L’inverno che verrà non sarà un inverno qualsiasi, soprattutto in montagna. La sfida sarà accogliere i turisti e garantire servizi efficienti in una stagione segnata dalla scarsità di risorse energetiche. La soluzione pare scontata e riducibile a un sostantivo tanto facile a pronunciarsi, quanto difficile da tradurre in azioni concrete: sostenibilità.
Ad assumere un ruolo da capofila è l’Alta Badia, uno dei territori più belli delle Dolomiti che ha nel comprensorio del Dolomiti Superski e nel circuito del Sellaronda le due attrazioni più ambite. L’Alta Badia ha infatti ottenuto lo scorso 9 agosto la certificazione Gstc (Global sustainable tourism council) per il proprio impegno verso il turismo sostenibile, riconoscimento finora ottenuto da poche realtà italiane. Il Global sustainable tourism council è un’organizzazione istituita nel 2007 da United Nations Environment Programme e da Unwto, per promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale nel mondo del turismo ed è l’unico standard riconosciuto a livello internazionale, traguardo considerato tra i più prestigiosi per le destinazioni che puntano alla sostenibilità ambientale come elemento chiave della propria offerta turistica.
Trekking in Alta Badia / foto Alex Moling
“Per ottenere questo traguardo siamo partiti da lontano – spiega Roberto Huber, direttore del brand Alta Badia –, lavorando per rendere le nostre strutture e i nostri servizi sostenibili. Il percorso per ottenere la certificazione Gstc è durato circa due anni. Gli ambiti su cui abbiamo lavorato molto, coinvolgendo la comunità dell’Alta Badia sono stati il management, l’efficienza socio-economica (ovvero la capacità di supportare tutti gli attori della nostra comunità: imprese e associazioni); la tutela della cultura del territorio, che nel nostro caso è connotato dalla comunità ladina; infine l’ecosostenibilità energetica ed ambientale. Abbiamo impiegato un anno per raccogliere tutti i dati che avrebbero dimostrato nero su bianco al certificatore la qualità della nostra proposta. A ben pensarci, il Gstc è stato uno strumento per comprendere con numeri, cifre e parole che avevamo lavorato bene sul territorio. Oggi abbiamo un punto di arrivo e una base per migliorare ancora”.
Un tratto del Sellaronda / foto Shutterstock
 
Tanti i progetti “eco” messi in opera dalle amministrazioni nell’estate 2022: raccolte dei rifiuti collettive, la mappatura delle fontane per invogliare a non utilizzare acqua imbottigliata, card e sconti per lasciare ferme le auto e utilizzare impianti e biciclette, oltre al progetto Alta Badia Climate Plan, che mira, nella sua prima fase, al calcolo dell’impatto complessivo del territorio in termini di CO2, utilizzato per intraprendere strategie mirate alla riduzione e alla compensazione di anidride carbonica.
Alta Badia / foto Shutterstock
L'inverno, però, fa paura ed è enorme il fabbisogno di energia da spendere in ben 53 impianti di risalita e 130 chilometri di piste da tenere costantemente innevate, nonostante un trend di inverni sempre più caldi e secchi. “La nostra fortuna, che ci siamo creati con una programmazione costante, è che non siamo nelle condizioni di dover correre ai ripari. Abbiamo da molto tempo lavorato con in testa l’obiettivo preciso di tutelare le risorse del nostro territorio. Abbiamo quindi a disposizione impianti ad altissimo rendimento e sistemi di innevamento artificiale innovativi. Da tre anni utilizziamo il sistema Snow Management, che si traduce nella possibilità per i gatti delle nevi di definire con tecnologia di precisione il fabbisogno di neve, la profondità dello strato esistente, e inviare ai cannoni tutti i dati per non sprecare l’acqua, che abbiamo raccolto nei bacini durante l’estate e non abbiamo trattato chimicamente”.
Cannoni sparaneve ad Arabba / foto Shutterstock
Per quanto riguarda gli impianti di risalita Huber assicura: "Sono alimentati per il 100% da energia rinnovabile. Certo, abbiamo dovuto investire molto, ma ora ne raccogliamo i frutti”. Un altro capitolo riguarda l’efficienza di hotel e rifugi, ma sembra che in Alta Badia si siano preparati anche a questo. “Il 90 % delle nostre strutture alberghiere sono certificate per alta efficienza energetica. Ci sono poi interi paesi, come La Villa, coperti per il 60-70% dal teleriscaldamento”.
Un territorio modello? Senz'altro, ma quanto imitabile in Italia? Le Dolomiti sono un patrimonio dell'Unesco, una meta tra le più rinomate e ambite nel mondo e l’Alta Badia, soprattutto in inverno, si sta confermando una destinazione internazionale ed esclusiva. La speranza è che si colga l'occasione del Pnrr per seguire l'esempio virtuoso di Paesi che condividono con noi l'arco alpino, come Francia e Spagna, che dedicano 5 e 10 miliardi dei loro quadri finanziari ai territori e alle aree montane, per contrastare abbandono e spopolamento e innescare uno sviluppo sostenibile per una montagna accessibile a tutti.  
INFORMAZIONI
Scopri di più sul sito www.gstcouncil.org
Scopro di più su www.altabadia.org