Seconda puntata: K2, le foto storiche del Tci
 
A distanza di 60 anni dall'epica impresa solo due protagonisti di allora sono ancor oggi in vita: si tratta degli alpinisti Ugo Angelino di Biella e Erich Abram di Bolzano.Angelino, ancora in ottima forma, novantenne, ha partecipato come ospite d'onore all'ultima edizione del Trentofilmfestival lo scorso maggio. “Il K2 è stata certamente un'impresa indimenticabile che ha segnato la mia vita” ci ha detto in quell'occasione.
 
Nelle puntate precedenti abbiamo scritto che l'impresa è stato frutto di un grande lavoro di squadra i cui protagonisti erano 13 alpinisti provenienti da diverse regioni d'Italia, più 5 ricercatori e vari portatori. Gli scalatori erano Achille Compagnoni, Lino Lacedelli, Walter Bonatti, Ugo Angelino, Erich Abram, Mario Fantin, Cirillo Floreanini, Pino Gallotti, Guido Pagani, Mario Puchoz, Ubaldo Rey, Gino Soldà e Sergio Viotto. Tra gli scienziati, oltre a Desio, c’erano Paolo Graziosi, Antonio Marussi, Bruno Zanettin e Francesco Lombardi. 
 
Ecco qualche aneddoto e frammento di storia.
 
IL COMANDO DI ARDITO DESIO. Ardito di nome e di fatto, volitivo, indomabile, geniale, il massimo geologo italiano, colui che già nel 1929 s'imbattè nel K2 e colui che per primo scoprì il petrolio in Libia, fu l'indiscusso capo spedizione. La sua gestione dell'impresa fu para-militare e le sue decisioni erano inappellabili.
 
L'ESCLUSIONE DI RICCARDO CASSIN. Qui parliamo di un non-protagonista. Riccardo Cassin, friulano ma lecchese d'adozione, uno dei più forti arrampicatori degli anni Quaranta-Cinquanta, partecipò al sopralluogo al K2 con Desio un anno prima. Poi al momento della scelta della squadra fu scartato. Per motivi medici, fu la versione ufficiale. Fu una grande ingiustizia.
 
LA VERITA' DI BONATTI. La salita del K2 fu un successo di squadra anche se in vetta salirono solo Compagnoni e Lacedelli. Fondamentale fu però l'apporto di Walter Bonatti, uno dei più forti alpinisti italiani di tutti i tempi, che portò sotto l'ultimo campo le bombole di ossigeno indispensabili per l'assalto finale, pernottando poi all'addiaccio a 8100 metri con il portatore hunza Amir Mahdi. La sua versione dei fatti, contestata e non riconosciuta nella relazione ufficiale di Desio e del Cai dell'epoca, fu accolta solo pochi anni fa dopo che un Comitato di tre saggi (composto da Fosco Maraini, Alberto Monticone e Luigi Zanzi) nominato dal CAI riesaminò tutta la questione dando ragione finalmente a Bonatti. Giustizia era fatta. Meglio tardi che mai. Peccato che Bonatti non potè godere a lungo di questo tardivo riconoscimento della sua verità: è scomparso infatti nel 2011.
 
L'ALTO PREZZO. La vittoriosa impresa ebbe però un alto prezzo: un componente del gruppo, l'alpinista valdostano Mario Puchoz, fu colpito da edema polmonare e morì in quota. Fu sepolto in loco, sul bordo del ghiacciaio su un terrazzo roccioso.
 
LE CELEBRAZIONI. Sabato 26 luglio a Recoaro Terme (Vi) luogo di nascita di Gino Soldà, uno degli alpinisti della spedizione, presso il monumento a lui dedicato, alla presenza di Ugo Angelino vi sarà una cerimonia commemorativa accompagnata dalle note di un coro alpino. Mentreil 31 luglio, il giorno dell'anniversario, si svolgerà una cerimonia ufficiale a Skardu, in Pakistan.
 
Nella gallery fotografica:
  • - Walter Bonatti tra Pino Gallotti e Achille Compagnoni. Foto tratta dal Fondo Saglio dell'archivio fotografico Tci
  • - Compagnoni e Lacedelli. Foto tratta dal Fondo Saglio dell'Archivio fotografico Tci
  • - Il funerale di Mario Puchoz. Foto tratta dal Fondo Saglio dell'Archivio fotografico del Tci
  • - La tenda di Ardito Desio. Foto tratta dal Fondo Saglio dell'Archivio fotografico del Tci
  • - Ugo Angelino al Festival di Trento 2014.