Quante sono, in Italia, le persone che si occupano ogni giorno di prendersi cura del loro Paese? Magari di un'area limitata, di un piccolo parco o di un monumento: ma lo fanno con passione, consce dell'importanza che il contributo di ognuno ha per valorizzare un patrimonio comune. Questa, che si svolge nella parte meridionale di Roma, è una delle tante storie di associazioni, comunità, gruppi di persone che si sono attivati per fare qualcosa di concreto per il loro territorio e ha come fulcro la Torre del Fiscale, uno degli esempi meglio conservati tra le tante torri e casali che segnano tutt’ora il paesaggio dell’Agro romano.
 
Gloria Mazzamati, tu sei una delle fautrici del parco di Tor Fiscale. Innanzitutto, ci spieghi in che area di Roma ci troviamo?
"Siamo a sudest della città, nel VII Municipio. Il nostro parco urbano è una sorta di cerniera tra parchi più grandi: a me piace definirlo una “piattaforma culturale”. A ovest abbiamo la Caffarella, a sud il parco degli Acquedotti (quello del film “La Grande Bellezza”, per intenderci). Se si parte dal Colosseo diretti verso il parco degli Acquedotti si passa per forza di qui. Di lato abbiamo un gioello: il piccolo "Parco delle Tombe Latine"che mostra il basolato dell'antica Via Latina e lungo i lati degli esempi di architettura funeraria davvero pregiati".
 
È anche compreso nel parco regionale dell'Appia Antica, giusto?
"Sì, certo, tutto il nostro territorio è compreso nel parco, tanto che noi gestiamo uno dei tanti punti informativi dell'area protetta. Anche i nostri dieci ettari sono ricchi di testimonianze storiche..."
 
…come la torre e alcuni tratti di acquedotti. Ce ne parli?
"La Torre del Fiscale, eretta nel XII secolo, è alta 30 metri, domina e dà il nome a tutto il quartiere; forse è l'unica integra delle torri medievali nel Suburbio. Da poco è stato completato il suo restauro a cura del MiBACT ed è illuminata anche di notte: non a caso è la nostra punta di diamante... sapessi che vista dall'alto, si riesce a scorgere il mare! Speriamo che il panorama possa essere goduto presto da tutti; è allo studio la possibilità di far accedere anche i turisti. In ogni caso, la torre sorgeva all'incrocio di due importanti acquedotti, il Marcio e il Claudio. Al Marcio si è sostituito nel Rinascimento l’Acquedotto Felice, che deve il nome a papa Sisto V (Felice Peretti) e che ancora oggi attraversa il nostro parco con imponenti e bellissime arcate. Fu il primo acquedotto costruito a Roma dopo la caduta dell’impero romano".


 

Una storia affascinante, quella degli acquedotti romani...
"Moltissimo, ce ne sarebbe da raccontare per ore. Pensa soltanto che l'acquedotto Claudio è alto ben 28 metri nel tratto che attraversa il parco di Tor Fiscale: un'altezza necessaria per far scorrere l'acqua con la giusta pendenza, ma che è stata anche causa di grande fragilità della struttura". 


Il dipinto realizzato nel 1914 da Michael Zeno Diemer e conservato a Monaco di Baviera raffigura la Torre del Fiscale all'incrocio tra i due acquedotti. Il dipinto è opera di fantasia e contiene vari anacronismi, ma rispecchia la posizione della torre nei confronti degli acquedotti
 

Quali sono stati i passi della costituzione del parco?
"Dunque, all'inizio qui c'era un'area verde incolta, completamente abbandonata, costellata di discariche abusive. La nostra associazione, costituita nel 2000 e composta quasi esclusivamente da donne e mamme, si è fondata con lo scopo di recuperare e valorizzare questo luogo dove giocavano tutti i bambini del quartiere. Il primo passo è stato capire di chi era la proprietà della zona: con grande sorpresa, abbiamo scoperto che l'area era pubblica, visto che era stata donata al Comune nel lontano 1953. Non ti dico quanto ne siamo state galvanizzate! Nel 2003 abbiamo partecipato a un bando, chiedendo al Municipio di intervenire concretamente se l'avessimo vinto. E abbiamo vinto! A quel punto la macchina è partita: il Municipio ha posto le basi per rendere l'area usufruibile dai cittadini, ha restaurato due antichi casali, e poi ce ne ha dato la concessione. Noi ci occupiamo di manutenzione, sorveglianza, pulizia: apriamo e chiudiamo i cancelli, tagliamo l'erba, ci occupiamo dei rifiuti... dovremmo farlo su due ettari, ma alla fine riusciamo a occuparci di cinque volte tanto, anche fuori dall'area prevista dalla convenzione. Mi ricordo ancora i primi mesi, quando la gente si avvicinava e ci chiedeva “Si può entrare? È privato? È talmente ben tenuto!”. 


 

Perché è bene sottolineare come questo sia un parco pubblico. 
"Certo, è un parco urbano completamente pubblico, di proprietà del Comune di Roma; non è soggetto alle limitazioni dei privati come molte altre aree del parco regionale dell'Appia Antica. La stessa Caffarella, che è vicina, è formata sia da terreni pubblici sia da terreni privati a volte recintati e non accessibili". 


 

È stato un lavoro difficile trasformare un'area incolta in un parco?
"È stato difficile e bello nello stesso tempo. Devi pensare che l'acquedotto era stato utilizzato nel Dopoguerra come rifugio e riparo, non si contavano le casupole e le baracche nate sui suoi fianchi e sotto la torre... nell'area dell'Acquedotto Felice, tra l'altro, è stata fondata la prima casa europea di Madre Teresa di Calcutta. Ancora oggi troviamo resti del passato: pavimentazioni, parziali coperture, segni, ma oggi tutte le arcate sono libere e l'intero acquedotto è percorribile fin sotto la Torre, e il quartiere, oltre a dotarsi di un'area verde, ha assunto una consapevolezza identitaria che rende gli abitanti più attenti ai temi della salvaguardia del Bene Comune. Valori che prima non si potevano neppure immaginare... e comunque anche dei benefici economici per tutti: il valore delle case è alle stelle rispetto a vent'anni fa! Nel mentre, abbiamo realizzato aree per i bambini, piantato alberi, creato orti e uliveti, valorizzato le gallerie sotterranee romane, in collaborazione con tutti gli attori della zona. E partecipato a tanti, tanti bandi...".
 
A un certo punto è arrivata la Cooperativa.
"Per la gestione del Casale-Ristoro del Fiscale, pensato nel progetto vincitore di bando come motore economico di sostegno alla manutenzione del parco, abbiamo fondato anche una cooperativa per regolamentare la parte più commerciale delle nostre attività: un ristorante di cucina tradizionale e contadina, la gestione del punto informativo del parco dell'Appia Antica, le visite guidate, i laboratori e le passeggiate, le guide che abbiamo pubblicato... tutto concorre a rendere sostenibile il parco ma anche le realtà lavorativa e di volontariato che si sono sviluppate. Neanche mi ricordo tutte le attività realizzate in questi anni! Dall'astronomia al riciclo, ci siamo occupati di tanti temi, tutti fortemente orientati verso la natura e l'ambiente. Crediamo soprattutto nell'insegnare e trasmettere piccole buone pratiche che possano tornare utili soprattutto ai bambini nella loro fase di crescita".



 

In quanti siete?
La cooperativa è formata da sei persone, più lavoratori che vengono assunti a chiamata per il lavoro al ristorante. All'associazione si aggiungono anche tanti volontari: dall'ex contadino in pensione che vuole rendersi utile e cura la vigna, ai ragazzi che organizzano le visite guidate o ci aiutano al punto informativo.
 
La partecipazione volontaria è sempre un segnale di accoglienza da parte dei locali.
"Certo, abbiamo per nostra fortuna uno zoccolo duro di apprezzamento e gratitudine. Il principio di sussidiarietà qui viene pienamente applicato e mano a mano le persone si legano al parco. Le famiglie organizzano feste di compleanno quasi ogni giorno: e sapessi che soddisfazione sentire i ragazzini che presentano agli amici il “loro” parco... Certo, c'è chi continua a lasciare frigoriferi sotto le arcate o a far sporcare i cani fuori dagli spazi delimitati... la battaglia è continua, ma certo non demordiamo, anzi".


 

Qual è il vostro prossimo progetto?
"Vogliamo creare l'Ecomuseo della Via Latina. Devi sapere che questa via di epoca precristiana è ancor più antica dell'Appia Antica ma non gode della stessa attenzione. Dal Centro di Roma portava fino ai Castelli Romani e più a sud ancora verso la Campania; a tratti ne riemerge il basolato ed è stata tracciata da numerosi studiosi ed archeologi. Dato che taglia a metà tutto il Municipio VII e il quartiere di Tor Fiscale, costituisce una sorta di filo rosso per il nostro territorio lungo il quale vorremmo riunire e collegare tutte le associazioni che operano nel quadrante (compreso il Club di Territorio di Roma del Touring Club Italiano, ndr) per creare una rete di riferimento culturale, un museo diffuso che raccolga tutti i beni e le forme della cultura, materiali ed immateriali. Tutti sono i benvenuti a contribuire!
INFORMAZIONI
- Per saperne di più sul parco di Tor Fiscale, basta visitare i siti web www.torredelfiscale.it (presentazione del parco, eventi, noleggio bici su prenotazioni, informazioni su come arrivare) e www.ristorodelfiscale.it (dedicato al bar ristoro Casale del Fiscale). Segreteria dal martedì al venerdì: 9,30 - 17,30, tel. 067612966 / 3278470021.

Nel video sotto, una presentazione del parco realizzata dal Club di Territorio di Roma (in particolare, dai soci volontari Massimo Pratelli, Fausto Morgantini e Sandro Miragliotta, che ringraziamo per il contributo)