Dopo aver fatto il viaggio del salmone che risale il suo fiume, anche Io sono il Po arriva (quasi) alla sorgente e celebra la sua quarta e ultima tappa a Torino. E se il salmone depone le uova, la tappa torinese ha visto l’ultima discussione su quello che sarà l’eredità di questo lungo viaggio: la Carta del Po, un documento programmatico su un possibile sviluppo del fiume e del suo territorio.
IL CONVEGNO
Per tre giorni, dal 16 al 18 ottobre, il grande fiume è stato protagonista delle tante attività del progetto di valorizzazione del Po che da mesi il Touring Club Italiano porta avanti in collaborazione con il Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali. Si è iniziato con il convegno Uomo e fiume tra memoria, storia e geografia, in cui si è discusso di civiltà di fiume e di possibilità (concrete) per lo sviluppo sostenibile del Po e del suo bacino. Un convegno introdotto dalla presentazione della squadra paralimpica di canottaggio della Canottieri Armida, campioni italiani che hanno raccontato il loro rapporto con il Po, dove si allenano ogni settimana. La prima parte, dopo la presentazione del progetto da parte del Presidente Franco Iseppi, è stata dedicata alle relazioni introduttive. Christian Greco, direttore Museo Egizio di Torino, ha raccontato delle grandi civiltà che si sono sviluppate intorno ai fiumi, e dalle cui acque hanno tratto sostegno economico ed energia, e le cui acque hanno sfruttato per entrare in comunicazione con il resto del mondo. Mentre Davide Poggi, professore associato del Politecnico di Torino al dipartimento di idraulica e trasporti, ha spiegato come mettere il sicurezza il territorio intorno al fiume, ripensando il concetto stesso di argine e le pratiche portate avanti fino a oggi. «Il fiume non si può mettere in gabbia. Se ne deve solo ridurre il rischio, permettendogli di esondare. Non è pericoloso il fiume, sono pericolosi gli interventi sbagliati dell’uomo. Serve un concetto diverso di sicurezza».
La seconda parte si è concentrata sulla discussione dei punti salienti della Carta del Po, un codice di riferimento per orientare le scelte e le politiche che riguardano il grande fiume in senso più possibile sostenibile, promuovendo la prospettiva turistica per portare a sistema tutte le altre componenti socio-economiche. Una discussione che ha visto i contributi di Paolo Pileri, docente del Politecnico di Milano; Alessandro Toccolini, dell'Università degli Studi di Milano; Roberto Biscardini, architetto e presidente dell'associazione Riaprire i Navigli; Albano Marcarini, urbanista; Andrea Quartarone, autore televisivo e di Massimiliano Vavassori, Direttore Centro Studi Tci.
 

UNA MOSTRA E TANTI APPUNTAMENTI

Ma Io sono il Po a Torino non è stato solo un momento di discussione, ma anche l’occasione per vedere e vivere il fiume. Come per esempio con la mostra allestita all’interno della Murazzi student zone, “Vivere il fiume. Un ponte tra memoria e futuro”. Un racconto per immagini fra gli straordinari scenari del Po, centrato sul rapporto fra l’uomo e il Grande Fiume, mettendo a confronto immagini storiche, dal primo Novecento agli anni Sessanta, conservate presso l’archivio del Touring Club Italiano, e immagini attuali caricate su Instagram con l'hashtag #iosonoilpo dagli utenti che hanno risposto all’invito del Tci.
E con le tante attività che hanno animato il finesettimana torinese, come è testimoniato dalle immagini di questo articolo, realizzate da una squadra di fotoreporter “al lavoro” lungo i Murazzi grazie alla collaborazione con PH Libero. Dalle prove di canottaggio in collaborazione con la Canottieri Esperia che si son tenute sabato mattina, alle visite guidate alle sale auliche del castello del Valentino realizzate in collaborazione con il Politecnico di Torino che hanno animato il sabato pomeriggio, fino alle bicicletta lungo il tratto urbano del Po in collaborazione con Fiab Torino - Pedaliamo Insieme e Bici & Dintorni. Mentre domenica il lungo fiume nei pressi della Murazzi student zone si è animato con un nugolo di tappetini stesi per terra per una dimostrazione pratica guida di Iyengar Yoga® sulle sponde del Po. E la giornata si è conclusa con il concerto gratuito del gruppo cameristico Alchimea: “Ritorno oltre i Confini”: dalla Classica al Rock, con repertorio da J.S. Bach a Bon Jovi, dagli Scorpions a Paganini suonati con arpa e chitarra elettrica.