L’Alta Murgia è una terra di spazi sterminati, contraddistinta da un grande patrimonio rurale fatto di masserie e jazzi, di poste e tratturi della transumanza. È il segno della Puglia più nascosta, che ha ricevuto un grande riconoscimento nel 1998 con l’istituzione del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, divenuta effettiva nel marzo del 2003. Cattedrali e fortezze, chiese rupestri e siti archeologici sono tesori da scoprire sull’altopiano delle Murge, che abbraccia l’entroterra barese fino alla Basilicata. Ma la cornice naturale che racchiude tante bellezze è ancor più spettacolare: una terra brulla e silenziosa, di spazi sterminati, steppe aride e sporadici boschi. 
Un paesaggio delle Murge / foto Getty Images
Il nostro itinerario traccia un anello ideale lungo l’altopiano delle Murge baresi. Si parte da Bitonto e si prosegue verso ovest, fino a Ruvo di Puglia, da qui si continua verso Castel del Monte, che domina possente e severo il paesaggio, poi si risale ad Andria per riprendere il percorso iniziale, che scende verso l’Alta Murgia: da Minervino a Gravina, fino ad Altamura, ricca di tracce preistoriche.
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DA BITONTO A BITETTO
Lasciata Bari direzione sud-ovest lungo la SS96, da Bitonto una prima deviazione conduce a Palo del Colle e quindi a Bitetto. Anche se alterata nell’immagine dalle costruzioni più recenti, nella parte più antica la città si presenta ancora abbracciata dal vallone a gravina del torrente Tiflis, che ha costituito una difesa naturale, e circondata da distese di ulivi. Il nucleo storico entro le antiche mura (solo a tratti conservate), si caratterizza con una intricata maglia di vicoli e strade, dove si alternano edifici religiosi, palazzi nobiliari e case popolari, addossati gli uni agli altri, su cui troneggia la favolosa Cattedrale romanica.
Prima di salire sull’altopiano murgiano vale la pena approfittare di un paio di brevi soste. La prima a Palo del Colle, centro agricolo che conserva nella Chiesa Matrice un bell’esempio di luogo di culto romanico, rimaneggiato nel cinquecento. La seconda a Bitetto, il primo paese adagiato sul primo gradino delle Murge, raccolto intorno alla cattedrale, di modi romanici pugliesi ma di rifondazione trecentesca.
Ora si guida sulla Sp 231, un lungo rettifilo tra interminabili uliveti, che punta decisamente a ovest. Lungo questa via, si incontra la bella Ruvo di Puglia, per poi divagare ancora un poco verso Corato e Terlizzi.
Bitonto, la Cattedrale / foto Getty Images
RUVO DI PUGLIA, CORATO E TERLIZZI
Graziosa cittadina agricola, Ruvo di Puglia conserva un pregevole centro storico medievale. È famosa fin dall’antichità per la produzione di ceramiche, di cui si può ammirare un vasto assortimento nel Museo Jatta, sede che raccoglie oltre 2000 vasi a figure rosse in campo nero, risalenti al V-VII secolo a.C.
Il fiore all’occhiello di Ruvo è la splendida cattedrale. Costruita fra il XII e il XIII secolo, è uno dei più riusciti esempi di architettura romanica pugliese. Per onorare la sosta non disdegnate un assaggio dei prodotti tipici locali: dai cavatelli e funghi cardoncelli, al puré di fave con cicorie selvatiche, al caciocavallo e sponsali alla brace…
Eccoci ora a Terlizzi, la città dei fiori, in cui si segnala il duecentesco oratorio del Rosario. Da non perdere, la prima o la seconda domanica agosto, il carro trionfale della Madonna di Sovereto: un’enorme macchina di legno che viene spinta a braccia da decine di devoti in una spettacolare processione.
A nord-ovest di Ruvo si incontra invece Corato, uno dei centri di produzione agroalimetare più importanti della Puglia, tra industrie vinicole e casearie, oleifici e mulini ne caratterizzano l’economia e il territorio. Il suo centro storico è disseminato di angoli incantevoli: palazzo Gioia, un ex castello medievale, palazzo de Mattis (detto “il palazzo delle pietre pizzute” (pietre a forma piramidale), la cattedrale di Santa Maria Maggiore e la chiesetta di San Vito.
Corato vanta (oltre alla tradizione culinaria legata alla carne di cavallo) la maggiore estensione in Italia di vegetazione spontanea: cardi, asfodeli, muschi, licheni, piante aromatiche e orchidee selvatiche crescono rigogliose nel suo territorio.
Ruvo di Puglia / foto Getty Images
CASTEL DEL MONTE, TRA FEDE GEOMETRIE E MISTERI
Su un’isolata collina poco fuori Andria, visibile a molti chilometri di distanza e fascinosamente incastonato nel paesaggio delle Murge, è un’icona densa di storia, suggestioni e significati simbolici, fin dal 1996 dichiarato Patrimonio dall'Unesco per la perfetta integrazione tra elementi dell’antichità classica, dell’oriente islamico e del gotico cistercense dell’Europa settentrionale.
Fuori, il castello è ritmato da otto torri ottagonali poste in corrispondenza degli spigoli e con funzioni di servizio. Il ripetersi del numero otto nella struttura del castello ha fatto supporre ad alcuni che tale ossessione nascondesse un significato magico: nella dottrina esoterica infatti l’8 è il simbolo dell’infinito, mentre nella simbologia cristiana rappresenta l’unione dell’infinito (Dio) con il finito (l’uomo). Che ideando questa struttura Federico II intendesse legare l’infinito al finito, e simbolicamente l’Oriente all’Occidente, è una delle interpretazioni possibili. Di più, si sono analizzate misure e proporzioni dell’edificio, fino a scoprire che è costruito sulla base di precise regole astronomiche e matematiche.
Una nota di colore, e di gusto arriva dal vino pugliese che vanta il maggior numero di preparazioni: il Castel del Monte doc. Le sue uve provengono da vitigni diversi, ma tutti coltivati nel territorio di Minervino Murge e in parte in quello di Andria e dei comuni limitrofi.
 
Castel del Monte / foto Getty Images
DA ANDRIA A MINERVINO, FINO A GRAVINA IN PUGLIA
Oggi tra i comuni più estesi d’Italia, Andria fu la terra d’elezione di Federico II, feudo ambitissimo per la fertilità della sua terra che tutt’ora permette una ricca produzione di vino e olio. Il nucleo monumentale della città è ricostruito sul luogo dell’antica rocca normanna. Il cuore pulsante è l’enorme piazza Vittorio Emanuele II, nota come piazza Catuma. Il centro storico è uno dei più affascinanti di tutta la Puglia. È un dedalo di vicoli e piazzette in cui perdersi, gustandosi scorci caratteristici e scene di vita quotidiana.
Tantissimi i motivi per una sosta culturale ai monumenti storici e religiosi della cittadina: dalla chiesa di San Francesco alla porta Sant’Andrea, dalla Cattedrale a Palazzo Ducale. Da non perdere a un paio di chilometri dal centro la visita a una delle più ampie doline pugliesi, il “gurgo”.
Eccoci quindi a Minervino Murge. Arroccato sul fianco di un colle, il “balcone delle puglie” deriva parte del nome da un tempio di Minerva su cui sorse l’abitato. Il grazioso centro storico è detto “scesciola”, che significa labirinto. Da vedere sono il Duomo e un curioso faro eretto nel 1932 in memoria dei caduti della prima Guerra Mondiale. Merita una visita la grotta di San Michele, dedicata al culto dell’Arcangelo, una notevole cavità carsica ai piedi dell’abitato.
Paesaggio intorno ad Andria / foto Getty Images
Pochi chilometri e siamo a Gravina in Puglia. Costruita sulla roccia e affacciata sulla gola dove scorre il torrente Gravina, la città conserva un ricchissimo patrimonio rupestre che annovera numerose chiese e insediamenti scavati lungo i fianchi della gola. Una passeggiata consente di apprezzarne il patrimonio storico-artistico ereditato in epoca tardorinascimentale e barocca dagli Orsini. Si può partire da piazza Notar Domenico, giungere alla Cattedrale e poi visitare il museo della Fondazione “Ettore Pomarici Santomasi”. Un capitolo a parte merita la visita alle testimonianze rupestri: da San Michele delle Grotte alle altre chiese rupestri che costellano le due alte sponde del torrente Gravina.
 
Gravina in Puglia / foto Getty Images
ALTAMURA E I SUOI DINTORNI
Concludiamo il nostro tour camperistico nel luogo noto per la produzione del rinomato pane. Altamura si posa su un alto colle delle Murge e deve l’aspetto del delizioso centro storico alla rifondazione operata da Federico II nel XIII secolo, culminata nella grandiosa Cattedrale. Il territorio di Altamura è ricco di anfratti, grotte e depressioni, spesso teatro di interessanti ritrovamenti, come le 30.000 impronte di dinosauri lungo la strada per Sant’Eramo in Colle, in una cava in località Pontrelli.
Altamura / foto Getty Images
Nella visita alla città da non perdere l’ingresso alla cattedrale, voluta da Federico II nel 1232. Meritano una sosta anche il Museo dell’Uomo di Altamura a Palazzo Baldassarre, il Museo etnografico dell’Alta Murgia e infine il Museo archeologico nazionale. Prima di lasciare la cittadina e chiudere l’anello con il rientro a Bari, visitate il Pulo di Altamura. A circa 7 chilometri a nord della cittadina si trova una cavità profonda oltre 75 metri con un perimetro di circa 1800 metri. Dalle pareti a strapiombo prospera una vegetazione ricchissima in cui nidificano numerosi uccelli. Il rientro sulla direttrice adriatica è agevole, basta percorrere in direzione Bari la Strada Statale 96 per meno di 50 chilometri e meno di un’ora di tragitto.
 
Altamura, la dolina di Pulo nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia / foto Getty Images
I SERVIZI PER I CAMPERISTI
Una base per il vostro viaggio... e per approfondirne gli aspetti enogastronomici... è rappresentato dall'Azienda viticola Agri Biologica delle Murge. L'azienda del Distretto agroecologico della Murgia e del Bradano mette a disposizione un camper stop. Si trova a Gravina in Puglia, in contrada Dolcecanto.
Un'altra area da segnalare è a Montegusto, fuori Andria, a meno di un chilometro dal sito di Castel del Monte. A disposizione 20 piazzole, attacco elettrico, possibilità di usufruire dei bagni nel bar. Servizio ristorazione e servizio navetta per Castel del Monte su richiesta (contattare il numero 0883 569862). L'area è aperta tra ottobre e marzo da venerdi a domenica. Il resto dell'anno è sempre accessibile.
L'ASSICURAZIONE
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