“È ora di istituire il Parco degli Iblei”. L’invito, o meglio il richiamo accorato, si legge in un documento firmato da 61 realtà tra associazioni culturali e ambientali, operatori del settore culturale, economico, del turismo, organizzazioni sindacali e imprese che chiedono “l’immediata istituzione” del Parco nazionale che si distende sull’altopiano della Sicilia orientale, a cavallo delle province di Siracusa, Ragusa e Catania. La nota, condivisa anche dall’associazione Italia Nostra, è stata inviata al Ministero della Transizione Ecologica, all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, ai Commissari dei Liberi Consorzi fra Comuni di Siracusa e Ragusa e al Commissario della Città Metropolitana di Catania.
Il Parco avrebbe un’estensione di circa 150 mila ettari. Si tratterebbe della più grande area protetta in Sicilia e del più grande parco nazionale dell’isola, comprendente al suo interno sia le riserve naturali Pantalica-Valle dell'Anapo, Cavagrande del Cassibile e il complesso speleologico Villasmundo-S.Alfio, sia i Siti di importanza comunitaria (Sic), le Zone speciali di conservazione e le Zone di protezione speciale.
“Il Parco Nazionale degli Iblei - si legge nella nota delle associazioni - attende ancora il completamento del suo iter istitutivo (…) e la sua istituzione rappresenta un indispensabile riconoscimento utile alla tutela e alla conservazione di un’intera area dell’altipiano ibleo di straordinaria importanza ambientale, naturale, culturale, archeologica, enogastronomica, etnoantropologica che potrebbe produrre importanti e concreti benefici socioeconomici per le comunità locali, in linea con gli obiettivi prefissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu”.
Palazzolo Acreide, area archeologica di Akrai / foto Shutterstock
Lo stallo sulla definizione dei confini del Parco degli Iblei dura da molto tempo. La legge che ne prevede l’istituzione risale infatti al 29 novembre 2007. Nel 2008 l’allora ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio riesce a far stanziare nella Legge Finanziaria risorse utili a istituire sull’isola ben quattro parchi nazionali: le Isole Eolie, le Isole Egadi e litorale trapanese, i Monti Iblei e Pantelleria. La spinta legislativa però si arena presto e i ritardi sulla istituzione delle aree protette iniziano ad accumularsi. Fino al 2016, quando un grave incendio doloso devasta Pantelleria e spinge la Presidenza della Repubblica, il Consiglio dei Ministri e il Governo Regionale siciliano a proteggere l’isola tutelandola con l’istituzione del primo Parco Nazionale istituito in Sicilia.
Se i parchi delle isole non sono stati più dibattuti o quasi, i riflettori sul Parco degli Iblei non si sono mai spenti. Nel 2019 i funzionari dell’assessorato all’Ambiente e al Territorio della Regione Siciliana hanno portato a termine l’ulteriore lavoro di perfezionamento e di dettaglio in merito alla perimetrazione del parco e all’individuazione delle misure di salvaguardia. Da allora la pratica è sul tavolo del ministero dell’Ambiente e dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione dell’ambiente).
Parco Archeologico Cava d'Ispica / Foto Shutterstock
Nel 2022 gli attori in campo sono i ventisette Comuni compresi nella proposta di istituzione dell’Area protetta, i Liberi Consorzi Comunali di Siracusa e Ragusa, la Città Metropolitana di Catania, la Regione Siciliana con l’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente e le associazioni culturali e ambientali sul territorio.
L’ultima frenata è dello scorso agosto, con la sospensione per 90 giorni dell’iter di Istituzione del Parco da parte del Ministero per la Transizione ecologica, che ha accolto una richiesta dei sindaci dei Comuni della provincia di Siracusa: nel documento, gli amministratori ribadiscono “di non essere mai stati contrari all’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei, né tantomeno di muovere le loro riserve sulla base di preconcetti o pregiudizi, che esulano dal loro ruolo di garanti del territorio, ma solo ed esclusivamente dall’effettiva analisi dell’incompleta e carente documentazione attualmente in possesso”.
Nell’attesa che tutti gli attori in campo si accordino e che il nuovo Governo sciolga le riserve, si è aggiunta una nuova tessera al mosaico che fa pensare a una prossima realizzazione del Parco. Il Tar regionale della Sicilia lo scorso 7 ottobre ha infatti bloccato la realizzazione di un impianto fotovoltaico previsto in contrada Cavadonna di Siracusa, ma che toccherebbe anche i territori di Canicattini Bagni e Noto. Il parco eolico aveva già incassato il sì della Regione Sicilia, ma il Tar ha ritenuto "carenti nella valutazione" i chiarimenti forniti dalle controparti in merito a due aspetti: la "interazione dell'opera con le circostanti aree protette" in quanto Zone speciali di conservazione e in particolare con la perimetrazione del futuro Parco nazionale degli Iblei”. L'udienza sul merito della vicenda è stata fissata al 22 giugno del prossimo anno, ma la speranza è che il Parco nasca molto prima.
Riserva Naturale Orientata Cavagrande del Cassibile / foto Shutterstock