È appena uscita la nuova Guida Verde "Umbria", disponibile sul nostro store online, in tutte le librerie e nei Punti Touring. Completamente aggiornata, arricchita di nuovi contributi, è ideale per iniziare a pianificare una vacanza o un weekend, ma anche per scoprire nuove realtà, documentarsi, sognare a occhi aperti. Merito anche dei percorsi d'autore di Angelo Ferracuti, di cui vi offriamo un saggio poco oltre. 

Intanto, ecco qualche anticipazione sui contenuti della nuova guida, un viaggio lento, alle radici della spiritualità, tra i borghi arroccati, le tradizioni e i sapori intensi di una regione in bilico fra persistenze d’antico e febbre del nuovo. Una verde coreografia di paesaggi trapuntata di medioevo, land art, jazz e cioccolato, raccontata passo passo nelle pagine della Guida Verde. Fra le stuzzicanti novità di questa edizione, corredata da una ricca selezione di Indirizzi utili e dalla cartografia Touring con il consueto dettaglio:
● fiabesco, materico, francescano: il paesaggio umbro nei Percorsi d’autore dello scrittore Angelo Ferracuti;
● Perugia medievale, sotterranea, bohémien, internazionale: il capoluogo umbro in tutte le sue stratificazioni;
● prelibatezze doc e assaggi consigliati da Città di Castello alla Valnerina, patria mondiale della norcineria;
● chiare fresche e dolci acque umbre: gli outdoor più adrenalinici, dalle sponde del Trasimeno alle rapide del Nera sotto le Marmore fragorose;
● Perugino e l'invenzione del paesaggio moderno: lezioni di pittura rinascimentale al cospetto dell'Adorazione dei Magi di Città della Pieve;
● in bicicletta sulla via degli ulivi da Spello ad Assisi: pedalate panoramiche nei luoghi del Santo;
● Umbria chiama mondo dalle cento città-palcoscenico: Festival dei 2 Mondi, UmbriaJazz, Corsa dei Ceri, Marcia della Pace... e le altre manifestazioni world inclusive della regione;
● l'eterna primavera dei piani di Castelluccio, Tibet d'Europa: un paradiso in fiore per mistici e non.

Le fonti del Clitunno / foto Getty Images
Scrittore, reporter e autore poliedrico, Angelo Ferracuti è sempre partito da Fermo, la sua città natale, per raccontare geografie e umanità. Ha collaborato con "Diario" e con "il manifesto". Ha pubblicato, fra le molte opere: Viaggi da Fermo (Laterza 2009), Il mondo in una regione (Ediesse 2009), Il costo della vita (Einaudi 2013), Andare, camminare, lavorare (Feltrinelli 2015), Addio (Chiarelettere 2016), Giovani leoni (Minimum fax 2017), La metà del cielo (Mondadori 2019). In quest'articolo l'abbiamo intervistato per capire meglio la "sua" Umbria; qui vi proponiamo uno dei suoi percorsi d'autore, pubblicato sulla Guida Verde. 

TIRAR DI BOXE NELLA CITTÀ DEL SANTO
di Angelo Ferracuti

Ogni passo è un racconto, ogni immagine è un momento unico. Al Museo della boxe di Assisi, un paradosso curioso nella città della mitezza e della pace, si può osservare lo ‘scatto’ in bianco e nero di un’epica, quella del pugilato italiano: una storia centenaria popolata da pugilatori tecnici eleganti, picchiatori e lottatori indomiti, gloriosi campioni del mondo. C’è anche la foto di Enzo Fiermonte, detto l’Apollo del ring, che somiglia incredibilmente a Francis Scott Fitzgerald e quella di Mario D’Agata, il primo e unico pugile sordomuto ad aver vinto un titolo mondiale, la corona dei Pesi gallo del 1956, battendo per ko al settimo round il parigino Robert Cohen. Al primo piano, vicino alle foto di Primo Carnera e a una cronologia visiva che va dal 1916 ai giorni nostri, un angolo dedicato a una sequenza di foto di Sandro Mazzinghi e Nino Benvenuti, come quella dove il toscano è ritratto dopo l’incontro con Ki-Soo-Kim, un pugile sudcoreano, il viso ferito segnato dai colpi, le arcate sopraccigliari sanguinanti: una battaglia tremenda, un match selvaggio.

C’è anche una foto struggente di Tiberio Mitri allo specchio, lui e il suo doppio. La sua storia disperata sembra la metafora perfetta di questo sport, una lotta continua per non soccombere, per non essere sconfitti ai punti, o cadere al tappeto. Come in un tragico finale, fu travolto da un treno alla stazione di Santa Maria in Trastevere a Roma, mentre camminava stordito sui binari. La ‘tigre di Trieste’, il pugile che il 12 luglio 1950 sfidò al Madison Square Garden Jake LaMotta durante uno scontro memorabile, era rimasto solo, malato di Alzheimer, beveva alcol e vagava per la città senza neanche ricordarsi dove fosse. Come disse del declino di un pugile l’americano Willie Pep, leggendario campione dei Pesi piuma degli anni ‘40: «Prima si perde il movimento di gambe, poi si perdono i riflessi, poi si perdono gli amici».
Al secondo piano c’è lo scenografico ring usato per gli allenamenti dei Giochi Olimpici di Roma del 1960 (nella foto), dove saltellò anche Cassius Clay, diciottenne e già sfrontato, che nella finale dei Mediomassimi sbaragliò il suo avversario, il polacco Pietrzykowski; ci sono una preziosa raccolta di opere d’arte e persino un’urna con sopra le valigie di cartone usate dai pugili che andavano a combattere all’estero. In esposizione anche le medaglie di Cammarelle, oro a Pechino nel 2008, il più grande dilettante della nostra storia, che nonostante le ricche offerte non è mai voluto diventare professionista, e la foto di un Nino Benvenuti ragazzo, oro e Coppa Van Barker, ‘migliore dei migliori’ alle Olimpiadi di Roma del 1960. Al piano terra si trova la palestra con i suoi quattro ring, dove si allenano gli atleti della nazionale: finito il glorioso passato, è qui che si costruisce il futuro della boxe italiana, la quarta nel Mondo per medaglie olimpioniche conquistate, con gli ori di Benevenuti, Atzori, Oliva, Stecca e Parisi. E di Assisi è uno dei nostri grandi campioni di tutti i tempi, uno dei più longevi, Gianfranco Rosi, più volte campione del mondo dei Superwelter. 

Museo nazionale del Pugilato / foto Fabio Bozzani
INFORMAZIONI
La Guida Verde Umbria è disponibile sul nostro store online, in tutte le librerie e nei Punti Touring.