Girando per la sala al primo piano della Triennale di Milano sembra di viaggiare “Tra la via Emilia e il West”, per ricordare Francesco Guccini, modenese di nascita e di indole. Del resto anche Luigi Ghirri è di Fellegara, frazione di Scandiano in provincia di Reggio Emilia.
E, anche se il primo è un cantautore e il secondo un fotografo, pur nei linguaggi diversi si possono trovare delle analogie nel clima che i due rappresentano: tra il malinconico e il solitario, ma con la volontà e il desiderio di raccontare.
GHIRRI E L'ARCHITETTURA
Ha aperto il 25 maggio in Triennale la mostra “Luigi Ghirri. Il paesaggio dell’architettura”, che rientra nell’ambito della “Arch Week”, la settimana ideata da Stefano Boeri, architetto e presidente della Triennale, che dal 23 al 27 maggio presenta mostre, incontri e convegni in diverse sedi dedicati al futuro dell’architettura. La mostra in Triennale è il frutto di un lungo lavoro di ricerca da parte di Michele Nastasi, curatore, di Sonia Calzoni che si è occupata dell’allestimento e di Pierluigi Cerri che ha curato la grafica.
Nei pressi di Fidenza, 1985
Ghirri infatti, non è un architetto, né un fotografo specificatamente interessato a ritrarre palazzi o opere architettoniche. Eppure la mostra ha come prima idea quella di radunare un gruppo di lavori di architettura e di paesaggio che contraddistinguono l’opera matura del fotografo emiliano, e parte dal fondo di immagini conservate nell’archivio della rivista “Lotus International”, con cui Ghirri ha collaborato dal 1983 per circa un decennio. Ghirri lavorò anche per il Touring Club, confermando la sua vena indubbiamente paesaggistica, che infatti emerge in modo visibile nelle opere raccolte in Triennale. A partire dalle sue terre in immagini che rappresentano Modena, Reggio Emilia, Rimini, ci si sposta a Mantova, Parma, Cesena, fino a Polignano a Mare passando per Sorrento, Matera, Trani, Capri e arrivando fino a Trento, Milano, Torino: 350 fotografie tra stampe originali e proiettate, oltre ad una sezione della mostra dedicata al design per interni e un corridoio di proiezioni. Nella sala si trovano anche pubblicazioni originali, testi e materiali di lavoro, per una mostra che riesce a svelare una parte inedita e poco nota del fotografo e che è allestita in modo coinvolgente, che richiede continuamente una partecipazione diretta e attiva per godere delle opere esposte.
Trani 1986
Arrivando, infatti, il visitatore è accolto da una scala, da fare prima in su e per poi scendere. Una volta in alto è possibile vedere una panoramica della sala, divisa in sette sezioni (“Un’idea dell’Italia”, “La grande pianura”, “Nel Giardino” dedicata al servizio svolto da Ghirri nel 1983 sul cimitero-tomba Brion di Carlo Scarpa a San Vito di Ativole. “Il percorso”, dedicata al servizio fotografico del 1988 sulle opere di Joze Plenik nel lungofiume di Lubiana, “Nel progetto domestico”, stampe originali realizzate in occasione della mostra del 1986 per la XVII Triennale di Milano “La casa dell’uomo: archetipi e prototipi”. Poi la sezione “La Triennale e il parco” e infine “Atlante Metropolitano”, che presenta le sequenze le foto di Ghirri sul tema della città e della metropoli). Le foto esposte, eccetto quelle dell’ultima sezione, sono ad altezza occhio, sparse in tutto lo spazio, con didascalie scritte molto piccole apposta, perché sia necessario avvicinarsi per leggere. Si cerca di guidare il visitatore, con la richiesta di questi cambi di posizione, a capire il nuovo modo di concepire l’architettura di Ghirri: è sempre in stretta relazione col paesaggio, che cambia.
 © Eredi di Luigi Ghirri / Courtesy Editoriale Courtesy Editoriale Lotus
Info.
Dal 25 maggio al 26 agosto
Triennale di Milano, viale Alemagna 6
Orari: martedì-domenica ore 10.30-20.30
Biglietti: 7 euro, intero; ridotto soci Tci 6 euro.