Per tutto maggio 2021, il sito del Touring Club Italiano - in collaborazione con Hertz - segue il Giro d'Italia edizione numero 104 (Torino, 8 maggio - Milano, 30 maggio). A raccontarci i luoghi del Giro d'Italia 2021 è Gino Cervi, scrittore e giornalista, nonché cultore di storia del ciclismo, curatore di guide turistiche Tci e autore di volumi di storia dello sport (tra cui i recenti Il Giro dei Giri e Ho fatto un Giro). Seguiteci lungo le strade del nostro Bel Paese! A questa pagina trovate tutte le puntate.
Il 25 ottobre 2020, a Milano, arrivato al termine del “Giro d’Italia fuori stagione” che, come quello di quest’anno, avevo seguito tappa dopo tappa, scrivevo: «Oggi pomeriggio, in attesa dell’arrivo degli ultimi ciclisti, ho camminato intorno alle vie del centro poco prima del traguardo. In via Pattari ho comprato, al solito peso d’oro, un cartoccio di caldarroste. Mi e tornato in mente che lo scorso anno avevo festeggiato la vittoria di Richard Carapaz, all’Arena di Verona, pescando ciliegie da un sacchetto. Molto più che un semplice cambio di stagione. Da poche ore e stato divulgato l’ultimo DCPM che sancisce, a partire da oggi, un nuovo, seppur parziale, lockdown: chiusura serale degli esercizi commerciali, nuove restrizioni ai movimenti e ai trasporti, ulteriori esortazioni a limitare spostamenti e contatti. Mi è parso che a Milano, più che altrove, più che nelle città e nelle regioni che ho attraversato in queste settimane, si percepisse la straniante condizione di una festa negata. Nell’ultimo tratto di percorso, le transenne innalzate erano oscurate da teli che proibivano la visuale del passaggio dei corridori. Un paradosso. Si sentivano i rumori della corsa, ma si era impediti di vederla, se non sui grandi schermi o in quelli minuscoli dell’iPhone».
L’altrieri, 30 maggio 2021, il Giro d’Italia numero 104 ha concluso la sua corsa ancora una volta a Milano. Non c’era il grigio meteorologico e psicologico di sette mesi fa. Invece delle caldarroste all’angolo di via Pattari ho mangiato un gelato. Al sole caldo di una primavera finalmente spiegata si aggiungevano i colori – il giallo, il blu e il rosso – e i suoni della festa colombiana per il vincitore, Egan Bernal, un re inca gentile. Centinaia di connazionali hanno invocato il suo nome.  Non l’hanno potuto abbracciare.

Il podio del Giro d'Italia 104: Caruso, Bernal e Yates - foto LaPresse
 
Piazza del Duomo era ancora in gran parte off-limits ai tifosi, ma quel senso sospeso e straniante di separazione che incombeva sull’arrivo del Giro 2020 si è sciolto in una rinnovata voglia di fare festa alla corsa rosa. È stato così anche per tutto il percorso, fin dalla partenza da Torino, e lungo il viaggio di tre settimane l’atmosfera ha ripreso sempre di più confidenza con i corridori, salutandoli alla partenza, vedendoli passare lungo la strada e aspettandoli all’arrivo. Una rondine non fa primavera, lo sappiamo. E non basta una corsa e una festa per dire che tutto è finito. I segni del disastro ce li portiamo tutti addosso, e chissà ancora per quanto tempo: ed è forse salutare che sia così. Come un vaccino morale che ci renda più forti. Più forti insieme, e non separati.

Egan Bernal, vincitore del Giro d'Italia 104 - foto LaPresse

L’aver raccontato questo Giro appena finito attraverso le voci di altri mi ha rinforzato nell’idea che le cose vengono meglio se si fanno insieme. Abbiamo cominciato con una maglia rosa di Fausto Coppi al Museo Egizio di Torino, e con Christian Greco, direttore del Museo, che ci ha spiegato come erano fatte le borracce degli scribi del faraone. Ci hanno accompagnato voci di teatro come Lucilla Giagnoni a Novara, Marco Martinelli a Ravenna, Andrea Castelli in Trentino e Marco Baliani sul Lago Maggiore, facendoci pensare che anche il Giro è una “sacra rappresentazione” itinerante, come il teatro popolare nel medioevo; ci hanno accompagnato narratori in musica, come Giorgio Conte ad Asti, Max Collini a Reggio Emilia, Franco D’Aniello a Modena, Luigi Maieron in Carnia e Claudio Sanfilippo a Milano; fotografi, narratori e saggisti ci hanno introdotto nelle loro terre, le Marche di Angelo Ferracuti, l’Abruzzo di Donatella Dipietrantonio e Massimiliano Verdino, il Matese di Natalino Russo, la montagna sopra Firenze di Franco Quercioli, il Collio goriziano di Emilio Rigatti, l’Oltrepò Pavese di Giorgio Boatti, la Valsesia di Michele Marziani; cuochi e vignaioli ci hanno parlato di passione e sapori, dall’Alba di Bruno Ceretto ed Enrico Crippa all’Umbria di Giorgio “Giorgione” Barchiesi, dalla Montalcino di Stefano Cinelli Colombini alla Bagno di Romagna di Paolo Teverini. Da Belluno, per fare scorta di ispirazione, siamo passati da Villa Buzzati e ci siamo fatti raccontare da Valentina Morassutti qualche ricordo del prozio scrittore di montagne e biciclette.

Spero sia stato benaugurante per il prossimo futuro l’aver raccontato il Giro d’Italia attraverso un coro di voci: talvolta il coro funziona meglio del solista, forse in questo momento ancora di più. Lo si è fatto senza illuderci troppo e senza dimenticare quello che sta succedendo intorno: come quel tifoso colombiano che domenica, in un giorno di grande festa in una grande città lontana dal suo paese, ha scritto a mano questo manifesto e lo ha appesa sotto i portici di corso Vittorio Emanuele:
GRACIAS EGAN X SER LUZ EN MEDIO A LA OSCURIDAD QUE HOY VIVE NUESTRA AMADA COLUMBIA.
 

RINGRAZIAMENTI
Ringrazio Silvia Livoni, Alberto Gnoli (Italy Bike Hotel), Giada Bollati e Luca Radi e Tatiana Familio www.turismofvg.it nonché Oliviero Ponte di Pino e Giulia Alonzo (Trovafestival.it)per l’amichevole supporto logistico al viaggio.
In particolare, grazie a
Ca’ San Sebastiano Wine Resort, Camino (Alessandria) 
Europa Monetti Hotel, Cattolica (Rimini) 
Hotel Baltic, Giulianova (Teramo) 
Masciotti Camere, Foligno (Perugia)
Borgo di Pieve a Salti, Buonconvento (Siena)
Hotel Tosco Romagnolo, Bagno di Romagna (Forlì-Cesena) 
Massimago Wine Relais, Mezzane di Sotto (Verona) 
Hotel Ai Dogi, Palmanova (Udine) 
Hotel Malita, Arabba (Belluno) 
Hotel Primavera, Stresa (Verbano-Cusio-Ossola) 
  
 

Il "Giro del Touring" è realizzato in collaborazione con Hertz, storico partner di mobilità dell'associazione, che ha messo a disposizione di Gino Cervi un'auto ibrida per seguire le tappe della Corsa Rosa. 

I volumi Touring sul Giro d'Italia scritti da Gino Cervi: Il Giro dei Giri e Ho fatto un Giro.