In questo campo le scuole di pensiero sono fondamentalmente due. C’è chi ama sentirsi declamare dall’oste l’elenco di tutti i piatti di giornata, e poi ordinare l’ultimo che ha sentito perché non ricorda gli altri. E c ’è chi invece preferisce sfogliare e risfogliare un menu cartaceo fino a quando non l’ha memorizzato prezzi e ingredienti  e poi ordina il solito piatto di sempre. Mediamente chi preferisce questa seconda opzione si trova tra le mani liste esteticamente brutte: stampate alla bell’è meglio su fogli A4 bianchi, impaginate come fossero un elenco della spesa, senza attenzione alcuna all’estetica e alla grafica.

Non è così a New York, dove per farsi largo tra le migliaia di ristoranti si combatte anche a colpa di menu. Punti chiave: una grafica leggibile, con informazioni ben strutturate e deve sia possibile esteticamente coerenti con il disegno generale del ristorante. Mucca design (che in Italia ha realizzato le copertine di diverse collane di libri Rizzoli) è uno studio di design newyorkese che si è specializzato proprio nella realizzazione di menu. “Per disegnarli cerchiamo un equilibrio tra la funzionalità e l’estetica della carta stessa, tra evocare l’anima del ristorante e creare un’esperienza”, spiegano al magazine spagnolo Yorokobu. “Un menu ben architettato serve a guidare il cliente, aiuta a navigare tra i diversi piatti, le combinazioni e i prezzi, mostrando in modo intelligente tutte le scelte possibili”.

Lo studio newyorkese per i ristoranti normalmente si occupa di tutto, dal menu ai gadget, dai caratteri tipografici delle insegne ai fiammiferi omaggio. “Coniugato all’ambiente il menu serve a creare una prima impressione del posto che abbiamo scelto”, aggiungono. “Ma soprattutto un buon menu deve mettere appetito, perché se è ben disegnato diventa un aiuto per gli chef”. Dunque se gli occhi sono lo specchio dell’anima, un buon menu sarebbe in qualche modo lo specchio di un ristorante. A patto di essere sempre coscienti, come lo sono quelli di Mucca design “che un bel menu non salva una cucina mediocre”.