Sull'Isola dei Fagiani non ci sono i fagiani. Lo lamentava anche Victor Hugo che, durante un viaggio nel golfo di Biscaglia, tenne in particolar modo a vedere quest’isoletta che si trova proprio nel mezzo del corso del fiume Bidassoa, al confine tra Spagna e Francia, tra le città di Irun e Hendaye. Lo scrittore francese scrisse che l’isola non era altro che un «pezzetto di terra verde. Con una vacca e tre anatre al posto dei fagiani: comparse affittate senza dubbio per interpretare il ruolo dei fagiani per la soddisfazione dei passanti». Insomma, non un posto indimenticabile.
Ma perché Victor Hugo riponeva così tante aspettative in un'isola alluvionale di neanche 3mila metri quadrati? Perché da quasi quattro secoli l’île des Faisans, come la chiamano i francesi, l’Isla de los Faisanes per gli spagnoli, rappresenta una straordinaria eccezione geopolitica internazionale: è un’isola piccola amministrata in condominio da due Paesi. Accade anche da altre parti, come nell’Artico per esempio, ma l’isola è l’unico territorio del pianeta dove la sovranità non è esercitata in modo congiunto, ma alternato. Sei mesi governa Madrid, sei mesi governa Parigi. Ogni 180 giorni c’è il cambio della guardia, e il 31 gennaio gli spagnoli passano la mano ai colleghi francesi che a loro volta restituiranno l’isola il 31 luglio.
 
Succede così due volte l’anno, ogni anno, dal 7 novembre del 1659. Ovvero dal giorno in cui, dopo tre mesi di trattative portate avanti dal cardinale Mazzarino e dallo spagnolo don Luis de Haro, venne firmata la pace dei Pirenei che segnò una volta per tutte il confine franco-spagnolo. Anche se, va detto, l’assetto attuale dell’alternanza è quello stabilito dal trattato di Bayonne del 1856.
All’epoca della guerra dei Trent’anni la scelta dell’isola per tenere la lunga conferenza di pace non fu per nulla casuale. Nei secoli le corone di Spagna e Francia l’avevano utilizzata come territorio neutrale per scambi di prigionieri e incontri di futuri sposi. Nel 1526 François I, prigioniero da Carlo V, venne rilasciato in cambio di due figli del sovrano spagnolo, e lo scambio avvenne qui. E sempre qui, nel 1615, avvenne il fidanzamento ufficiale tra l’Infanta Anna d’Austria, figlia di Filippo III di Spagna e promessa al futuro Luigi XIII ed Elisabetta, figlia del Re di Francia Enrico IV, e destinata ad andare in moglie a Filippo IV di Spagna. O ancora nel 1722, quando la principessa Maria-Anna Vittoria infante di Spagna e futura moglie del re Luigi XV re di Francia viene “scambiata” con Luisa Elisabetta d’Orléans, figli del reggente e destinata ad andare in moglie al futuro re di Spagna, Luigi I. Insomma, l’Isola dei Fagiani è un luogo piccolo ma decisamente denso di storia.
Eppure non c’è niente da vedere. Anzi, sull’isola non si può neanche mettere piede. Non ci sono mai stati neanche ponti che la collegano alle due le sponde: all’epoca delle firma del trattato vennero costruiti in legno, poi demoliti. Così come le strutture dove si tennero i colloqui di pace del XVII secolo.
 
L’unico monumento è una stele di pietra che ricorda l’evento posta nel XVIII secolo. Gli unici che ci mettono saltuariamente piede sono i delegati dei due Vicerè che nei fatti amministrano il territorio. Vengono per tagliare l’erba, di tanto in tanto potare gli alberi e vigilare che nessuno si permetta di piantarci una tenda o ancor peggio una qualche bandiera basca.
Il Vicerè francese si chiama Christophe Merit, ha 48 anni, lavora per la Marina ed è il responsabile della base navale di Bordeaux, ed è l’unico cittadino della Repubblica francese che si fregia senza vergogna di un titolo nobiliare. L’omologo comandante della Marina della base di Hondarribia a San Sebastian, Isidoro Junguito, è invece a tutti gli effetti Viceré del suo Re. Un Viceré che nei fatti amministra un condominio.