Fabrizio Ardito, autore di numerose guide Touring, camminerà per 30-35 giorni sulla meno conosciuta delle vie che portano a Santiago di Compostela, la Via de la Plata. Per tutto aprile troverete su questo sito il racconto in diretta del suo viaggio. Seguiteci numerosi!

Introduzione - In cammino verso Santiago di Compostela, sulla Via de la Plata
Tappe 1 e 2 - Da Merida a Aljiucén, da Aljiucén a Alcuéscar
Tappe 3 e 4 - Da Alcuescar a Valdesalor, da Valdesalor a Casar de Caceres
Tappe 5, 6 e 7 - Da Casar de Caceres a Canaveral, da Canaveral a Riolobos, da Riolobos a Carcaboso
Tappe 8, 9 e 10 - Da Carcaboso all'Hostal Asturias, dall'Hostal Asturias a Baños de Montemayor, da Baños de Montemayor a Fuenterroble de Salvatierra
Tappe 11 e 12 - Da Fuenterroble de Salvatierra a Merille, da Merille a Salamanca
Tappe 13, 14  e 15 - Da Salamanca a El Cubo del Vino, da El Cubo del Vino a Villanueva de Campean, da Villanueva de Campean a Zamora
Tappe 16, 17 e 18 - Da Zamora a Montamarta, da Montamarta a Granja de Moreruela, da Granja de Moreruela a Benavente
Tappe 19, 20 e 21 - Da Benavente a Alija del Infantado, da Alija del Infantado a La Baneza, da La Baneza ad Astorga

Tappe 22, 23 e 24 - Da Astorga a Foncebadon, da Foncebadon a Molinaseca, da Molinaseca a Ponferrada

 

“Quando aprile con le sue dolci piogge ha penetrato fino alla radice la siccità di marzo e cantano melodiosi gli uccelletti che dormono tutta la notte a occhi aperti (tanto li punge in cuore la natura), la gente allora è presa dal desiderio di mettersi in pellegrinaggio e d'andare per contrade forestiere alla ricerca di lontani santuari variamente noti…”. 

Come potete ben vedere, non sono solo io il celebre scrittore che ha dedicato parole e pagine al pellegrinaggio: le parole sono infatti di Chaucer e l’opera, manco a dirlo, sono  “I Racconti di Canterbury”. Certo, si potrebbe opinare qualcosa sulla dolcezza delle piogge di aprile e sulla definizione di uccelletti per le cicogne grandi come droni, ma in fondo il concetto è lo stesso: quando l’inverno finalmente termina, i cammini aprono le loro porte ai pellegrini. 


 

IL MATTINO DI ASTORGA
Stamattina, nella contrada forestiera di Astorga, non ho nulla da fare se non bere caffè, comperare un paio di bastoncini rossi per cercare di salvare un ginocchio malmesso e guardare il flusso ininterrotto di camminatori che si snoda davanti alle vetrine del Café Gaudì. Mamma mia quanti sono! Dopo giorni e giorni di solitudine o di cammino con un piccolo gruppo di amici lungo la Via de la Plata, osservare le decine e decine di peregrinos che procedono verso Santiago lungo il cammino più conosciuto è impressionante, e fa venire qualche dubbio su cosa riserveranno il troppo successo e l’affollamento al più celebre dei percorsi pedonali del mondo.
SOSTA A SANTA CATALINA DE SOMOZA
Poi l’attesa termina e, insieme all’amico Sandro, giunto fin qui in perfetto stato di conservazione da Saint-Jean-Pied-de-Port, scendiamo alla stazione degli autobus ad accogliere le due fanciulle (Letizia e Federica), con cui cammineremo verso la “casa del Senhor Santiago”. Saluti, baci e abbracci, poi ci avviamo pian pianino verso Santa Catalina de Somoza, dove nella confusione dell’albergue “El Caminante”, studieremo i piani per i prossimi giorni.

VERSO FOCEBADON
Cielo coperto, cicogne d’ordinanza sul campanile che fanno “tactactac” con il becco, e alle 8 siamo per strada, diretti verso le propaggini delle montagne che dovremo superare per entrare nella regione isolata del Bierzo. Raggiunta Rabanal del Camino, il sole splende sul nostro spuntino, dopo il quale mancano solo 500 metri di dislivello e 6 chilometri per raggiungere il paesino di Foncebadon. Sul pendio, il verde dell’erba è colorato dalle macchie di colore dell’erica, e i ruscelletti che invadono qua e là il sentiero sono solo un ricordo delle piogge torrenziali delle scorse settimane. 

IL RITO DELLA CRUZ DE HIERRO
La nostra meta, in passato, era un importante borgo sulle pendici del Monte Irago, dove sorge la Cruz de Hierro che segna il confine del Bierzo. Abbandonato per decenni, il paesino una dozzina di anni fa offriva solo un piccolo "albergue" realizzato nella canonica della chiesetta superstite. Mentre oggi gli ostelli sono 4 o 5 e alcuni (come il nostro che risponde al nome di Posada del Druida) hanno nomi veramente curiosi. L’esoterismo e il “mistero”, d’altronde, sono una costante nei discorsi tra i camminatori. Tra i quali i menhir e i Templari, il magnetismo della Terra e le apparizioni misteriose sono molto più gettonate e amate delle grandiose opere architettoniche o, addirittura, della realtà della nascita e della storia del Cammino.
La mattina seguente, con un freddo pungente che ha dimenticato delle spolverate di brina ghiacciata nelle zone d’ombra, saliamo fino alla Cruz de Hierro, luogo molto amato dai pellegrini. Che qui hanno l’abitudine di lasciare un sasso che dovrebbe simboleggiare un peso o un peccato che ci si lascia alle spalle una volta raggiunto questo valico. La via verso Compostela è piena di sorprese e di stranezze: qui un personaggio un po’ stropicciato ha parcheggiato vicino alla croce il suo asinello, sulla cui fiancata si può leggere l’auspicio di “Buen Camino”.
DA MOLINASECA A PONFERRADA
Poco oltre, in una serie di edifici che hanno visto tempi migliori, a Manjarìn apre i suoi battenti un rifugio gestito da moderni templari. Colmo di preghiere, bandiere, scritte, foto strane, simboli e immagini di monaci guerrieri armati di spadone che, nonostante l’aspetto minaccioso, s’impolverano pian piano a fianco delle foto di Janis Joplin, Gesù o Santiago.
Ieri, qualcuno ha faticato per la salita.
Oggi quasi tutti soffriamo per la discesa: oltrepassati i tavolini di un minuscolo caffè viaggiante con la cucina in una roulotte, dal colle alle case di Molinaseca i metri di dislivello da scendere sono circa 1000. Una vera pacchia per vesciche, tendiniti e rotule pericolanti, categoria a cui ha deciso di aderire, ahimè, anche il mio ginocchio sinistro. Meta finale sarà la bella cittadina di Ponferrada, capoluogo del Bierzo e – chi l’avrebbe mai detto – sede di un insediamento templare (vero, stavolta).
INFORMAZIONI
Touring Club Italiano ha pubblicato tre volumi sul Cammino di Santiago:

- la nuova Guida verde "Il cammino di Santiago" (edizione 2015), con oltre 100 immagini, la cartografia Touring con il consueto dettaglio e 670 indirizzi utili; 

il taccuino "Il cammino di Santiago", compagno ideale di viaggio, su cui controllare la via di ogni giorno e dove scrivere note, pensieri, telefoni e ricette.

- il libro "Peregrinos" di Fabrizio Ardito, racconto del cammino in 33 giorni lungo il Cammino di Santiago nella sua versione più celebre, quella che parte dai Pirenei e attraversa il nord della Spagna.

Tutti i volumi si possono acquistare sul sito web www.touringclubstore.com, a prezzi scontati per tutti e soprattutto per i soci Tci.