Nei prossimi giorni si decide chi sarà la città italiana scelta come capitale europea della cultura nel 2019 tra Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna, Siena. Per scoprire i progetti in lizza, per conoscere le idee proposte e per capire quali sono i punti forti di ciascuna candidata, siamo partiti per un viaggio in Italia alla scoperta delle magnifiche sei. Chi sarà la vincitrice? E voi chi scegliereste?

Sfruttare le proprie peculiarità e dar dimostrazione della propria creatività. Partendo da un ricco passato, e quello di Ravenna è particolarmente ricco, ma soprattutto guardando al futuro. E lo ha fatto coinvolgendo nel suo percorso anche Rimini, Forlì, Cesena, Faenza, Cervia, Russi e tanti altri Comuni della Bassa Romagna. Una grande alleanza territoriale è dunque lo strumento con cui Ravenna aspira a diventare capitale della Cultura nel 2019. Un progetto che ha radici lontane (sono partiti nel 2007), si muove per piccoli passi coinvolgendo tutte le istituzioni del territorio per valorizzare le risorse (umane e non) che già esistono, senza andar a prendere creativi altrove.

MOSAICI DI CULTURA

Riequilibrare il rapporto tra antico e contemporaneo, reinterpretare un passato tanto glorioso (Ravenna è stata per tre volte capitale imperiale) in modo innovativo. Un tempo Ravenna ha generato visioni artistiche divenute fondamentali per la storia europea. «Oggi Ravenna 2019 vuole proporre nuove visioni per l'Europa stimolando l'incontro tra tutte le forme di esperienza artistica del nostro tempo. In quest'ottica Ravenna 2019 cerca di affrontare temi fondamentali per il futuro del territorio come l'ospitalità, la diversità culturale, il conflitto e le sue composizioni, il rapporto con l'acqua e con l'esterno, oltre che ovviamente con le nuove tecnologie» spiegano nel progetto. Per farlo ogni località coinvolta darà il suo contributo per quelle che sono le peculiarità del suo territorio e della sua storia: così a Rimini si rifletterà di turismo, a Cesena di agricoltura e design. Tante tessere di un grande mosaico.

TRE MOTIVI PER ANDARE COMUNQUE A RAVENNA

Se Parigi val bene una messa, Ravenna val bene una visita, e nel farlo spesso si finisce anche a messa.
- Il Mausoleo di Galla Placida, il battistero neoniano, la Basilica di Sant'Apollinare Nuova, quella di San Vitale e quella di Sant'Apollinare in classe… l'elenco dei monumenti paleocristiani (e relativi mosaici) di Ravenna diventati Patrimonio Unesco è così lungo che si fa prima ad andare a vederli che a completarlo.
- Samuele Bersani voleva esportarla. Ma quando la mangi altrove non è la stessa cosa: la piadina romagnola mangiata così, a un chiosco trovato per strada, fatta al momento, con rucola e squacquerone, o pure con salsiccia e cipolla, ecco è un'esperienza da fare per capire cosa invece ci propinano in ogni dove sotto lo stesso nome.
- Opera, musica classica, ma anche jazz, elettronica, drammi, danza e chi più ne ha più ne metta. Da 25 anni l'estate Ravenna anima il suo patrimonio storico e architettonico con il ricco cartellone di appuntamenti del Ravenna festival che valgono non solo per la scenografia.

Info: www.ravenna2019.eu

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