In Birmania si festeggia il Capodanno

Dal 13 al 17 aprile Yangon, la vecchia capitale, è letteralmente invasa da giovani e meno giovani che armati di secchi, palloncini, pistole di plastica e canne spruzzano acqua su tutto e su tutti senza ritegno alcuno. Come in una Rio asiatica, nelle zone centrali della città molte vie vengono chiuse: sono quelle in cui sfileranno le auto e i pick up carichi di giovani che verranno innaffiati dai palchi, oltre 200, allestiti lungo la strada. Nonostante il biglietto costi una decina di dollari, che rappresentano una bella fetta dello stipendio mensile di un birmano, il Water festival è il più affollato dei dodici festival tradizionali del calendario birmano. Ed è celebrato anche nei vicini Laos e Cambogia, oltre che in Thailandia e tra i Dai, minoranza etnica che vive nella provincia del Xishuangbanna, nella regione cinese dello Yunnan.
E soprattutto è in tutti i sensi una festa di liberazione: anche perché il Capodanno (che solo da qualche anno si è deciso di agganciare alle date del calendario gregoriano e stabilizzare a metà aprile) cade comunque nel periodo più caldo dell’anno, quando le temperature oscillano intorno ai 40 gradi, e un bagno è liberatorio e benvenuto. Il Thingyan rappresenta la festa più importante in Birmania, il momento in cui gli emigranti tornano a casa, gli studenti si preparano alle vacanze, mentre gli uffici pubblici rimangono chiusi per una decina di giorni.
