Una chiacchierata tra amici, amici appassionati di cultura, quella che si è svolta stamattina nella Sala Consiglio del Touring Club Italiano. Ospiti Ferruccio de Bortoli, editorialista del Corriere della Sera, e Mauro Felicori, direttore uscente della Reggia di Caserta, introdotti dal presidente del Tci Franco Iseppi. Al centro dell'intervista le ultime avventure della Versailles italiana, tra lampadari da spolverare, siepi da potare e qualche pallone requisito.
I NUMERI DELLA REGGIA
Da 400mila visitatori all'anno siamo arrivati quasi a quota un milione, con picchi di alcune giornate con 20mila ingressi. Una follia, ma questo è un risultato che mi rende felice” racconta Mauro Felicori che inizia facendo una sorta di bilancio della sua gestione. “La Reggia è uno dei massimi monumenti in Europa e per vent'anni è stata abbandonata con gestioni surreali. Per quanto mi riguarda mi darei un 8 in comunicazione e un 6 stiracchiato per la gestione”.
Felicori ama scherzare e le sue dichiarazioni balzano sempre agli onori della cronaca andando a scuotere un ambiente, quello museale italiano, spesso assopito, almeno in apparenza. “Sono orgoglioso di essere un caso positivo, ma i casi non servono, è la continuità che cambia le cose. Ne sono un esempio i successi dei 20 direttori nominati tra le migliori professionalità europee a dirigere i musei italiani”.

IL RUOLO DEI VOLONTARI E IL TRAINO PER IL TURISMO
Con una mentalità imprenditoriale invece che assistenziale Felicori sa benissimo che, più che l'intervento dello Stato in emergenza, serve una continuità di rapporti soprattutto con le associazioni e le entità no profit. “I volontari del Touring con Aperti per voi ci hanno permesso di aprire, almeno tre giorni alla settimana, il Teatrino della Reggia che altrimenti sarebbe chiuso sempre. È fondamentale questa collaborazione e un approccio strutturato che ne consenta una continuità”.
Già perché la valorizzazione della Versailles italiana in tutti i suoi aspetti, dai giardini ai saloni, ha trainato anche il comparto turistico della zona. “Il fatturato di un museo non si misura in euro, ma nella soddisfazione della visita, nella scoperta di qualcosa che non si conosceva, nel confronto con l'arte”, prosegue Felicori. “Se la Reggia riuscisse a mantenere questi numeri potremmo arrivare al pareggio di bilancio nel 2019 e da quel momento in poi potremmo usare i soldi pubblici per valorizzarla ulteriormente. Con i soldi in più abbiamo spolverato i lampadari e potato alcune siepi” dice sorridendo e scatenando un sonoro applauso.
Ma la rinascita della Reggia non è solo una questione di fatturato e numeri. Lo sa bene chiunque ne abbia varcato la soglia negli ultimi anni. Lo straordinario patrimonio artistico ora è davvero accogliente, pulito, organizzato e molto popolato: “Il nostro pubblico è vario, non per forza d'élite, anzi, però c'è un rispetto molto alto. Un po' di palloni ai ragazzini li abbiamo sequestrati, ma tutto sta migliorando. L'importante è che i visitatori escano soddisfatti dalla Reggia”.
Da sinistra: Gianmario Maggi, consigliere Tci; Mauro Felicori; Franco Iseppi, presidente Tci; Giovanni Pandolfo, consigliere Tci; Ferruccio De Bortoli​
PROGETTI PER IL FUTURO
Per tutti la questione è che cosa succederà quando Felicori sarà costretto ad andare in pensione, il prossimo 31 ottobre: “Devo essere onesto, non ho gradito la cosa, sarei pronto a continuare il mio lavoro qui. Ma non è una questione personale, mi preoccupa solo che a pochi giorni dal mio pensionamento non si sa ancora chi andrà a sostituirmi”.

Felicori al destino della Reggia è affezionato. Ha dedicato impegno, battaglie e sforzi quotidiani per trasformare questo patrimonio tutto italiano e ci soffrirebbe a vederla tornare com'era prima del suo arrivo. Non vuole svelare quale sarà il suo futuro, ma un progetto in mente ce l'ha: “Sarebbe bello scrivere una guida per il Touring sulla Appia Antica, una Guida Rossa magari... Ma il presidente Iseppi punta invece su qualcosa di più innovativo. Staremo a vedere”. Tradizionale o innovativa o entrambe le cose, sarebbe comunque un bel modo per valorizzare la pensione.

Per rivedere la registrazione dell'incontro (comprese le riflessioni di Felicori sugli archivi museali, sullo spostamento delle opere d'arte, sulla gratuità dell'ingresso ai musei) ecco il video.