Che la mobilità dolce sia una scelta azzeccata per il futuro oramai pare l’abbiano capito tutti. Che dall’idea si passi alla pratica è invece un’altra questione. Manca una politica univoca che spinga in questa direzione. E così di procede a strappi e frammenti, con tanto entusiasmo, buona volontà di associazioni e singoli, ma senza regole definite e con risultati diversi, da valutare volta per volta. Comunque qualcosa, dolcemente, si muove. Per esempio quest’anno la Giornata delle ferrovie dimenticate è diventata la “Giornata delle ferrovie NON dimenticate” come a dire che qualcuno si sta ricordando della questione. E da 24 ore si è dilatata fino a diventare un intero mese di eventi: dal 6 marzo al 6 aprile si celebra il mese della mobilità dolce.
IL CONVEGNO ALLA CAMERA
Per fare il punto della situazione ecco che Co.Mo.Do, la Confederazione Mobilità Dolce (nata a Milano nel 2006 come piattaforma per creare una Rete nell’ambito della mobilità dolce e sostenibile fra le Associazioni nazionali) organizza un convegno alla Camera dei Deputati cerca di mettere ordine alle tante esperienze di mobilità dolce a piedi, in bicicletta e in treno. Protagonisti i rappresentanti delle tante associazioni (Fiab, Legambiente, Touring Club Italiano tra tutti) che in questi anni si sono battuti per creare un clima favorevole al recupero delle ferrovie dimenticate. Si parla del recupero delle ex ferrovie per farne delle greenways, si parla di grandi itinerari e possibilità di sviluppo turistico, si discute del successo dei treni storici sulle linee dismesse e dell’esperienza italiana delle ferrovie turistiche. Si parlerà di realizzazioni, di progetti e prospettive. E ovviamente si parlerà anche di turismo possibile.
Tra i relatori anche Massimiliano Vavassori, direttore del Centro Studi del Touring Club Italiano che presenta una relazione dal titolo «Mobilità dolce e turismo: quali opportunità?». Una relazione in cui si parla di investimenti sulla mobilità dolce che potrebbero essere ripagati dai proventi del turismo. Un turismo diverso, lento, che indice su territori e destinazoni scarsamente frequentate. Un turismo di piccoli numeri, capace di creare quelle micro economie positive legate ai commerci locali, all'ospitalità minuta e all'assistenza tecnica e pratica. Un turismo che favorisce il riuso delle infrastrutture locali, dalle ferrovie (ovvio) al grande patrimonio immobiliare legato alle attività ferroviare. Un turismo dal grande potenziale di sviluppo, che in Germania genera oltre 9 miliardi di fatturato e da noi è decollato solo in questi anni. Un turismo fatto di opportunità, come spiega bene questo video.