Quando si viene da queste parti è fondamentale cambiare passo. Tradotto significa: rallentare. In Brasile i tempi sono lenti, molto lenti. Per fare pochi chilometri ci vogliono ore, quando ordini da mangiare i 10 minuti di attesa diventano 30 e se ti dicono che arriva tutto in mezz'ora si fa prima a finire un libro di Dostoevskij che che a mettere qualcosa sotto i denti. È una lentezza allegra però, lo stress a queste latitudini non è una malattia sociale. 
La pazienza qui è fondamentale almeno quanto una carta geografica perché le distanze sono notevoli. Quello che sembra vicino in realtà è lontano, quello che risulta distante è invece irraggiungibile.

Resettati i parametri si può partire. 
Subito emergono i contrasti. Al mercato pubblico di Cascavel sembra di trovarsi in un girone dantesco in stile medioevale: odori, animali, artigiani, mendicanti, commercianti di tessuti, ristori per viandanti e molto altro ancora... Tutto in un caotico flusso umano senza forma. 


A Fortaleza invece il Brasile prova a mostrare un volto più moderno e dinamico. Una serata nel celebre locale El Pirata, aperto solo il lunedì, ha un'atmosfera molto simile a quella che si può respirare a Barcellona o Rimini, ma basta allontanarsi di poche dalla movida per tornare alla lentezza brasiliana. 
È presto per dare giudizi, ma forse hanno ragione loro.

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