È ancora lì alle porte di Andora, l'Intercity 606 Milano-Sanremo: spiaggiato tra un versante di collina franato e la scogliera a picco sul mar Ligure. Lì giace dallo scorso 17 gennaio e resterà ancora per parecchio, visto che chi dovrebbe rimuoverlo è a sua volta minacciato da un manufatto in cemento armato in equilibrio precario. Così, mentre si ipotizza l'uso di superelicotteri russi in grado di rimuovere ad uno ad uno locomotiva e vagoni come si trattasse di un treno giocattolo, la linea Genova-Ventimiglia resta desolantemente interrotta.

Il tratto colpito dalla frana, infatti, fa parte dei 40 chilometri di linea che – a un anno da Expo2015 – ancora marcia a binario unico lungo il tracciato ottocentesco di quella Ferrovia delle Riviere Liguri caldeggiata da Cavour come fattore determinante di accelerazione del processo di unificazione del Paese. E tutto ciò nonostante, per parlare di tempi recenti, fin dal 1968 siano state investite cifre miliardarie nel raddoppio e ammodernamento della Genova-Ventimiglia. Investimenti arenatisi tra i lacci e lacciuoli della burocrazia, senza dimenticare il contenzioso legale aperto dall'impresa incaricata dei lavori. Linea lungo la quale, peraltro, è dal 1982 che non corrono più i convogli internazionali Tee Milano-Marsiglia-Avignone. Anzi: nonostante Nizza sia il capolinea dei servizi ad alta velocità francesi per Parigi e Barcellona, già da tempo non esiste più un collegamento internazionale Genova-Nizza...

Il danno per la Riviera Ligure di Ponente rischia di essere colossale: Carnevale, il Festival di Sanremo, le classiche primaverili di ciclismo non sono lontane, a maggior ragione viste le dimensioni degli interventi necessari a riattivare la linea. E il tutto prende il sapore della beffa, nel leggere sugli stessi quotidiani che raccontano il disastro di Andora l'indiscrezione secondo la quale Ryanair intenderebbe abbandonare la tratta aerea Roma-Milano. Non certo per fare un piacere ad Alitalia, ma perché la concorrenza dei treni ad alta velocità sta di fatto espellendo i vettori aerei dal mercato di quello che un tempo era uno tra i corridoi più frequentati d'Europa. Neppure i biglietti a 5 euro riescono infatti più a convincere i viaggiatori a preferire l'aereo ai convogli Italo e FrecciaRossa.