Il Touring lo ripete da sempre: il turismo non vive solo di turismo, nel senso che non si identifica esclusivamente con le imprese del settore caratteristico (ricettività, agenzie di viaggio, tour operating e ristorazione) ma è per natura trasversale. Commercio, moda, agroalimentare, artigianato e, in generale, il made in Italy rappresentano sempre più elementi qualificanti per il turista, così come lo sono il nostro patrimonio artistico, culturale e paesaggistico.

Non stupisce, dunque, che Confimprese, l’associazione che riunisce circa 300 marchi commerciali presenti in Italia attraverso 30mila punti vendita, abbia organizzato il 14 aprile a Roma nella sede del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo un convegno dedicato a “Mobilità, accoglienza, cultura e fascino. Il nostro Paese visto con gli occhi degli altri”.

L'INTERVENTO DI MANCINI
Alla presenza del ministro Franceschini, è stata presentata una ricerca, realizzata da Nielsen, proprio sulla percezione che i turisti stranieri hanno dell’Italia e sulle loro valutazioni in merito a una serie di fattori: dalla prenotazione del viaggio all’arrivo nel Paese, dall’ospitalità ai siti visitati. A introdurre la giornata, tracciando lo scenario di riferimento del turismo oggi in Italia, è stato chiamato Lamberto Mancini, direttore generale del Touring Club Italiano (in allegato la sua presentazione in formato pdf).

Il Bel Paese – ha esordito Mancini – è tra le destinazioni di viaggio più desiderate a livello internazionale con numeri di tutto rispetto: l’Organizzazione Mondiale del Turismo ci pone per capacità attrattiva in quinta posizione (superati da Francia, USA, Spagna e Cina) con circa 50 milioni di arrivi internazionali e la nostra industria turistica vale 67 miliardi di euro (il 4,2% del Pil) che diventano 165 (il 10,2% del Pil), se si considera anche l’indotto. Ciò ha ricadute molto positive anche in termini di posti di lavoro: 1,1 milioni di occupati diretti che salgono a 2,6 milioni se si aggiungono i settori collegati.

CHI ARRIVA IN ITALIA
I trend più recenti sono positivi
: tornano a crescere i flussi domestici mentre l’incoming si conferma ancora una volta un importante traino del nostro turismo, visto che la spesa degli stranieri, per il quarto anno dal 2012, registra un record con quasi 36 miliardi di euro.
Inoltre, nonostante il nostro Paese cresca sul medio periodo più lentamente dei nostri diretti competitor del Mediterraneo, abbiamo tuttora un vantaggio molto rilevante: l’Italia, infatti, è prima nell’Unione europea per capacità di attrazione di flussi di lungo raggio, ovvero provenienti da Paesi extra UE. In particolare, è prima per il mercato cinese, giapponese e brasiliano, seconda per quello statunitense e terza per quello russo.

Per quanto riguarda il “portafoglio viaggiatori", il mercato incoming principale si conferma la Germania (28%), seguito da USA (6,4%) e Francia (6,4%). I BRIC, nonostante il primato dell’Italia nella UE 28, pesano ancora marginalmente a parte il caso della Russia che rappresenta oggi l’ottavo mercato per il nostro Paese.

LA QUESTIONE SUD
Quali le priorità di intervento per i prossimi anni secondo Mancini e il Tci? La questione Sud. Nonostante l’elevato potenziale attrattivo, solo il 12% dei flussi stranieri in Italia si dirige nelle regioni meridionali. Si tratta di una situazione cronicizzata e che quasi vent’anni fa il Touring Club Italiano aveva denunciato per primo attraverso uno studio sul potenziale economico e occupazionale del Sud legato al turismo...

Inoltre, occorre consolidare i mercati tradizionali da cui dipende oggi il nostro incoming anche attraverso un’offerta di turismo attivo in grado di stimolare una fruizione dell’Italia legata all’ingentissimo patrimonio paesaggistico e ambientale. Bisogna, poi, rivolgersi ai target affluent dei Paesi emergenti agendo sui contesti abilitanti (collegamenti, infrastrutture fisiche e digitali, rilascio visti ecc.) e sull’innovazione dell’offerta basata su modelli che valorizzino experience, Italian lifestyle e made in Italy. Non si può dimenticare, infine, la Meetings Industry, segmento strategico ancora poco presidiato anche per dotare le destinazioni di un’offerta non stagionale.

In allegato la presentazione di Lamberto Mancini, direttore generale Touring Club Italiano, in formato pdf.