L’ultimo giorno da turista a New York me lo sono organizzato bello denso infilando tre mete controcorrente ma assolutamente sorprendenti. La prima è una gita a Manhattan. I cancelli dell’Intrepid Sea Air & Space Museum aprono alle 10. Arrivare qui 9.40 con in mano il New York City Pass, significa mettere piede sulla gigantesca portaerei senza fare un minuto di fila. A questo punto come un vero ammiraglio si ha a disposizione tutta la truppa, ovvero i numerosi cimeli che hanno inorgoglito l’aviazione e la marina americana. Sommergibili, aerei, elicotteri, ma anche capsule spaziali. A questo lungo elenco di aggiungono due pezzi forti: il Concorde e lo Space Shuttle, tornati agibili dopo i lavori di restauro a seguito dell’uragano Sandy. L’Intrepid Ship è una vera e propria luna park per tutta la famiglia, se avete in programma una trasferta nella Grande Mela, dovete mettere questa visita in agenda.
Terminato lo “snooping” come dicono qui, tra le ingegnose ferraglie militari è ora di dedicare il giusto tempo al Bronx. Bistrattato ingiustamente da una reputazione ormai antiquata, questo distretto di New York riserva piacevoli sorprese. La prima ci riguarda da vicino, qui infatti si trova l’ultimo autentico scapolo di Italia. Rispetto all'asfittica zona di Little Italy a Manhattan, nel Bronx si respira proprio un’aria di quartiere a metà strada tra Posillipo e Bagheria. Il cuore pulsante della comunità tricolore si trova ad Arthur Avenue, colorata e nostalgica, puntellata di ristorantini di autentica cucina nostrana, pasticcerie, panetterie e compaesani che parlano un italiano sgrammaticato.
Se avete voglia e tempo vi consiglio di spingervi oltre. Accettate un consiglio, andate a City Island, 7 miglia a nordest da Arthur Ave (20 minuti di auto o 50 in autobus). Insieme alla più conosciuta Ellis Island, anche qui sbarcavano gli immigrati che cercavano fortuna negli USA. Ora di quell’era rimane poco o niente, ma questa cittadina incastonata nel golfo di Eastchester Bay è una vera chicca. Per certi versi mi ricorda Sausalito in California. Gli appassionati di vela dovrebbero fare un salto al piccolo museo navale cittadino visto che proprio a City Island venivano costruite tutte le barche in legno di Coppa America. Se poi cercate il posto giusto per mangiare dell’ottimo pesce, avete solo l’imbarazzo della scelta. Bene.
A questo punto sono pronto per inanellare l’ultima tappa di questo viaggio, prima di ripartire. Destinazione Queens, Long Island. Sono venuto a verificare se è vero che gli artisti da Brooklyn stanno venendo qui perché orami gli affitti sotto il ponte sono carissimi. Parlando con galleristi trovo la conferma che cercavo, non a caso proprio a Long Island si trova la dependance del MoMa, il PS1, un museo tutto dedicato all’arte contemporanea. Assolutamente da vedere. Il bello di questa zona è proprio il contrasto che c’è tra i vecchi edifici legati all’industria manifatturiera, ormai in disuso, e i nuovi grattacieli che stanno sorgendo lungo l’East River. Come ho già detto, questo è uno degli aspetti che amo di New York: gli apparenti contrasti di una città dove tutto è in costante metamorfosi. So long NY.
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