Le metafore si potrebbero sprecare, dal frigo vuoto alle batterie scariche. La realtà è che l’Italia dal 15 maggio ha già esaurito la sua capacità di fornire cibo, fibre, legname, capacità di assorbimento del carbonio e terreni dove poter costruire infrastrutture. Risorse.
Da oggi in poi attingiamo ad energie che il nostro sistema non può rigenerare in autonomia in un anno. In pratica, da oggi in poi tagliamo gli alberi prima che diventino adulti, emettiamo più carbonio nell’atmosfera di quanto le foreste siano in grado di assorbire, peschiamo più pesce di quanto gli ecosistemi siano in grado di rigenerarli. E così via. La definizione tecnica di questa “spia” che dovrebbe allarmarci tutti è l'Overshoot Day. Se per la Terra si aspetta il mese di agosto, per l’Europa la data è arrivata il 10 maggio. Per noi è toccato cinque giorni dopo: non proprio incoraggiante come calendario.
COME SI CALCOLA L'OVERSHOOT DAY
Traduciamo allora l’Overshoot Day in un più comprensibile “giorno del sovrasfruttamento”, che determina appunto il non avere più tempo per rigenerare gli ecosistemi. A darci segnale rosso è l'ultimo rapporto del Fondo Mondiale per la Natura (Wwf) e del Global Footprint Network.

L'Overshoot Day si calcola confrontando l'impronta ecologica di ogni singolo cittadino - in questo caso italiano - con la biocapacità, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare risorse naturali per ogni suo abitante. Secondo i ricercatori l'impronta ecologica include le aree biologicamente produttive necessarie a produrre cibo, fibre e legname che la popolazione di quel Paese consuma, ad assorbire i materiali di scartoprodotti per generare l'energia che un Paese utilizza e a sostentare le infrastrutture che il Paese realizza.

Quello che dovremmo tenere tutti nelle nostre priorità è che il pianeta (il “nostro” pianeta”) è uno solo, ed è in grado solo in parte di rinnovare ciò che continuamente consumiamo: campi per coltivare cibo e fibre, nutrire gli animali, produrre oli e carburanti; foreste da cui ricavare legname e che assorbono CO2; pascoli per allevare, pesci di un mare che già tiranneggiamo con pesca intensiva e spesso fuori controllo. 

Se i ritmi di consumo degli italiani fossero quelli di tutti gli abitanti del pianeta, avremmo bisogno di 2,72 Terre per soddisfare tutte le nostre richieste. E visto che l’Europa è vecchia ma non pare molto saggia, teniamolo a mente quando andremo ad eleggere i nostri rappresentanti a Bruxelles tra due settimane.