«Per un irresistibile appello, da millenni gli uomini abitano il Vesuvio, il loro tempo tenuto in scacco dal suo, lungo venticinquemila anni, tanti sarebbero gli anni del monte Somma, sebbene le più antiche rocce di origine vulcanica, rinvenute nel pozzo di Trecase, risalgano a 400mila anni fa. Negli intervalli tra un’eruzione e l’altra, mostrando il suo volto più benevolo e munifico, il vulcano permette agli uomini di addomesticare il suo pelame, fino al prossimo accesso d’ira furibonda». Lo scrive Maria Pace Ottieri che del grande vulcano campano e del suo territorio ha raccontato ne “Il vesuvio universale”, pubblicato nei mesi scorsi da Einaudi.
L’APPUNTAMENTO
Del Vesuvio, della gente che abita sulle sue pendici soffocate dalle abitazioni si parlerà mercoledì 28 novembre dalle 18,30 al Punto Touring di Milano per l’ultimo appuntamento annuale di Compagni di viaggio. A dialogare con la scrittrice e giornalista Maria Pace Ottieri sarà Alberto Saibene, storico della cultura che lavora tra editoria, cinema e organizzazione culturale.
Un libro, ha scritto Alberto Saibene nella sua recensione su DoppioZero, che rappresenta «un viaggio nei luoghi intorno al vulcano, dove vivono 700.000 persone, con una densità abitativa più alta di quelle di Milano e di Roma, riempiendo i taccuini di un’infinità di storie, letture, approfondimenti, ma soprattutto di parole nate dagli incontri con le persone che vivono nella corona di paesi intorno al vulcano».
Un volume di cui Maria Pace Ottieri ha parlato in una lunga intervista sul numero di dicembre di Touring. Un libro denso, in cui si parla dell’economia legata al baccalà a Somma Vesuviana, dell’Alfasud di Pomigliano d’Arco, delle cave abusive scavate a Terzigno, di Torre del Greco e Torre Annunziata, degli scavi di Ercolano e dell’Ercolano che vive senza pensare agli scavi. Un libro ricco di storie, un reportage di taglio sociale alla vecchia maniera. Del resto Maria Pace Ottieri, che in gioventù ha abitato sotto il Vesuvio, ha un passato da antropologa e si vede.