È appena uscita la nuova Guida Verde "Toscana", disponibile sul nostro store online, in tutte le librerie e nei Punti Touring. Completamente aggiornata, arricchita di nuovi contributi, è ideale per iniziare a pianificare una vacanza o un weekend, ma anche per scoprire nuove realtà, documentarsi, sognare a occhi aperti. Merito anche dei percorsi d'autore di Vanni Santoni, di cui vi offriamo un saggio poco oltre. 

Intanto, ecco qualche anticipazione sui contenuti della nuova Guida Verde, che racconta una delle mete turistiche più famose e amate al mondo. Oltre 30 itinerari cartografati nel dettaglio si dispiegano dalla fascia appenninica fino al litorale tirrenico e alle isole dell’Arcipelago, passando per le dolci colline dell’entroterra, le città d’arte e i borghi di pietra, le badie, le fortezze... Una ricchezza intensamente codificata di panorami, monumenti, esperienze – dai Patrimoni dell’Umanità Unesco alle Bandiere Arancioni del Touring – ma che si rinnova di continuo, anche nei possibili modi di fruizione, come dimostrano alcune delle chicche di questa nuova edizione:

● abbazie, monasteri, castelli: il mondo archeofantasy della campagna toscana nei Percorsi d’autore di Vanni Santoni;
● wine tasting nelle cantine storiche del Chianti, sui dolci rilievi scanditi dai filari;
● La Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca e i capolavori del Rinascimento toscano ai raggi X, modello di equilibrio fra arte e paesaggio;
● in bicicletta sulle strade bianche dell’Eroica e gli altri tracciati per cicloamatori;
● l’essenza del paesaggio toscano e dove trovarla: strade, mulattiere, sentieri dalla Lunigiana alla Val d’Orcia, dal Valdarno al Casentino;
● sulle Colline metallifere, percorsi geotermici nella piccola Islanda di Toscana;
● la natura glamour della Versilia e dell’Elba, le perle appartate del golfo di Follonica e del Parco di Baratti e Populonia: spiagge, dune, pinete e archeologia;
● Siena, Lucca, San Gimignano, Monteriggioni, Volterra, Cortona..: trekking urbani sui muri di pietra.
Alba in Val d'Orcia / foto Getty Images
Scrittore, editor, critico con quartier generale a Firenze, Vanni Santoni ha esordito nel 2007 con Personaggi precari, cui sono seguiti numerosi altri romanzi fra cui Se fossi fuoco, arderei Firenze (Laterza 2011), la trilogia di Terra Ignota (Mondadori 2013-2017), Muro di casse (Laterza 2015), La stanza profonda (Laterza 2017, candidato al premio Strega) e I fratelli Michelangelo (Mondadori 2019), ambientato in gran parte a Vallombrosa. Per minimum fax nel 2013 ha coordinato il romanzo collettivo In territorio nemico e nel 2020 ha pubblicato il saggio La scrittura non si insegna. È una delle firme del Corriere della Sera e della "Lettura". In questa intervista ci ha portato nella sua Firenze e nella Toscana da riscoprire.
LA RAREFAZIONE DEL SACRO ALL'ABBAZIA DI VALLOMBROSA
L'abbazia di Vallombrosa, a Reggello (Fi) / foto GettyImages
Saltino e Vallombrosa, due località tanto vicine e assorellate che avrebbero ben potuto andar sotto lo stesso nome. Si ebbe invece cura di dividerle, come a sancire una barriera anzitutto di verbo tra il luogo secolare e quello sacro (evenienza che raggiunse, forse, il suo picco di senso quando questi monti divennero il ritrovo del jet-set degli anni Dieci e Venti, tra il casinò, le orgette e le nuove polverine stimolanti di cui fu primo sponsor D’Annunzio).
Così, anche oggi, chi intenda recarsi a Vallombrosa passerà prima dal Saltino, salirà e poi discenderà, anzi sprofonderà, nel primo lembo di foresta reale, quella di abeti e douglas, così diversa dalla flora endemica delle alture sottostanti, tutta aceri e castagni, e sentirà subito una variazione: prima di tutto nella temperatura, che scende su livelli più adatti alla contemplazione; poi nella luce, che si abbassa fino a una media oscurità, in cui tuttavia non mancano gli sprazzi di luce, filtrati in trine dall’alto dei rami; infine nel rumore, dato che c’è anche più silenzio, per quanto oggi il Saltino sia tutto men che una località vivace. Il tempo, allora, come condotto da questi tre segnali, rallenta a sua volta, preludendo a quella sospensione che è attributo del divino. Eccomi allora superare il Pratone, in cui l’ultimo e poco significativo invito alla voluttà è il banchino della porchetta, per risalire lungo l’ultima tratta e trovarmi di fronte alle mura sante. Mura, però, anche traditrici.
L’aspetto esteriore dell’abbazia di Vallombrosa non è infatti quello che si aspetta il pellegrino in vena di afflati mistici: le mura sono da fortezza, e fin lì ci si può anche stare, ma fa loro sponda una facciata, rifatta nel Sei e poi Settecento, che più che trascendenza esprime potere temporale – e sotto sotto anche un latente desiderio di fasto. Ci ha pensato però la storia a riavvicinare l’abbazia al misticismo, e lo ha fatto con un paradosso. Tutto normale: si sa che la mente umana non può concepire l’oltreumano senza cadere in contraddizione. Lo hanno spiegato meglio di tutti i monaci zen: chi solleva ogni velo troverà, in fondo, un paradosso, e la sfida proprio non si vince con le armi della mente – né c’è bisogno di andare in Tibet per prenderne atto, se è vero che fiumi di commenti filosofici e centinaia di ore di concilî sono stati spesi attorno a ciò che, nella più ordinaria delle funzioni, come quelle che si svolgono nella chiesa dell’abbazia in cui nel frattempo sono entrato, trovando un solo frate, seminascosto nelle ombre e impegnato ad accendere (o le sta spegnendo?) le candele, è racchiuso nella formula ‘mistero della fede’. Qua il nodo sta proprio nella sproporzione tra la vastità della comunità monastica e di fedeli per cui è pensata la struttura e quella, sparuta, che effettivamente la frequenta: l’abbazia di Vallombrosa non è più solo luogo del silenzio, ma anche della rarefazione, e paradossalmente ciò la rende più vicina all’assoluto – già eremo, senza dover salire oltre. 
Vanni Santoni
INFORMAZIONI
La Guida Verde Toscana è disponibile sul nostro store online, in tutte le librerie e nei Punti Touring.
Scopri anche la Guida Verde Firenze nella nostra news dedicata