I numeri sono impressionanti: 650 eventi in 10 anni, 500 relatori, 330 mila presenze, 4 mila volontari, 12 tesi di laurea dedicate... Ma quello che colpisce di più del Festival della Mente di Sarzana che ha appena chiuso i battenti della sua decima edizione, è che questa iniziativa, partorita dalla mente di Giulia Cogoli e sposata sia dal Comune sia da Matteo Melley, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di La Spezia, sembra aver trovato la strada giusta per fare, promuovere, sostenere la cultura anche in tempo di crisi, di assenza di fondi pubblici e scarsità di mecenati privati.

A Sarzana si è capito che con la cultura si mangia, che la cultura, lo spettacolo di qualità, i libri, gli incontri con gli autori, le discussioni sulla creatività, sono stati in questo decennio oltre che un crescente richiamo turistico, anche un vero investimento culturale, un fattore determinante di sviluppo e crescita del territorio e un laboratorio sul volontariato culturale e un bel modello anche per noi del Touring...

In un clima frizzante e rilassato, in un reticolo urbano pedonalizzato di belle piazze, vicoli e loggiati, teatri, fortezze, botteghe di antiquariato e forni con farinata calda, le migliaia di spettatori si sono divisi tra le performance dell'intramontabile 65enne star dei nouveaux philosophes, il franco algerino Bernard-Henri Lévy, nella mitica divisa in camicia immacolata, sui rapporti burrascosi tra arte e filosofia, si sono addentrati nel mistero del cervello con il neuroscienziato Gianvito Martino, hanno ripassato i miti e i luoghi comuni del medioevo con lo storico Alessandro Barbero, si sono appassionati all'avventurosa epopea della televisione raccontata da par suo dal teorico tv, direttore di rete e filosofo mancato Carlo Freccero...