Questo è il racconto del nostro inviato Stefano Brambilla in Grecia, lungo il "secondo e terzo dito" del Peloponneso. Il live trip è sfociato poi in un articolo pubblicato sulla rivista Touring e in un video su Monemvasia. Ecco i link delle varie puntate.
Puntata 1 – “Dov’è il Mani? Cos’è il Mani?”
- Puntata 2 – “Anche nel Mani sono arrivati i boutique hotel”
Puntata 3 – “Lungo le coste del Mani, tra miti antichi e mare cristallino”
Oggi ho capito perché Monemvasia è ritenuta uno dei luoghi più affascinanti della Grecia. E non è per le ragioni che vi spiegheranno le guide turistiche. O meglio, non solo.
MONEMVASIA, IL VILLAGGIO NASCOSTO
Mi sono spostato di dito: da quello centrale del Peloponneso - che ormai, se mi avete seguito, avrete imparato gioco forza che si chiama Mani - a quello più a est, che non ha un nome vero e proprio, ma in qualche modo si identifica con la sua attrazione principale, l'isola-penisola-villaggio di Monemvasia. Ora, finché non si arriva a Monemvasia non si può capire fino in fondo quanto la sua conformazione sia importante nel renderla unica. Vi potranno aiutare le foto della gallery sopra, specie quella vista dall'alto, presso il villaggio di Foutia (un panorama che vale i mille tornanti): Monemvasia è uno sperone di roccia proteso nel mare, una sorta di balena o di dinosauro spiaggiato, una di quelle genialità di Madre Natura che lasciano a bocca aperta non appena la si vede. Un tempo era un'isola, oggi è una penisola collegata da un ponte. Ma quando si arriva al ponte (vedi la foto dei quadretti colorati), nulla lascia presagire che su uno dei lati dell'isola, ai piedi della falesia, invisibile dal litorale, gli uomini del medioevo nascosero un villaggio. Cinto da mura, inespugnabile. Bellissimo.

MONEMVASIA, CHARME MODERNO E FASCINO ANTICO
Già di per se il luogo vale il viaggio. Ma entrando dalla porta principale del Kastro, come è chiamato il paese, si scopre un mondo a parte. Dove si può solo camminare, le auto sono bandite (i vicoli sono troppo stretti!), e lo si fa con meraviglia continua. Perché se a prima vista tutto è curatissimo, chic e somigliante a una Portofino medievale, con i negozi di gioielli e le gallerie d'arte che si contendono lo spazio, i tavolini dei ristoranti sulle terrazze che guardano il mare, i bar che diffondono musica chill out, poi basta fare una deviazione minima dalla via principale per essere catapultati in un mondo totalmente diverso, dove gli oleandri spuntano dai ruderi delle case, le buganvillee prendono possesso di muri scarnificati dal tempo, i gradini consunti che salgono verso la rocca raccontano storie di ricchezze e rovine. Fianco a fianco, lo charme del moderno e il fascino dell'antico.

MONEMVASIA O MALVASIA?
Monemvasia è piccola, ma più giro, perdendomi e ritrovandomi, salendo in alto sotto il sole cocente, scendendo in basso a rinfrescarmi sugli scogli, più scopro angoli e terrazze, fiori e giardini. Chi ha comprato qui negli anni Cinquanta, quando il villaggio era ormai disabitato, ha fatto fortuna: oggi le case sono ambitissime dalle strutture di charme, anche se ristrutturare qui costa un patrimonio, e ogni lavoro è vincolato (per fortuna) dalla Sovrintendenza archeologica locale. C'è anche un po' d'Italia a Monemvasia: l'antico nome veneziano era Malvasia. Che - indovinate? - è quello che ha dato il nome al ben conosciuto vino. Che - indovinate? - è originario di qui, mica della Sicilia. Quest'anno l'hanno riproposto per la prima volta, dopo tre anni di invecchiamento in botte. Un brindisi a Monemvasia.
INFO
- Per maggiori info, visita www.visitgreece.gr e www.monemvasia.gr, sito completo di ogni informazione e consiglio per la visita.
- Per scaricare l'utilissima app sulla Laconia (di cui fa parte Monemvasia), www.peloguides.com.
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