“Insieme sulla strada si può”. Si può convivere in sicurezza. Si può progettare le città per la mobilità del futuro e si possono sostenere progetti di infrastutture per permettere a pedoni, ciclisti e automobilisti di condividere la stessa strada. La campagna di sensibilizzazione è stata lanciata simbolicamente agli esordi della stagione ciclistica mondiale, aperta sabato 17 marzo con la Milano-Sanremo.
 
Sarà un caso, ma a vincere la Classicissima di primavera è stato proprio Vincenzo Nibali, capitano del Team Bahrain Merida, che insieme allo storico partner Garmin ha promosso l'iniziativa, ospitandone la presentazione nella sede pre-gara all’hotel Poli, a San Vittore Olona (Mi), venerdì 16 marzo.
Da sinistra Alex Carera, Domenico Pozzovivo, Alex Zanardi, Stefano Viganò, Davide Cassani, Alessandro Ballan, Giacomo Lovati
“Come protagonisti tecnologici nel mondo del ciclismo non potevamo esimerci dall’essere promotori di un progetto relativo alla sicurezza – ha spiegato Stefano Viganò, amministratore delegato di Garmin Italia - perché abbiamo prodotti per la sicurezza del ciclista, perché amiamo il ciclismo, perché vogliamo che una pedalata sia una esperienza in tranquillità, e per questa ragione promuoviamo Insieme sulla strada si può".
“L’obiettivo di una convivenza rispettosa sulle strade è ambizioso, ma porselo è quanto mai urgente – afferma Davide Cassani, commissario tecnico della nazionale italiana di ciclismo su strada - che ha sottolineato come la convivenza tra automobilisti e ciclisti può esistere, anzi, deve esistere, e si deve lavorare tutti insieme per alzare il livello di attenzione su questo tema». A raccogliere le sue parole Alessandro Ballan, ex ciclista e campione del mondo al mondiale di Varese 2008. "Ho due bimbe, stanno iniziando a praticare il ciclismo e so cosa vuol dire salutarle prima di una corsa. Ma la mia preoccupazione aumenta quando si allenano, da sole, esponendosi all’imprudenza e alla disattenzione di molti automobilisti”. Forse anche per questo Ballan è il protagonista di brevi video che nel corso della primavera animeranno il mondo social, con l’obiettivo di sensibilizzare automobilisti e ciclisti, nessuno escluso.
 
SICUREZZA E SMARTPHONE 
Testimonial perfetto per raccontare l’importanza della sicurezza su strada è Alex Zanardi, ex pilota di Formula Uno, che dopo un grave incidente ha scoperto il mondo delle due ruote, spingendosi con l’handbike alla conquista di quattro medaglie d'oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012 e Rio 2016, e otto titoli ai campionati mondiali su strada. 
“Quando si parla di sicurezza stradale il discorso non può prescindere da un’azione comune verso un unico obiettivo" ha commentato Zanardi, presentando anche la sua iniziativa "Obiettivo 3" per scoprire e promuovere talenti. "È necessario che a livello istituzionale ci sia un coordinamento globale che porti, innanzitutto, a una miglioria delle infrastrutture e che venga veicolato un messaggio educativo a entrambi i soggetti, ciclisti e automobilisti». E Zanardi non manca il bersaglio quando denuncia che nessun operatore mobile ha stanziato ancora un euro per la sicurezza in strada. Questo mentre uno dei fattori di aumento del rischio incidenti è proprio la messaggistica con gli smartphone mentre si guida o si pedala.

 
GARMIN E IL GPS EVOLUTO
A dare concretezza alla campagna, Garmin ha dato in dotazione al team Bahrein Merida un Gps in grado di rintracciare mezzi in avvicinamento al ciclista, che viene avvertito con un bip della presenza di veicoli sulla sua strada (soprattutto alle sue spalle).
“Questa evoluzione dovrebbe rassicurarci soprattutto nelle uscite di allenamento. In bici da corsa non si hanno specchietti e soprattutto l’attività intensa di un professionista delle due ruote lo espone esponenzialmente al rischio di venire coinvolto in un incidente” sottolinea Domenico Pozzovivo del team Bahrein Merida.
Il Varia Radar, strumento progettato per la sicurezza dei ciclisti su strada/ foto Garmin
Il pensiero va alla tragedia che ha colpito Michele Scarponi, professionista morto sulle strade di casa (Filottrano, in provincia di Ancona) il 22 aprile del 2017. Aveva una moglie e due bambini. Forse non basta una campagna, ma serve urlare il dato sconcertante che un ciclista muore sulle strade ogni 36 ore. C’è molto da fare, ma #insiemesipuò.