Questo è il racconto del nostro inviato Stefano Brambilla in Grecia, lungo il "secondo e terzo dito" del Peloponneso. Il live trip è sfociato poi in un articolo pubblicato sulla rivista Touring e in un video su Monemvasia. Ecco i link delle varie puntate.
Puntata 1 – “Dov’è il Mani? Cos’è il Mani?”
- Puntata 2 – “Anche nel Mani sono arrivati i boutique hotel”
Puntata 3 – “Lungo le coste del Mani, tra miti antichi e mare cristallino”
Se Monemvassia è mediamente conosciuta dai turisti italiani, meno lo si può dire dei suoi dintorni, ovvero del terzo "dito" del Peloponneso, che si protende a sud della città. Babis Lyras, chairman del consorzio turistico di Monemvasia, ottimo cicerone ed entusiasta conoscitore delle sue terre, oggi mi ha fatto capire perché è un errore cui si deve porre rimedio.
SPIAGGE, FOOD E RELAX
Ho scoperto per esempio che lungo la costa ovest non c'è quasi nessuno, pochi stranieri, solo qualche famiglia greca in vacanza. La spiaggia di Harahia, gli scogli di Archaggelos, le lunghe lingue di sabbia intorno a Neapoli: gli ombrelloni si contano sulle dita di una mano. Eppure siamo a luglio! Com'è possibile? "La gente arriva a metà mese e poi ad agosto" mi dice un barista. Eppure intuisco che i lidi non si affollino più di tanto neanche allora. Ci fermiamo a pranzo sul lungomare di Neapoli, a ridosso della spiaggia: il locale si chiama Mone mone, che significa Lento lento (un termine marinaro, mi spiega Babis). Proprio come il ritmo rilassato che contamina tutto. La foto nella gallery sopra è un omaggio alla suprema cucina della proprietaria, energica appassionata di pesca in apnea.


 
LE GROTTE DI KASTANIA
Babis insiste nel portarmi a visitare le grotte di Kastania. Nel Mani ho già visto quelle di Diros, spettacolari, che si attraversano con una barca a remi (una sorta di Caronte moderno!); e non sono un appassionato del genere, così nicchio un po'. Babis ci tiene, ripete qualcosa del tipo "sono tra le più belle del Peloponneso, di Grecia, d'Europa!". Addirittura. Però mi incuriosisce con la storia che sono state aperte al pubblico solo nove anni fa, dopo che un contadino le aveva tenute nascoste al mondo per cinquant'anni. Entro. La meraviglia: mai visti tanti colori vividi, mai tanta concentrazione di pilastri, colonne, stalattiti, cristalli in così poco spazio. Proprio vero che una grotta è diversa dall'altra. E non si finisce mai di imparare.

GERAKAS E KIPARISSI, PERLE SCONOSCIUTE
La gente prende il traghettino di fronte a Neapoli e sbarca sull'isola di Elafonissos, che è giustamente popolare per una delle spiagge più belle della Grecia, Simos beach (forse l'unica in questa zona che diventa discretamente affollata in alta stagione). Nessuno invece prosegue a nord di Monemvasia. Ecco, se non temete di affrontare tornanti che sembrano non finire mai; se volete scoprire luoghi dove relax sembra essere l'unica parola consentita dalla legge; se potete fare a meno dello struscio serale tra boutique e ristoranti; ecco, se avete voglia di tutto questo, incamminatevi sulla strada che porta al porto di Gerakas e a Kiparissi, due villaggi che neanche le guide nominano. Il primo è uno spettacolare fiordo tutto verde (un fiordo, sì, un vero fiordo greco) dove attraccano i pescatori e i velisti e dove cenerete da dei al Remetzo, gestito da una coppia greco-danese; la seconda è un'ampia baia circondata da alte falesie grigie, dove le acque non conoscono paragoni e ci si trova sulla terrazza di Cavo Kortia, in fondo al golfo, dove finisce la strada, a gustare un'aragosta senza pensare al domani. La degna conclusione di un viaggio nel Peloponneso.
Il mio viaggio finisce qui, domani si torna ad Atene. Grazie a tutti coloro che mi hanno seguito!

Kiparissi


INFO
Per maggiori info, visita www.visitgreece.gr e www.monemvasia.gr, sito completo di ogni informazione e consiglio per la visita (schede per ogni località citata).
Per scaricare l'utilissima app sulla Laconia (di cui fa parte Monemvassia), www.peloguides.com.