Depositata a Bruxelles la “Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra”
L’Italia ha presentato il piano per fronteggiare la crisi climatica entro il 2050
A dire il vero l’Italia ha impiegato un anno in più del dovuto per mettere nero su bianco le proprie linee guida, visto che l’Europa invitava i Paesi firmatari a comunicare entro il 2020 le proprie "Strategie di sviluppo a basse emissioni di gas serra di lungo periodo". Ma il ritardo non sembra scalfire la soddisfazione dell’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che dichiara come “l'elaborazione di questa Strategia ci conferma fra i paesi più attivi e motivati per il raggiungimento del target della Cop 21, che è quello di mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5/2 gradi".

Il nuovo esecutivo dovrà infatti dedicarsi a un vero e proprio “cambio del paradigma energetico italiano” che il ministero dell’Ambiente individua in “investimenti e scelte che incidono sulle tecnologie da applicare, sulle infrastrutture ma anche sugli stili di vita dei cittadini, insieme all’avvio del Green Deal e al consolidamento del CIPESS, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, che dall’1 gennaio 2021 ha sostituito il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica». Ma quali sono i cardini della Strategia nazionale presentata in Europa?

La riduzione delle emissioni è ovviamente l’obiettivo primario da perseguire, con i consumi che dovranno diminuire del 40 per cento rispetto agli attuali. Le soluzioni sono state individuate nella riqualificazione energetica degli immobili, nella progressiva sostituzione del trasporto privato con quello pubblico, estendendo l’utilizzo dell’energia elettrica dalla mobilità ai comparti produttivi dell’industria.

L’asticella a questo punto è stata fissata. Ora tocca alla nuova azione di governo e a un’Europa che può contare di nuovo sull’appoggio della nuova amministrazione Usa non farla cadere.
