Il cittadino comune conosce e utilizza le carte geologiche? La risposta è “no” per più motivi e quindi pensiamo che valga la pena proporre un approccio semplice a questa tematica.

Ma a chi servono le carte geologiche? O meglio, servono al turista medio? Certamente non è uno strumento essenziale per chi visita una località e si sofferma ad ammirarne i beni storico artistici, ma a chi invece vuole approfondire la conoscenza del territorio servono eccome. Soprattutto se ci si vuole avvicinare al paesaggio extraurbano delle aree collinari e montuose dove affiorano rocce. Quante volte percorrendo una strada in montagna tagliata nella roccia ci chiediamo di che tipo sia, se granito o calcare, dolomia o arenaria? L'esperto riconosce al volo solo osservando la formazione rocciosa, ma il turista medio ha bisogno di un supporto, la carta geologica appunto, l'unica in grado di dare tutte le risposte sulla natura del territorio.

L'opportunità di fare il punto sulla cartografia geologica del nostro Paese ce la dà la recente uscita della carta geologica in scala 1:50.000 del Meranese, in Alto Adige, che ha impegnato rilevatori e studiosi per 10 anni.

Oggi il nostro Paese ha due tipi di carte geologiche: la vecchia carta in scala 1:100.000 e la nuova carta in scala 1:50.000. La prima serie, che copre tutto il territorio nazionale, è costituita da 277 fogli ed è stata realizzata tra il 1877 e il 1976: cento anni di lavoro per completare un progetto molto complesso. La nuova carta, invece, il cui progetto è stato avviato nel 1988 con il nome Carg (cartografia geologica), prevede la realizzazione di 652 fogli, di cui ad oggi sono 257 realizzati, pari a circa il 40% del territorio nazionale. Al progetto collaborano più di 60 strutture fra enti territoriali, organi del Cnr, dipartimenti e istituti universitari, oltre a tutte le Regioni e le Province autonome.

La copertura disponibile oggi è a macchia di leopardo: ci sono regioni quasi complete come le Marche (San Marino, Urbino, Città di Castello, Tolentino e Macerata) o il Trentino-Alto Adige (con Merano – appena uscita – Rabbi, Appiano, Malè, M. Adamello, Tione di Trento, Trento, Riva del Garda), altre a metà strada come l'Abruzzo (L'Aquila, Avezzano) e alcune in cui il progetto è agli inizi come il Piemonte, la Valle d'Aosta, la Liguria, il Friuli-Venezia Giulia e la Sardegna. Il dato più interessante, e probabilmente poco conosciuto, è che al di là dei negozi dell'Istituto Poligrafico dello Stato dove le carte geologiche sono in vendita, tutto l'apparato cartografico sulla geologia d'Italia finora pubblicato (quindi sia le vecchia carte in scala 1:10.000 sia le nuove finora uscite in scala 1:50.000) sono consultabili on line e quindi anche stampabili a settori.

Come? Occorre cliccare sul sito dell'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ente pubblico che con la legge n. 133 del 2008 ha assunto compiti di vari precedenti istituti, tra cui quelli dell'Agenzia per la protezione dell'Ambiente (Apat), ente in cui era confluito in precedenza il Servizio Geologico d'Italia, che ha il compito di aggiornare e pubblicare le carte geologiche del nostro Paese. Dalla homepage si sceglie dal menu "Cartografia" e quindi si clicca sulle carte geologiche. Buona navigazione!