Ci è voluto tempo dalla vincita del concorso all'inaugurazione. Forse troppo tempo. Nel 2000 lo studio di architettura di Zaha Hadid vince il concorso per il progetto per la costruzione della nuova stazione marittima di Salerno. Nello stesso anno l'archistar di origini irachene aveva vinto anche la progettazione del museo Maxxi di Roma. Se per la mastodontica struttura capitolina ci sono voluti 10 anni per l'apertura, a Salerno ne hanno attesi 16. Nel frattempo Hadid è deceduta e l'edificio campano inaugurato il 25 aprile è diventato il primo postumo per lei (per una panoramica su alcuni dei suoi più interessanti progetti leggi la news dedicata).

 
LA PERLA DEL MEDITERRANEO
“Un'ostrica con un guscio duro esterno che racchiude elementi fluidi e morbidi all'interno; una copertura 'temprata' che costituisce uno scudo protettivo dall'intenso sole del Mediterraneo'. Così lo studio Hahid ha definito l'opera che sancisce il passaggio dalla terra al mare coniugando funzionalità con forme eleganti. La stazione si sviluppa su due livelli e, oltre a funzionare come terminal per traghetti e navi (le prime hanno attraccato già la settimana scorsa), è pensato per creare anche spazi di ristorazione e per la vista panoramica sul mare e la marina.

 
UNA COSTIERA DA ARCHISTAR
La lunga attesa ha aumentato le aspettative dei cittadini di Salerno, ma la soddisfazione adesso è evidente. Tanto che per ringraziare e salutare Zaha Hahid numerosi poster sono stati affissi in città con una scritta semplice e commovente: “Addio Zaha Hadid, genio e modernità. Ispirazione e trasformazione, luce che prende forma. Salerno si prenderà orgogliosamente cura del terminal marittimo”. La struttura rappresenta quasi un unicum nella zona le cui bellezze classiche sono note mondialmente, ma che ora è pronta a ricevere anche gli appassionati di architetture contemporanee. "L'edificio sta già avendo un bel riscontro e non è nemmeno troppo impattante sul paesaggio", conferma Giovanni Micillo del Comune di Salerno: "Le tecniche realizzative sono state particolari e chi arriverà in nave potrà godere al meglio dell'architettura". Di notte la struttura si illumina diventando una sorta di faro. Bella di giorno e anche di notte.
Le foto nell'articolo e nella gallery sono di Helene Binet.