma fa anche bene. Basta provarne un rispetto profondo.
 
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