Occupandoci prevalentemente di viaggi, ci è poi sembrato naturale spostare la nostra attenzione sulle cantine organizzate per l'ospitalità, in cui trascorrere un finesettimana all'insegna del gusto e del relax. Tre in particolare hanno attirato al nostra attenzione, per la qualità e l'originalità dell'offerta.

Partiamo dalla Franciacorta, culla delle bollicine lombarde: Al Rocol di Ome (Brescia) ha aperto il primo e finora unico agricampeggio della zona, con piazzole attrezzate per i camper fra la vigna e il bosco. I nuovi spazi per i camper si aggiungono alle preesistenti strutture recettive, 15 camere e vari appartamenti in stile country. L’agriturismo accoglie gli ospiti tutti i giorni delle settimana, per far loro assaggiare i suoi vini, la grappa di chardonnay, olio, marmellate, mieli e gli altri prodotti della fattoria; il ristorante propone piatti stagionali della tradizione locale e bresciana, accompagnati dai vini curtefranca rosso e bianco.

Sempre attiva sul fronte dell'ospitalità è poi l'azienda vinicola Borgoluce di Susegana (Treviso). Qui siamo in Veneto, nelle colline del prosecco, altra zona docg. Presente al Vinitaly con il Valdobbiadene prosecco superiore "Rive" docg – ennesima conferma della qualità di questa azienda, secondo noi tra le migliori in assoluto in questa tipologia di vino – Borgoluce ha aperto da alcuni mesi un'osteria in cui propone prodotti locali. E non è solo un modo di dire. A Borgoluce, infatti, oltre al prosecco si producono olio, farine, carne e salumi da allevamenti autoctoni, latticini di bufala (lo yogurt è fantastico), tutto a km zero. A proposito di latticini, gli amanti della bufala si segnino in agenda il 5 maggio, quando con "mozzarella in festa", visite guidate all'allevamento e al caseificio si alternano a degustazioni.

L'agriturismo della tenuta da anni garantisce un'ospitalità di qualità immersi nel verde.

La terza e ultima chicca è anch'essa in una delle zone vinicole per eccellenza del nostro Paese, il Chianti toscano. La Fattoria Nittardi di Castellina in Chianti (Siena) si è fatta conoscere, oltre che per la qualità dei vini prodotti, per la consuetudine di affidare la realizzazione di alcune etichette ad artisti e personaggi del mondo della cultura. Quasi un dovere per una cantina che nel XVI secolo ebbe come proprietario Michelangelo Buonarroti. Alcune firme per le etichette di Chianti Classico? Emilio Tadini, Mimmo Palladino, Günter Grass, il premio Nobel per la letteratura 1999. Tutti raccolti in un piccolo volume in italiano e  inglese, quasi un catalogo di opere d'arte, omaggio degli ospiti della tenuta, che i proprietari hanno impreziosito con opere d'arte.

E dato che ci piace scoprire, al Vinitaly abbiamo voluto assaggiare un loro bianco, il vermentino di Maremma in purezza "Ben". Quasi un esordio (al secondo anno di produzione), conferma quanto di buono abbiamo potuto assaggiare di questa azienda. E anche in questo caso, l'etichetta è un piccolo quadro. Anche l'occhio vuole la sua parte.