“Il turismo è industria pesante: obnubila il cervello, cancella la coscienza e l’identità collettiva di una città". 

La prosa è quella accesa del teatro di Marco Paolini, che in un passo del suo “Il Milione” denuncia con feroce ironia l’invasione quotidiana di turisti a Venezia. “Wher’s Frari?” è il tormentone che Campagne, protagonista del monologo sulla Serenissima, mette in bocca alla maggior parte dei “foresti” che si muovono in cerca di punti di riferimento nel dedalo veneziano.

Paolini calca la mano, ma non sbaglia. Per quello che gli esperti chiamano “overtourism” Venezia è infatti il caso da manuale e a dirlo sono i numeri: secondo l’Istat nel corso del 2017 sono arrivati a Venezia 9,5 milioni di turisti, mentre le presenze (il numero di notti trascorse alberghi b&b ecc…) sono state 37 milioni, rispettivamente 8 e 7,6 % in più del 2016. Per frenare gli effetti dell’overtourism, tante le ipotesi sul tavolo degli amministratori: su tutte quella dell’accesso regolato, una scelta estrema testata durante l’ultima festa del Redentore, ma difficilmente applicabile in forma permanente.
Muoversi grazie ai cartelli tra i sestieri, un'illusione? / foto Getty Images
Del 12 luglio scorso è invece l’emanazione del sindaco Luigi Brugnaro di un nuovo "Regolamento di Polizia e sicurezza urbana" in cui si trovano tra i divieti: sdraiarsi, sedersi o mangiare per terra su ponti o sotto portici monumentali, pediluvi tra rii e canali e persino utilizzare tavole da surf nelle aree allagate dall'acqua alta. Tutto vero, tutto visto davvero.
Forse quella della sanzione non è l’unica logica percorribile. Ma affiancarle la sensibilizzazione al rispetto può dare dei frutti, e qui si tratta di difendere un bene culturale e naturale comune di eccezionale valore. Con questa premessa è nata già da alcuni mesi #EnjoyRespectVenezia, una campagna con cui il comune di Venezia vuole promuovere l'adozione di comportamenti responsabili e rispettosi dell'ambiente, del paesaggio, delle bellezze artistiche e dell’identità di Venezia, e dei suoi abitanti. Un manuale che si divide in divieti e buone maniere per indirizzare chi sta programmando il suo viaggio in Laguna. Regole semplici e soprattutto virtuose, alcune presentate da testimonial come la rocker Elisa e la campionessa di scherma Bebe Vio.

Una grafica della campagna #EnjoyRespectVenezia / foto Getty Images

DIVIETI E BUONE PRATICHE
Iniziamo dai comportamenti proibiti. Ovviamente molti divieti indicati nel manuale #EnjoyRespctVenezia ricalcano il Regolamento di Polizia e Sicurezza urbana. C’è il divieto di sedersi e consumare cibi in piazza San Marco, quello di gettare rifiuti in terra e il divieto di sosta prolungata sui ponti. Fin qui… Ma si alza l’asticella quando si proibisce di tuffarsi in canale, circolare a torso nudo, girare in bicicletta (anche a mano, tranne i redidenti) o quello di attaccare lucchetti (stile Ponte Milvio per intedersi). Le multe da 25 a 500 euro (scopri di più sulla pagina dedicata dal sito del Comune di Venezia).

Fin qui le proibizioni. Ma #EnjoyRespectVenezia dà anche molti consigli. Per esempio, si invita il visitatore della Laguna a non trascurarne i luoghi meno frequentati, le isole e gli eventi; a cercarne le tipicità in cucina, come tra i prodotti dell’artigianato; a esplorare la città con guide solo autorizzate e soprattutto che eviti i cosiddetti periodi da bollino rosso (Carnevale? Regata storica? Redentore?). 
Il capitolo del manuale intitolato "Detourism" apre invece un capitolo sugli itinerari alternativi. Alternativi a cosa? Per esempio alle tappe “obbligate” Rialto-Canal Grande-San Marco-Accademia. Si rimanda sul sito veneziaunica.it, dove si trovano percorsi dettagliati e tematici: dalla Venezia senza barriere a quella dei Parchi e giardini, da quella del Gusto alla Venezia delle Isole, fino a passeggiate in sestieri da punti di vista inconsueti. Per conoscerli è scaricabile il web-magazine Detourism a cui si aggiunge una newsletter settimanale.
Al sestiere di Cannaregio durante una regata storica / foto Getty Images
PERCORSI DA SCOPRIRE
Per evitare stravaganze imbarazzanti e cadute accidentali in rii e canali (e ce ne sono!) il Comune dedica poi una digressione particolareggiata a cause ed effetti del fenomeno dell’acqua alta. Prima soluzione da adottare? Stivaloni di gomma; la seconda è informarsi sui percorsi pedonali sopraelevati che consentono di girare Venezia in sicurezza quando la marea supera i 110 centimetri sopra lo zero mareografico di Punta della Salute (ecco a questo proposito la pagina dedicata). 
Si parla anche di biciclette, in #EnjoyRespectVenezia. Immaginatevi una medaglia a due facce: se da un lato in città si può portare la bicicletta a mano solo tra Piazzale Roma e la stazione dei treni di Venezia Santa Lucia (a Venezia Mestre c’è un bicipark da 800 posti), dall’altro fuori dal comune, a Mestre e tra le cittadine della laguna sulla terraferma ci sono moltissime ciclabili tra cui tratti suggestivi della Ciclovia delle isole Lido e Pellestrina - in futuro, la Ciclovia VENTO da Venezia a Torino e la Ciclovia Monaco - Venezia (ecco la pagina dedicata). 
Nonsolomuseo è invece una proposta realizzata dall’Istituzione Musei per percorsi tematici che coinvolgono diversi sestieri, tra visite a collezioni permanenti e luoghi simbolici per la vita e la storia della città. A titolo di esempio ecco l’itinerario Dalla casa di Carlo Goldoni alla Venezia dei Teatri; quello dedicato al 700’ tra Casanova e Ca’ Rezzonico, oppure l’approfondimenti del Passaggio tra ‘800 e ’900 attraverso luoghi e volti della Belle Epoque (per chi volesse saperne di più, il sito di Visitmuve).

Acqua alta in piazza San Marco / foto Getty Images 
LA BELLEZZA DEI BENI COMUNI 
Infine, stop agli abusivi. Il Comune ha costruito una mappa interattiva per trovare e localizzare le strutture ricettive (alberghi, b&b, appartamenti etc.) aggiornate al giorno precedente. Ogni struttura a norma è identificata con un pallino colorato a seconda della tipologia e si possono verificare volta per volta le informazioni relative che permettono di contattare la struttura e verificare l'imposta di soggiorno dovuta per il pernottamento. E in più c’è un modulo per segnalazioni di eventuali violazioni. A questo si aggiunge un'altra mappa on line per trovare bagni pubblici e punti di ristoro. 
Anche se non siamo veneziani - anzi, soprattutto se non lo siamo - quando camminiamo lungo un canal, percorriamo una calle e ci fermiamo storditi da tanta complessa bellezza, dobbiamo ricordare quanto questa bellezza dipenda da noi. Venezia è nostra, ed è nostra la responsabilità di tutelarla e renderla fruibile a tutti. In questo bisogna fare un plauso a questa iniziativa, che affida alla cultura del territorio e alla consapevolezza di chi viaggia un bene comune e in questo caso irripetibile.
Guarda il videomessaggio di Bebe Vio per #EnjoyRespectVenezia