Una certa passione per il noir non ė una novità per Marsiglia. Ma a emulare la celebre trilogia di Jean-Claude Izzo ci si ė messa la cronaca giudiziaria: tredici morti ammazzati dall'inizio dell'anno. E un premier Ayrault che, alla testa di una commissione ispettiva di ministri, piomba in città dichiarando urbi est orbi "bisogna fermare la spirale di violenza".

Non si può definire il biglietto da visita ideale per la metropoli che porta il titolo di capitale europea della cultura 2013. Un rapido confronto con i tassi di criminalitá di Londra o Miami, da anni mete privilegiate del turismo italiano, ridimensiona l'allarme. Marsiglia non ė Ginevra né Stoccolma. Le precauzioni che prende chi gira per Roma, Milano o Napoli sono sufficienti però a garantire un soggiorno ragionevolmente privo di rischi.

La tappa a Marsiglia vale questo piccolo sforzo. Perché i marsigliesi i compiti a casa li hanno fatti tutti. E tra i complessi firmati dalle archistar a ridosso del Vieux-Port, per esempio, la passeggiata aerea che collega il nuovo MuCem, Museo delle Civiltà d'Europa e del Mediterraneo, progettato da Rudy Ricciotti con il retrostante forte e il quartiere del Panier permette di toccare con mano le qualità della "buona" architettura.

Senza dimenticare la mostra Le grand atelier du Midi, dedicata al rapporto tra il territorio del Sud della Francia e la pittura degli ultimi due secoli. Una rassegna che si articola in due sezioni, una Da Van Gogh a Bonnard al restaurato Palais Longchamp di Marsiglia e l'altra, da Cezanne a Matisse al museo Granet di Aix-en-Provence. Due racconti tra loro paralleli e complementari che, nonostante la fredda accoglienza della critica francese (forse annoiata dal susseguirsi di rassegne su impressionismo e dintorni), hanno parecchie carte da giocare anche per il visitatore più smaliziato.

Certo, chi adora Gauguin storce il naso per una sezione marsigliese con una selezione di opere che ha dell'atto di presenza. Ma resta il fatto che, in entrambe le sedi, la provenienza dei dipinti da collezioni private anonime (spesso) dà ragione dello straordinario lavoro dei curatori. Come pure alcuni geniali accostamenti: uno per tutti, i cinque panorami con un albero affiancati tra loro nella sala del museo Granet e firmati da Cezanne (Castagni a Jas de Bouffan), Monet (Vista di Antibes), Guillermin (Pino presso Tolone), Van Rysselberghe (Pino a La Fossette) e Picabia (Baia di St. Tropez). Confronto che non potrà mai essere ripetuto fuori dalla rassegna, visto che le opere arrivano dai quattro angoli del mondo. E, sempre per restare nel tema dello straordinario, non va trascurata - sempre ad Aix - la gigantesca composizione La pesca del tonno firmata da Salvador Dalì.

Archiviato il caldo torrido dell'estate, quindi, i prossimi mesi possono costituire il momento ideale per dedicare un fine settimana lungo a Marsiglia. Ricordando che qualche precauzione in più (non lasciare bagagli in auto e parcheggiare in uno dei moderni garage con video sorveglianza, evitare di esibire smartphone e tablet, tenere sotto controllo il portafogli in strada e sui mezzi pubblici, evitare quartieri molto decentrati e non solo di sera) può mettere al riparo da brutte avventura.

La bella sorpresa, invece, la offre Marsiglia e, soprattutto, il territorio della Provenza che la circonda...