Un sogno che è diventato realtà. Trasformare un'area deserta e abbandonata da anni, antistante all'arcipelago della Maddalena, e trasformarla in un’azienda agrituristica completamente ecosostenibile. Questa la sfida raccolta dall'imprenditore torinese Marco Boglione (presidente del gruppo BasicNet, titolare dei marchi dell'abbigliamento per sport e tempo libero, da Superga a K-Way, da Sebago a Robe di Kappa) e dalla moglie Stella.
 
Stazzu Ziu Agnuleddu
Nelle loro mani l'isola di Culuccia, nota anche come l'isola delle vacche (in realtà una penisola sulla costa nordest della Sardegna, tra Porto Pollo e Porto Pozzo) è rinata. Era una zona deserta e semi abbandonata da molti anni ma al tempo stesso è super protetta: dal 1992 è “Oasi permanente di protezione faunistica e di cattura”, dove è vietata la caccia, dal 2004 è “area di notevole interesse” (fa parte anche della rete europea di aree protette) e infine “zona di protezione speciale” con tanto di Osservatorio naturalistico.
 
Culuccia / foto Silvestro Serra
È stato anche merito di Angelo Sanna, “Ziu Agneleddu”, ex ufficiale postale di Santa Teresa, dal 1923 al 1996 proprietario in questo piccolo regno di 300 ettari affacciato sul più bel mare dell'arcipelago che lui attraversava a cavallo, in sella al fedele Lambretta, resistendo alle lusinghe dei tanti re del mattone decisi a trasformarlo in una lussuosa replica della vicina Costa Smeralda.
 
Nel giro di qualche anno lecci, lentischi, corbezzoli, cisti, mirti, ginestre, asfodeli avevano completamente ricoperto i 15 km di sentieri che l'attraversano. Per ritrovarli Boglione si è dovuto avvalere delle foto aeree scattate dagli aviatori Alleati durante la seconda guerra mondiale.
 
Cala Vitale
Ridisegnate le strade, sono stati rimessi in ordine i due unici stazzi da pastore, trasformati in semplici e accoglienti dimore, sistemati tre pontili, vietato l'ingresso a mezzi a motore. Poi sono state ripiantate le due vigne per il vermentino Docg di Gallura, è stata avviata la produzione del miele e di gin. Sono state restaurate le antiche strutture di allevamento dei mitili e trasformate, con la collaborazione dell'università di Cagliari, in un allevamento modello di ostriche, con annesso un Oyster bar. Grazie alla passione e al pollice verde di Stella, sono stati impiantati due orti botanici e officinali, vista la grande biodiversità presente sull’isola. Sono stati sistemati i recinti e i tradizionali muretti di granito grazie all'abilità dei fratelli Corongiu, rinomati in tutta la Gallura e, infine, sono stati restaurati i ricoveri e gli abbeveratoi.
 
Una "vacca di Culuccia"
L'isola era e resterà il regno incontrastato per animali selvatici, cinghiali vacche e tori, lepri, asini ma anche tartarughe, pernici, volpi e un sicuro rifugio per uccelli di passaggio come i fenicotteri rosa o per quelli stanziali come il gabbiano corso, il marangone dal ciuffo, la berta maggiore e minore. A provvedere all'energia elettrica solo dei pannelli solari e un generatore di emergenza.
 
Quest'estate è partita l'ultima fase di recupero: aprire l'isola e renderla accessibile a un turismo sportivo e sostenibile, organizzare escursioni in bicicletta, passeggiate piedi e a cavallo (i cavalli sono forniti dal maneggio Li Nibbari di Santa Teresa di Anna Teresa Vincentelli, allevatrice e campionessa di endurance).  
 
Un apiario sull'isola
Solo 35 i posti letto per i fortunati. Per i giovani “lupetti di mare” è poi previsto il Sebago camp dove potranno alloggiare in tenda e partecipare alle lezioni di vela. I visitatori potranno visitare l’isola liberamente e accedere alle numerose spiagge, seguendo alcune semplici regole base: iscriversi alla app dedicata, non abbandonare i sentieri segnati, rispettare l'ambiente e gli animali, non accendere fuochi né allestire bivacchi, lasciare pulito. Ps. Non è consentito l'accesso ai cani, per non disturbare la fauna selvatica presente.
 
INFO E CONTATTI
- Per saperne di più, sito www.culuccia.com e numeri tel. 393.3932074917/350.0063318.