Sessantanovemila quattrocento ottanta auto alimentate a metano immatricolate nel primo semestre dell’anno. Un’inezia meno di settantamila: il sogno di ogni ecologista con i piedi piantati per terra, visto che il metano, in questo momento, è il carburante a minor impatto ambientale per eccellenza. E che, se nel primo semestre 2009 le auto a metano hanno totalizzato il 6,16% del mercato, sei anni fa (primo semestre 2003) le vettura a gas naturale rappresentavano lo 0,09 % dell’immatricolato.

Grazie agli econcentivi statali il grande pubblico ha cominciato a prendere sul serio i mezzi alimentati a metano. Ma, per un inaccettabile paradosso tutto italiano, quella che continua latitare è la rete di distribuzione del gas naturale per auto. Paradosso nel paradosso, la crescita del numero dei punti vendita non si concentra nelle grandi aree urbane, dove i livelli di inquinamento vorrebbero una conversione imperativa delle aree di servizio.

Nonostante Milano e Roma detengano valori record di congestione e conseguenti emissioni dei gas di scarico, nell’area delle due metropoli italiane il numero dei distributori di metano è fermo a quello di cinque anni fa o, al più, è cresciuto di una-due unità. Col risultato che le code, ai punti vendita, si fanno ogni giorno più lunghe.

E non va meglio lungo la rete autostradale. Il numero delle vetture a metano cresce in termini esponenziali, ma per rifornirsi di gas naturale senza uscire dall’autostrada bisogna andare a caccia col lanternino: basti pensare che tra Milano a Pescara (600 chilometri!) l’unica area disponibile è quella di Parma.

Risultato: chi viaggia a metano ha un’unica possibilità, ovvero pianificare a priori il viaggio sul sito web, che offre un efficiente e aggiornato route planner con tutti i punti vendita di metano italiani ed europei. Oppure deve munirsi di un navigatore satellitare portatile, nella cui memoria caricare l’archivio dei distributori. E armarsi di santa pazienza nel dare la caccia a una tra le 700 aree di rifornimento del nostro Paese.