«Appena presentate, avevo una tendenza molto critica verso le vetture che ho disegnato. Avrei dato la vita per poterle migliorare. Poi, a mano a mano che avevano successo e si trasformavano in icone, mi sono detto “chi sono io per poter mettere in discussione i giudizi di così tante persone?”»

Poche battute, nell’intervista che accompagna la presentazione, descrivono meglio di ogni altra frase il carattere di Marcello Gandini, il “genio nascosto” protagonista fino al prossimo 26 maggio di un’importante rassegna al MAUTO, il Museo nazionale dell’Automobile di Torino.


La Lamborghini Miura, firmata nel 1966 da Marcello Gandini

“Genio nascosto” perché, appassionati a parte, il nome di Gandini tra il pubblico “suona” ben lontano da quelli di archistar dell’auto quali Pininfarina o Giugiaro. Ma soltanto per l'indole riservata del designer torinese, classe 1938. Perché Marcello Gandini ha firmato in prima persona il progetto di ben tre storiche – e sovversive per design e contenuti tecnici – gran turismo, icone delle sportive made in Italy, come Lamborghini Miura (1966), Alfa Romeo Montreal (1970) e Lancia Stratos (1971). Senza dimenticare “altre” Lamborghini quali Marzal, Espada e Countach, la concept Alfa Romeo Carabo del 1968 e la Maserati Khamsin del 1972, giusto per parlare dei modelli in mostra a Torino. E non solo.


Lancia Stratos e Alfa Romeo Carabo (a destra), entrambe uscite dalla matita di Gandini

Come tiene a rivendicare con puntiglio, Marcello Gandini nel corso della sua lunga carriera è andato ben oltre le auto da sogno e ha “messo le mani” anche su vetture ben più alla portata di tutti, approfondendo gli studi sull’utilizzo dei materiali sintetici.

Tre auto di grande diffusione su tutte: la Innocenti Mini 90/120 del 1974, lo spigoloso upgrade tutto italiano della storica city car del 1959 di Alec Issigonis, la Citroën BX, prima auto con elementi di carrozzeria in resina che dal 1982 in oltre due milioni di esemplari fece apprezzare l’alta tecnologia del marchio francese, e la Renault Supercinque che nel 1984 sostituì, reinterpretandola, la mitica R5.


La Renault Supercinque del 1984

Le leggende metropolitane raccontano che nel 1966, “quando uscì la Miura, chi aveva già una gran turismo la mise in vendita” sottolineando il carattere quasi sovversivo del progetto firmato da Gandini per Bertone. Meno noto è che, oltre a questa straordinaria vettura, dalla matita del designer torinese sia uscito il progetto di un veicolo che ha rivoluzionato anche il mondo del trasporto pesante come il Renault AE/Magnum, autocarro full size del marchio Renault Truck che con la “cabina alta” a pavimento piatto ha cambiato i parametri di riferimento del settore per almeno due decenni.


L'elicottero CH7 e, sullo sfondo, l'autocarro Renault AE/Magnum, entrambi progettati da Marcello Gandini.

Curata dal giornalista e regista Giosuè Boetto Cohen, la mostra Marcello Gandini. Il genio nascosto al MAUTO di Torino riserva ai cultori del design automobilistico alcune chicche in genere invisibili perché conservate in collezioni private come i prototipi Lancia Stratos Zero del 1970 (dagli Usa) e Lamborghini Marzal del 1967 (dalla Svizzera), affiancate da due ospiti illustri giunte dal Museo storico Alfa Romeo di Arese come il prototipo Montreal realizzato nel 1967 per l’Expo internazionale del Canada e la concept car Carabo, sul palco al Salone di Parigi del 1968.

INFORMAZIONI 
Marcello Gandini - Genio nascosto

Museo Nazionale dell'Automobile, Corso Unità d'Italia 40, Torino

Dal 24 febbraio al 26 maggio 2019

Lunedì 10-14; da martedì a domenica 10-19
Ultimo ingresso 1 ora prima della chiusura.
Biglietto ridotto soci Tci.

museoauto.it