Mario De Biasi, il fotografo che fece voltare l'Italia, o almeno gli italiani maschi. Correva l'anno 1954 e sul Bolero film, settimanale della Mondadori uscì un servizio fotografico dove la protagonista, una giovane prosperosa Moira Orfei, attraversava il centro di Milano in abito bianco scollato e attillato (per l'epoca).
Mario De Biasi, primo fotoreporter in assoluto assunto in pianta stabile all'interno di una redazione, il settimanale mondadoriano Epoca, riuscì a cogliere le reazioni sui volti, stupiti, sorpresi, estasiati dei passanti, tutti uomini. Un trionfo (riconosciuto dai telegrammi di complimenti speditigli da Arnoldo Mondadori). Il servizio, insieme a tanti altri (ben 130 le copertine di Epoca firmate da lui, 256 le immagini esposte di cui gran parte inedite) realizzati in oltre 50 anni di carriera è in mostra (Fotografie 1947-2003 curata da Enrica Viganò) fino al 9 gennaio 2022 nella galleria Tre Oci alla Giudecca, Venezia.
Mario De Biasi, Messico, 1968
De Biasi, bellunese trasferitosi a Milano a 15 anni come operaio poi elettrotecnico alla Magneti Marelli e poi licenziatosi senza aspettativa, grazie ai suoi scoop divenne presto uno dei più noti e affermati fotogiornalisti italiani, spedito in tutto il mondo, dalla Nasa di Huston alla vigilia del lancio del fortunato dell'Apollo 11 in partenza per la luna, all'Ungheria durante la rivolta di Budapest, dalla Siberia d'inverno a meno 65 gradi, all'eruzione dell'Etna, alla Sardegna profonda, dalla Mostra del cinema di Venezia, alle nozze dello scia di Persia.
Coraggioso al punto da essere nominato “il fotografo pazzo” per le sue imprese spesso al limite dell'azzardo fisico. Ha raccontato nelle sue immagini, soprattuto in bianco e nero, con fedeltà, umiltà e originalità, sia importanti eventi storici sia ambienti semplici, spaziando dalle dive del cinema ai grandi artisti, da Sophia Loren a Federico Fellini ad Aligi Sassu.
Silvia, la figlia del fotografo scomparso nel 2013, ne cura il colossale archivio e ha anche messo a disposizione della mostra i tanti disegni geometrici e astratti, compreso un alfabeto illustrato, che De Biasi realizzava nei momenti tranquilli durante i suoi interminabili viaggi. Quella di De Biasi sarà la penultima mostra fotografica visibile nella bellissima sede alla Giudecca che vanta oltre 10 anni di attività espositiva. 
Mario De Biasi, Fellini e Masina, Venezia, 1955
L'anno prossimo toccherà alla 97enne Sabine Weiss, unica donna membro del noto gruppo dei “fotografi umanisti” soprattutto francesi (da Henri Cartier-Bresson a Robert Doisneau), esordire in Italia e chiudere la fortunata stagione. Poi dal 2023 la sede, con un nuovo nome, si trasferirà nel centro storico veneziano. Quello che non cambierà sarà il sostegno della San Lorenzo, una grande realtà internazionale della nautica di eccellenza, e del suo leader, Sergio Buttiglieri, che continuerà a promuovere la fotografia e la galleria veneziana come già in altre occasioni (da Art Basel al Salone del mobile di Milano), come naturale trait-d'union tra l'arte e il design.
INFO E CONTATTI
"Mario De Biasi. Fotografie 1947-2003", fino al al 9 gennaio 2022 nella galleria Tre Oci alla Giudecca, Venezia. Aperto tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 11 alle 19. Biglietto ridotto per i soci Touring. Scopri di più su www.treoci.org. Per visite guidate e prenotazioni obbligatorie, booktreoci@gmail.com. Il catalogo Marsilio con i saggi, tra gli altri, della curatrice Enrica Viganò e di Denis Curti, direttore artistico dei Tre Oci.